Nuovo modello di business per il Gruppo Monte Paschi nell’era Viola-Profumo. In accordo al Piano Industriale 2012-2015, infatti, verranno chiuse 400 filiali dislocate lungo la penisola e si assisterà a una riduzione del personale per più di 4mila unità. L’obiettivo è migrare verso un nuovo modello: la banca commerciale. Aumentando la produttività e rafforzando la relazione con la clientela
Migliorare la quantità e la qualità del capitale, riequilibrare la liquidità in accordo alle direttive di Basilea III e raggiungere un livello sostenibile di redditività attraverso la razionalizzazione dei costi: sono queste le tre direttrici su cui si articola il Piano Industriale 2012-2015 di Monte dei Paschi di Siena, che prevede, inoltre, la chiusura di 400 filiali sulla penisola e una riduzione del personale per più di 4mila unità.
“Con il nuovo Piano Industriale, spiega Fabrizio Viola, Amministratore Delegato di Monte dei Paschi di Siena, si esce dalla consuetudine. E’ prevista, infatti, una riduzione dei ricavi (-1%), accompagnata, però, da un aumento della produttività commerciale con un nuovo approccio verso la clientela, composta da oltre 6 milioni di persone, rafforzando la relazione e traducendola in attività di impresa, così da aumentare la remunerazione del capitale”.
Migliorare quantità e qualità del capitale
Per quanto riguarda il capitale, Monte dei Paschi punta soprattutto sull’innalzamento della qualità: infatti, per far fronte a uno shortfall EBA di circa 3,3 miliardi di euro, legato ai titoli di Stato, il Gruppo ipotizza l’emissione entro la fine dell’anno di nuovi strumenti governativi di capitalizzazione, per un valore complessivo pari a 3,4 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi destinati al rimborso dei Tremonti BOND sottoscritti nel 2009, e che saranno rimborsati a partire dal 2013 attraverso un piano di ammortamento.
L’obiettivo è raggiungere entro il 2015 un Common Equity Tier 1 pari all’8,7% e per far questo Monte dei Paschi ha predisposto, inoltre, un piano operativo di asset disposal che prevede la cessione di Consum.it e il deconsolidamento del ramo leasing (Leasing BU), oltre alla cessione definitiva di Biverbanca, e l’ottimizzazione degli RWA.
Interventi per la liquidità
Per raggiungere un equilibrio anche dal punto di vista della liquidità, MPS ha in programma una riduzione del loan to deposit ratio di natura commerciale dal 131% al 110%, azzerando anche l’esposizione nei confronti della Banca Centrale Europea, grazie a una nuova dinamica commerciale e alle disposizioni di asset disposal. Una operazione a cui si aggiunge un aumento delle commissioni sui ricavi dal 34% al 47% e il rafforzamento dell’area bancassicurazione, con un innalzamento delle vendite dal 7% fino a oltre il 24%.
“Grazie alla joint venture con AXA, continua Viola, abbiamo già conquistato una quota di mercato significativa nel ramo previdenza. La nostra intenzione è quella di rinforzare la nostra posizione soprattutto sul ramo vita tradizionale, creando nuovi spazi di crescita attraverso una rivisitazione del portfolio prodotti”.
ROTE al 2015 superiore al 7%
Terza priorità per il Gruppo senese è quella di ritornare a livelli di redditività sostenibili, con un ROTE superiore al 7% entro il 2015, attraverso alcune azioni mirate: aumento della produttività, una nuova gestione della filiera del credito e la razionalizzazione della struttura del Gruppo, che porteranno a un utile di 633 milioni di euro nel 2015.
“Grazie agli interventi sul capitale, sulla liquidità e sulla redditività, afferma Viola, avremo un ritorno sul capitale tangibile attorno al 7%, al di sotto del costo del capitale, ma comunque un risultato abbastanza soddisfacente per un piano più ampio, ovvero ‘Monte 2020’, un luogo dedicato a scelte strategiche, sganciate dal vecchio modello, per dirigerci verso una nuova forma, quella della banca del futuro”.
