Banche. Le big sono in Cina, ma le europee accelerano

È tutta cinese la Top 3 delle più grandi banche del mondo. Tra le 67 big analizzate dall’Area Studi Mediobanca, 28 hanno comunque sede in Europa. Tra queste anche due italiane: UniCredit e Intesa Sanpaolo.

ICBC

Tris cinese sul podio

La Cina detiene quindi il primato. La classifica si basa infatti sugli attivi e la Industrial and Commercial Bank of China non può che essere la più grande banca del mondo con oltre 3.343 miliardi. Sugli altri due gradini del podio altri due colossi cinesi: China Construction Bank e Agricultural Bank of China (rispettivamente con 2.750 miliardi e 2.698 miliardi di ricavi). Il gigante a stelle e strisce JP Morgan Chase scivola invece dalla seconda alla quarta posizione (2.532 miliardi). Mentre chiude la top 5 un’altra cinese, la Bank of China (2.494 miliardi).

Due banche italiane tra le prime 30

La prima banca europea, la britannica HSBC (2.193 miliardi) è al settimo posto, preceduta dalla prima giapponese, Mitsubishi (2.273 miliardi). L’Italia si distingue invece con UniCredit, 22esima (854 miliardi) e Intesa Sanpaolo, 25esima (830 miliardi), lasciandosi alle spalle il 37esimo posto del 2016, grazie anche all’acquisizione delle banche venete.

Mediobanca classifica banche mondo

Europa vs. USA: ci avviciniamo

Progressi che confermano come il gap tra banche USA e europee si stia riducendo. Complice la riforma fiscale USA, il risultato netto nel 2017 è raddoppiato in Europa (da 34,7 a 69,9 miliardi) e diminuito del 21,6% tra le banche statunitensi. Nel 2017 i ricavi sono comunque cresciuti sia in Europa (+1,7%) che negli USA (+3,1%), così come le commissioni nette (+4,3% nel Vecchio Continente, +5,2% in America) e la negoziazione (+22,2% in UE, +7,2% negli States).

Migliora la svalutazione dei crediti europei

Solo i costi operativi sono in leggero calo in Europa (-0,2%) e in espansione negli USA (+2,7%). Ma gli istituti europei hanno saputo fare meglio sul fronte della svalutazione dei crediti (-34,6%), in rialzo invece nel Paese di Trump (+0,7%). Per la prima volta dal 2010 il saldo delle voci straordinarie in Europa è inoltre positivo (+0,6 miliardi), al pari con il saldo statunitense.

L’Italia accelera sulla gestione degli NPL

E il trend si riflette anche sulle banche nostrane. In Italia è apparso anche più deciso rispetto alla media europea il recupero della redditività, con un ROE al 9%, contro il 5,7% in UE. Gli NPL rappresentano ancora il 5,2% dei crediti verso i clienti, ma il peso continua a ridursi: erano pari all’8,3% nel 2015 e già al 6,4% nel 2016. Inoltre le attività di livello 3 non hanno avuto un gran peso in Italia: sono risultate pari solo al 12,4% del patrimonio netto tangibile (il 32,5% invece in Germania).