Quasi quattro investitori italiani su cinque non sono soddisfatti del rendimento dei propri investimenti, ma la maggior parte (61%) ha un atteggiamento ottimista e si aspetta per il prossimo anno un rendimento positivo dal proprio portafoglio, secondo il sondaggio di Goldman Sachs Asset Management, condotto da GfK Eurisko.
La volatilità dei mercati forse continuerà ancora lungo, alcuni pensano che durerà ancora per 2 anni (26%), altri che si dilungherà anche fino a 3 anni (18%), a causa del debito sovrano in Europa (secondo il 57% degli investitori italiani) e dell’incertezza politica, maggiore minaccia interna per l’economia italiana per il 24% degli intervistati.
Investire sui mercati emergenti non sembra essere, però, la risposta più adatta: il 56% degli investitori italiani, infatti, ritiene che i Growth Markets (Brasile, Russia, India, Cina, Messico, Sud Corea, Turchia e Indonesia) rappresentino un’area di investimento complessivamente più rischiosa rispetto all’Europa.
E sebbene la crescita dei Growth Markets e degli altri mercati emergenti sia robusta, la maggioranza degli investitori italiani ritiene che i paesi sviluppati abbiano fondamentali macroeconomici più solidi (70%), valute più forti (70%) dei mercati emergenti e livelli di consumo interno più elevati (59%).
Ma la fiducia degli italiani è riposta soprattutto nell’economia europea, tant’è che ben il 93% degli intervistati non detiene investimenti in valuta estera.
Un atteggiamento rischioso secondo Giancarlo Fonseca, Head of Retail Distribution di Goldman Sachs Asset Management Italia. "Gli ultimi quattro anni hanno portato la peggiore crisi finanziaria della nostra generazione e in questo periodo qualsiasi nozione di bene rifugio è scomparsa. Questa indagine dimostra che la maggior parte degli investitori italiani si aspetta che la volatilità dei mercati continui e la percezione del rischio è aumentata rispetto a tutte le classi di attività. In questo contesto vediamo emergere opportunità di investimento, i portafogli obbligazionari con approccio globale e i mercati azionari dei Growth Markets e degli altri Paesi Emergenti ci sembrano particolarmente interessanti. Crediamo che oggi ci siano forti ragioni per cui gli investitori italiani dovrebbero modificare il proprio portafoglio in un‘ottica di maggiore diversificazione a livello globale e su tutte le asset class”.
La volatilità dei mercati forse continuerà ancora lungo, alcuni pensano che durerà ancora per 2 anni (26%), altri che si dilungherà anche fino a 3 anni (18%), a causa del debito sovrano in Europa (secondo il 57% degli investitori italiani) e dell’incertezza politica, maggiore minaccia interna per l’economia italiana per il 24% degli intervistati.
Investire sui mercati emergenti non sembra essere, però, la risposta più adatta: il 56% degli investitori italiani, infatti, ritiene che i Growth Markets (Brasile, Russia, India, Cina, Messico, Sud Corea, Turchia e Indonesia) rappresentino un’area di investimento complessivamente più rischiosa rispetto all’Europa.
E sebbene la crescita dei Growth Markets e degli altri mercati emergenti sia robusta, la maggioranza degli investitori italiani ritiene che i paesi sviluppati abbiano fondamentali macroeconomici più solidi (70%), valute più forti (70%) dei mercati emergenti e livelli di consumo interno più elevati (59%).
Ma la fiducia degli italiani è riposta soprattutto nell’economia europea, tant’è che ben il 93% degli intervistati non detiene investimenti in valuta estera.
Un atteggiamento rischioso secondo Giancarlo Fonseca, Head of Retail Distribution di Goldman Sachs Asset Management Italia. "Gli ultimi quattro anni hanno portato la peggiore crisi finanziaria della nostra generazione e in questo periodo qualsiasi nozione di bene rifugio è scomparsa. Questa indagine dimostra che la maggior parte degli investitori italiani si aspetta che la volatilità dei mercati continui e la percezione del rischio è aumentata rispetto a tutte le classi di attività. In questo contesto vediamo emergere opportunità di investimento, i portafogli obbligazionari con approccio globale e i mercati azionari dei Growth Markets e degli altri Paesi Emergenti ci sembrano particolarmente interessanti. Crediamo che oggi ci siano forti ragioni per cui gli investitori italiani dovrebbero modificare il proprio portafoglio in un‘ottica di maggiore diversificazione a livello globale e su tutte le asset class”.