Dal trading al gaming, le prossime sfide del regolatore

Regulations

Quattro sfide per i regolatori. Al Milano Trading Summit organizzato da Swissquote sono emerse alcune delle difficoltà principali per la Vigilanza nel prossimo futuro: si va dagli operatori trading offshore fino alle criptovalute.

1) Il problema degli operatori non vigilati

Il trading è storicamente sotto l’attenzione del regolatore. Ma se finora la regolamentazione ha coinvolto soprattutto gli intermediari che già offrono garanzie di best execution, mancano all’appello i player che hanno sede offshore. Si tratta del resto degli operatori più pericolosi: sono realtà che si sottraggono alla giurisdizione nazionale e che espongono a rischi maggiori gli investitori retail. Gli utenti tra l’altro finiscono speso su questi siti involontariamente, perché reindirizzati da altri portali o perché spinti da tecniche di marketing, soprattutto online, al limite del legale.

2) Il dilemma robot e investimenti

Seconda sfida: il rapporto tra investitori e intelligenza artificiale. Se è un robot a prendere decisioni in tema di investimenti, su chi ricade la responsabilità in caso di scelte sbagliate? La normativa europea risponde che è colpa del produttore del “bot”: ma come valutare l’autonomia dell’intelligenza artificiale nel prendere decisioni, rispetto a quanto previsto dal suo “costruttore”? La risposta è sempre la stessa: serve educazione finanziaria.

3) Il legame banche e FinTech

Nuove regole che invece esistono già per l’open banking. Anzi, la PSD2 ha imposto la condivisione dei dati dei clienti con i Third Parties Providers, aprendo alla collaborazione tra operatori tradizionali e nuovi con l’obiettivo comune di ottimizzare la user experience, sviluppare nuovi prodotti e servizi, etc. Gli istituti “vecchio stampo” saranno infatti tenuti a effettuare i controlli di back-end (misure antiriciclaggio ad esempio), mentre le FinTech si occuperanno del front-end.

4) Se le criptovalute raggiungono il gaming

Bisognerà lavorare ancora molto invece per regolare il mondo delle criptovalute e della blockchain. In Svizzera ad esempio una prima normativa è stata varata, ma siamo solo agli inizi: bisogna capire se il token è una security o una utility, quindi se può essere quotato in una borsa, seguendo il trend delle ICO, oppure se è solo un voucher da utilizzare per acquistare servizi. E le regole diventano sempre più necessarie se consideriamo che la DLT e le criptomonete troveranno presto applicazione anche nell’ambito del gaming. Ci sono già videogiochi ad esempio che premiano i giocatori che accumulano più punti con token riutilizzabili su servizi terzi.