Il 2025 segna un record di miliardari globali, mentre prosegue l’enorme passaggio di ricchezza tra una generazione e l’altra. Sono alcuni dei dati del XI UBS Billionaire Ambitions Report, la survey annuale di UBS presso alcuni dei propri clienti billionaire in tutto il mondo.
Nel corso dell’anno, il numero di miliardari è aumentato dell’8,8%, arrivando a quasi 3mila individui. Una crescita trainata dalle iniziative imprenditoriali e da aziende di successo in diversi settori, specie negli Stati Uniti e nella regione Asia-Pacifico.
Entro il 2040, questo ricambio generazionale porterà al trasferimento di 6,9 trilioni di dollari, di cui almeno 5,9 verso i figli, direttamente o indirettamente tramite i coniugi.
Chi diventa miliardario…
Ecco che 196 miliardari “self made” hanno aggiunto 386,5 miliardi di dollari alla ricchezza globale dei billionaires, portandola al record di 15,8 trillioni di dollari. Gli investimenti di maggior successo sono stati quelli nel settore tecnologico, con un rendimento del 23,8%, mentre rallenta la crescita in ambito consumer e retail.
La ricchezza industriale ha registrato l’aumento più rapido, +27,1% a 1,7 trilioni di dollari, con oltre un quarto proveniente dai nuovi miliardari. La ricchezza nel settore dei servizi finanziari è salita del 17%, raggiungendo i 2,3 trilioni di dollari, trainata da mercati solidi e da un rimbalzo delle criptovalute, con i miliardari self-made che rappresentano l’80% della ricchezza totale.
… e chi eredita
È poi in corso anche tra i miliardari un processo di ricambio generazionale. Nel 2025 91 persone, 64 uomini e 27 donne, hanno ereditato complessivamente 297,8 miliardi di dollari. Rispetto al 2024, il numero totale di eredi è in calo, mentre la ricchezza che passa da una generazione all’altra (o a compagni/e) aumenta.
I miliardari multigenerazionali, cioè discendenti di altri miliardari, sono circa 860 in tutto il mondo e gestiscono 4,7 trilioni di patrimonio complessivo. Il numero di billionaires cresce del 4,6% nella seconda generazione, del 12,3% nella terza, del 10% nella quarta e oltre.
Oltre l’80% dei miliardari con figli esprime però il desiderio che la prole trovi la propria strada per il successo in modo indipendente, senza appoggiarsi troppo alla ricchezza ereditata. Un’ampia maggioranza si augura che gli eredi possano seguire le proprie passioni, addirittura usando la propria ricchezza per avere un impatto positivo sul mondo.
Il 43% degli imprenditori spera che i figli possano restare alle redini dell’azienda e farla prosperare, garantendone la continuità. E questo nonostante la consapevolezza di divergente generazionali su strategie, patrimonio famigliare e iniziative filantropiche.
La next gen viene vista come più “olistica”, orientata all’innovazione e al progresso tecnologico, così come allo stile di vita e agli investimenti di grande impatto.
Empowerment femminile
La quota di donne tra i miliardari cresce, pur restando fortemente minoritaria: sono appena 374 contro i 2.545 maschi. Ma da quattro anni consecutivi accumulano ricchezza a un ritmo più sostenuto rispetto agli uomini, dimostrando anche una maggiore propensione agli investimenti sostenibili.
Miliardari giramondo
Un’altra caratteristica dei billionaire è la loro mobilità internazionale. Il 36% si è trasferito almeno una volta e il 9% considera la possibilità. La destinazione viene scelta per la qualità della vita migliore (36%), preoccupazioni geopolitiche (36%) e questioni fiscali (35%).
Tra le destinazioni privilegiate in Europa troviamo anche l’Italia, mentre in Asia Pacifico continua a dominare la scena Singapore.
La mobilità internazionale rappresenta però anche una complessità per la gestione del patrimonio, con sfide legali e finanziarie, oltre che culturali.
Dove investono
Il 63% investe in Nord America, ma emerge una forte fiducia anche per Europa Occidentale (40%) e Cina (34%). Il 42% dei miliardari prevede di aumentare l’esposizione alle azioni dei mercati emergenti nel prossimo anno e il 43% intende farlo anche per quelle degli sviluppati. Forte interesse anche per il private equity, gli hedge fund e le infastrutture.
Tra le principali incognite del 2026 i dazi (66%), i maggiori conflitti geopolitici (63%) e l’incertezza politica (59%).
«Il nostro report mostra come l’ascesa di una nuova generazione di creatori ed eredi di ricchezza stia rimodellando il panorama globale – dichiar Benjamin Cavalli, Head of Strategic Clients di UBS Global Wealth Management e Co-Head EMEA OneUBS. Man mano che le famiglie diventano più internazionali e il grande trasferimento di ricchezza accelera, l’attenzione si sta spostando dal semplice preservare la ricchezza al dare potere alla prossima generazione affinché abbia successo in modo indipendente e responsabile. Questo sta influenzando non solo la pianificazione della successione, ma anche le priorità filantropiche e le decisioni di investimento a lungo termine».