I giovani italiani investirebbero attraverso i canali alternativi. Dalla Global Investment Survey realizzata da Legg Mason emerge come siano soprattutto le nuove generazioni, i cosiddetti Millennial, a riporre fiducia nei mezzi digitali, come gli smartphone, le app dedicate e i servizi di robo advisory, mentre gli over 40 sono meno aperti a queste nuove frontiere.
Over 40 vs giovani: ai Millennial piace investire in modo digitale
L’indagine sottolinea come gli investimenti tramite cellulare invogliano il 35% degli investitori più giovani ma solo il 13% dei più navigati. Stesso risultato per quanto riguarda la possibilità di investire mediante marchi online conosciuti, come Amazon o Google: il 30% dei Millenial è disposto a farlo contro il 12% degli over 40. Infine, anche in merito all’utilizzo di un’applicazione dedicata, come Schwab, la percentuale per le nuove generazioni sale al 30%, rispetto al 10% per gli investitori meno giovani.
I robo-advisory non interessano ai Maturi
Un altro ambito sui cui si concentra la ricerca sono poi le piattaforme di investimento automatizzate in rete, quelle legate ai social media e i robo-advisor. Mentre il 69% degli investitori Maturi (chi ha più di 40 anni) è sereno nell’investire in base ai consigli ricevuti dal proprio consulente finanziario, solo il 35% seguirebbe quelli di un robot. Il 67% dei Millennial, invece, si sentirebbe sicuro affidandosi a consulenti non in carne e ossa e li preferirebbe anche per i costi ridotti.
Il promotore finanziario: un terreno comune
Il promotore finanziario, però, convince sia i giovani che i Maturi, con percentuali che figurano tra le più alte in Europa. Più della metà degli investitori over 40 (53%) si affida a questa figura per i propri investimenti. E anche per i Millennial è sempre più rilevante (70% sui rispondenti).