La Grande Unipol prende forma

ìSvelato oggi il piano industriale che sta alla base dell’aggregazione Unipol-Fondiaria Sai. 345 milioni di euro di risparmi nell’area Sistemi informativi, acquisti e semplificazioni di struttura. In calo di 1.000 unità le agenzie assicurative. Margine netto nel 2015 a 800 milioni
È stato svelato oggi da parte di Carlo Cimbri, amministratore delegato di Unipol, il progetto di aggregazione tra i due gruppi Unipol e Fondiaria Sai. L’aggregazione tra le compagnie produrrà in primo luogo consistenti riparmi, 345 milioni di euro, da ricercarsi soprattutto nei sistemi informativi, negli acquisti (per i quali si prevede un unico centro), nella definizione delle strutture, con un forte lavoro di semplificazione. Rimarranno in vita, con una struttura divisionale, i tre marchi Sai (“un valore storico”), Milano Assicurazioni e Fondiaria, anche se i percorsi di autonomia e di aggregazione debbono ancora essere definiti.


Un dato certo è però quello sul numero delle agenzie. La somma del numero di agenzie oggi produce 4.600 presidi. A regime se ne perderanno 1.000: quali, con che criteri e quando, però, deve ancora essere disegnato con precisione. A tutte le agenzie sarà esteso il modello provvigionale già sperimentato da Unipol che, ha detto Cimbri, “ ha già prodotto importanti risultati in termini di qualità e redditività della raccolta e di partecipazione degli agenti”.
Si creerà così il più grande gruppo assicurativo italiano con una raccolta totale nel 2015 prossima ai 18 miliardi di euro, in leggera discesa rispetto alla somma attuale, e un margine netto di 800 milioni, con 14 milioni di clienti e una posizione di leadership assoluta nei rami danni. Nel comparto vita il peso delle agenzie salirà dagli attuali 51,6% a 55,3% nel 2015, a svantaggio della bancassurance, mentre nei rami danni calerà l’Rc auto (-1,7%) a favore dei rami non auto che rappresenteranno, sempre nel 2015, il 37,9% della raccolta. Cancellata infine l’ipotesi di una cessione di Unipol Banca (ma il destino di Banca Sai non è chiaro) che nel 2015 dovrebbe raggiungere un margine di 61 milioni di euro e un Roe del 6,6%, a fronte dello 0 del 2011.