Un nuovo modello: la banca commerciale
E’ una nuova mission quella percorsa da Monte dei Paschi di Siena, che vuole diventare una banca commerciale. Il Gruppo, infatti, prevede per il 2015 il rafforzamento della front line, con oltre mille nuove risorse che verranno impiegate nello sviluppo commerciale, la piena integrazione dei canali remoti (progetto Paschi Face), la valorizzazione del segmento private con l’assunzione di 100 private banker e un aumento della produttività dei prodotti di bancassurance basandosi su best practice europee. L’obiettivo è raggiungere, entro il 2015, una crescita della produttività (masse per dipendente da 11,7 milioni di euro a 14,2 milioni di euro). Uno stimolo alla produttività potrebbe derivare dal progetto di banca on line, potenziale veicolo commerciale per gli oltre mille promotori finanziari di MPS per promuovere offerte, non solo finanziarie, altamente personalizzabili e capaci di andare incontro anche a quella fascia di clientela ancora non presidiata e in forte crescita (150mila potenziali clienti on line per il 2015).
Governo del credito
Una gestione unitaria dell’intera filiera del credito, inoltre, potrebbe contenere il costo del credito, portando a una riduzione di 18bps al 2015 rispetto al 2012, ottimizzando anche il rendimento del portafoglio crediti. In accordo al Piano, particolare attenzione sarà dedicata alla gestione del credito problematico, sia attraverso il potenziamento dei presidi, con l’attivazione di una struttura di oltre mille risorse dedicate e governate centralmente dalla Direzione Credito, sia attraverso l’ulteriore efficientamento dell’attività di recupero dei crediti a sofferenza (tasso di recupero +112 bps al 2015).
Efficienza operativa
Il Piano prevede il prosieguo della riduzione strutturale dei costi operativi (-565 milioni di euro al 2015), sia sul fronte delle spese amministrative (-26% al 2015), sia sul fronte dei costi del personale (-14% al 2015). “E’ sull’efficienza operativa che ci giochiamo gran parte del risultato, dichiara Viola. Verranno chiuse 400 filiali nelle aree dove appare una sovrapposizione di sportelli nata da precedenti acquisizioni e si creerà una unica rete commerciale con la cessione di Biverbanca e la semplificazione della Direzione Generale, che perderà 600 persone per porle al front office commerciale”. Non peseranno più sui costi operativi le attività di back office, che verranno esternalizzate, riducendo la base dei costi fissi. Con un nuovo modello di gestione del personale, inoltre, si prevede l’uscita di 4.640 unità per il 2015 (di cui 2.360 dal back office e 1.210 in seguito alle cessioni) con una riduzione dei costi da 2,195 milioni di euro del 2011 a 1,896 milioni di euro per il 2015.
“Con il nuovo Piano Industriale, spiega Fabrizio Viola, Amministratore Delegato di Monte dei Paschi di Siena, si esce dalla consuetudine. E’ prevista, infatti, una riduzione dei ricavi (-1%), accompagnata, però, da un aumento della produttività commerciale con un nuovo approccio verso la clientela, composta da oltre 6 milioni di persone, rafforzando la relazione e traducendola in attività di impresa, così da aumentare la remunerazione del capitale”.
Migliorare quantità e qualità del capitale
Per quanto riguarda il capitale, Monte dei Paschi punta soprattutto sull’innalzamento della qualità: infatti, per far fronte a uno shortfall EBA di circa 3,3 miliardi di euro, legato ai titoli di Stato, il Gruppo ipotizza l’emissione entro la fine dell’anno di nuovi strumenti governativi di capitalizzazione, per un valore complessivo pari a 3,4 miliardi di euro, di cui 1,9 miliardi destinati al rimborso dei Tremonti BOND sottoscritti nel 2009, e che saranno rimborsati a partire dal 2013 attraverso un piano di ammortamento.
L’obiettivo è raggiungere entro il 2015 un Common Equity Tier 1 pari all’8,7% e per far questo Monte dei Paschi ha predisposto, inoltre, un piano operativo di asset disposal che prevede la cessione di Consum.it e il deconsolidamento del ramo leasing (Leasing BU), oltre alla cessione definitiva di Biverbanca, e l’ottimizzazione degli RWA.
Interventi per la liquidità
Per raggiungere un equilibrio anche dal punto di vista della liquidità, MPS ha in programma una riduzione del loan to deposit ratio di natura commerciale dal 131% al 110%, azzerando anche l’esposizione nei confronti della Banca Centrale Europea, grazie a una nuova dinamica commerciale e alle disposizioni di asset disposal. Una operazione a cui si aggiunge un aumento delle commissioni sui ricavi dal 34% al 47% e il rafforzamento dell’area bancassicurazione, con un innalzamento delle vendite dal 7% fino a oltre il 24%.
“Grazie alla joint venture con AXA, continua Viola, abbiamo già conquistato una quota di mercato significativa nel ramo previdenza. La nostra intenzione è quella di rinforzare la nostra posizione soprattutto sul ramo vita tradizionale, creando nuovi spazi di crescita attraverso una rivisitazione del portfolio prodotti”.
ROTE al 2015 superiore al 7%
Terza priorità per il Gruppo senese è quella di ritornare a livelli di redditività sostenibili, con un ROTE superiore al 7% entro il 2015, attraverso alcune azioni mirate: aumento della produttività, una nuova gestione della filiera del credito e la razionalizzazione della struttura del Gruppo, che porteranno a un utile di 633 milioni di euro nel 2015.
“Grazie agli interventi sul capitale, sulla liquidità e sulla redditività, afferma Viola, avremo un ritorno sul capitale tangibile attorno al 7%, al di sotto del costo del capitale, ma comunque un risultato abbastanza soddisfacente per un piano più ampio, ovvero ‘Monte 2020’, un luogo dedicato a scelte strategiche, sganciate dal vecchio modello, per dirigerci verso una nuova forma, quella della banca del futuro”.
Un nuovo modello: la banca commerciale
E’ una nuova mission quella percorsa da Monte dei Paschi di Siena, che vuole diventare una banca commerciale. Il Gruppo, infatti, prevede per il 2015 il rafforzamento della front line, con oltre mille nuove risorse che verranno impiegate nello sviluppo commerciale, la piena integrazione dei canali remoti (progetto Paschi Face), la valorizzazione del segmento private con l’assunzione di 100 private banker e un aumento della produttività dei prodotti di bancassurance basandosi su best practice europee. L’obiettivo è raggiungere, entro il 2015, una crescita della produttività (masse per dipendente da 11,7 milioni di euro a 14,2 milioni di euro). Uno stimolo alla produttività potrebbe derivare dal progetto di banca on line, potenziale veicolo commerciale per gli oltre mille promotori finanziari di MPS per promuovere offerte, non solo finanziarie, altamente personalizzabili e capaci di andare incontro anche a quella fascia di clientela ancora non presidiata e in forte crescita (150mila potenziali clienti on line per il 2015).
Governo del credito
Una gestione unitaria dell’intera filiera del credito, inoltre, potrebbe contenere il costo del credito, portando a una riduzione di 18bps al 2015 rispetto al 2012, ottimizzando anche il rendimento del portafoglio crediti. In accordo al Piano, particolare attenzione sarà dedicata alla gestione del credito problematico, sia attraverso il potenziamento dei presidi, con l’attivazione di una struttura di oltre mille risorse dedicate e governate centralmente dalla Direzione Credito, sia attraverso l’ulteriore efficientamento dell’attività di recupero dei crediti a sofferenza (tasso di recupero +112 bps al 2015).
Efficienza operativa
Il Piano prevede il prosieguo della riduzione strutturale dei costi operativi (-565 milioni di euro al 2015), sia sul fronte delle spese amministrative (-26% al 2015), sia sul fronte dei costi del personale (-14% al 2015). “E’ sull’efficienza operativa che ci giochiamo gran parte del risultato, dichiara Viola. Verranno chiuse 400 filiali nelle aree dove appare una sovrapposizione di sportelli nata da precedenti acquisizioni e si creerà una unica rete commerciale con la cessione di Biverbanca e la semplificazione della Direzione Generale, che perderà 600 persone per porle al front office commerciale”. Non peseranno più sui costi operativi le attività di back office, che verranno esternalizzate, riducendo la base dei costi fissi. Con un nuovo modello di gestione del personale, inoltre, si prevede l’uscita di 4.640 unità per il 2015 (di cui 2.360 dal back office e 1.210 in seguito alle cessioni) con una riduzione dei costi da 2,195 milioni di euro del 2011 a 1,896 milioni di euro per il 2015.