PREVISIONI AIPB

Il Private Banking in Italia gestirà più di 1,4 bilioni di masse nel 2026

Private banking in Italia previsioni al 2026

Andrea Ragaini, Presidente di AIPB

Oltre 1,4 bilioni di masse gestite, una quota di mercato in crescita e che raggiungerà il 36% della ricchezza investibile delle famiglie italiane, insieme al forte slancio del risparmio gestito. Sono i tre elementi che caratterizzeranno il Private Banking nella sua evoluzione al 2026, secondo il rapporto dell’Associazione Italiana Private Banking (AIPB), “Il Private Banking in Italia: previsioni al 2026”.

La crescita attesa per il private banking

Secondo le previsioni, gli asset under management (AuM) del Private Banking supereranno i 1,412 bilioni di euro entro il 2026 (+6,6% rispetto al 2004 vs +1,8% altri operatori), grazie a una combinazione di nuovi flussi di raccolta (+4,2%) e alla ripresa dei mercati finanziari (+2,4%).

Di pari passo la crescita della quota di mercato del Private Banking nel prossimo biennio, che arriverà a gestire quasi il 36% della ricchezza investibile delle famiglie.

Anche i leader di settore vedono positivamente le prospettive del Private Banking: il 56% ritiene che l’industria continuerà a crescere nei prossimi 12-18 mesi, mentre per il 44% rimarrà stabile.

Per nessuno, quindi, peggiorerà.

Contesto economico generale

Nell’anno in corso il rientro dell’inflazione si è tradotto in una ripresa del potere d’acquisto, con un recupero del reddito disponibile delle famiglie (+3,0%) che, nei prossimi due anni, invece, è previsto avere una dinamica inferiore all’1%.

I consumi, molto deboli nel 2024 (+0,1%), sono visti in leggera ripresa nel biennio 2025-2026. Ciononostante, il tasso di risparmio resterà su livelli bassi (attorno all’8,5%), in un contesto di crescita del PIL moderata.

Ne consegue anche che i nuovi flussi investiti in attività finanziarie nel triennio ‘24-‘26 sono visti calare a 210 miliardi di euro (erano 240 miliardi nel triennio precedente).

Nell’ultimo biennio (‘23-’24) le componenti positive del risparmio e dei mercati finanziari hanno contribuito a un aumento della ricchezza finanziaria investibile delle famiglie italiane, soprattutto mediante il recupero dei mercati (+3,4%), ma anche grazie ai nuovi flussi positivi (+1,7%).

Nel prossimo biennio (‘25-’26) tale trend è previsto proseguire, ampliando la ricchezza finanziaria investibile degli italiani da 3,689 a quasi 4 bilioni.

Il contributo verrà prevalentemente dai flussi (+1,9%) e da un andamento positivo dei mercati (+1,5%).

Protagonista: il risparmio gestito

La componente del risparmio gestito sarà la protagonista, con una crescita media annua dell’8,2%, trainata sia da nuovi flussi netti (+4,3%), sia dall’effetto mercato (+3,9%).

Il comparto assicurativo vedrà un aumento annuo medio del 5,7%, sostenuto da una distribuzione equilibrata tra flussi e mercato.

Infine, l’amministrato, dopo una forte espansione nel biennio precedente (+27,8%), continuerà a crescere a un ritmo più moderato (+6,4% medio annuo).

Evoluzione delle preferenze di investimento

Dall’indagine condotta da AIPB tra i leader del settore, si prevede un crescente interesse verso gli investimenti di lungo periodo (come i private markets; 22% delle preferenze).

Al secondo posto, nonostante il forte calo (dal 41 al 22%) gli investimenti a capitale garantito.

In sostanziale crescita le soluzioni assicurative per l’ottimizzazione fiscale (dal 3% al 9%), mentre si conferma la propensione a mantenere una parte di liquidità per scopi precauzionali (13%).

Strategie alternative in rialzo

Le asset class previste crescere maggiormente sono quelle legate alle strategie alternative (come private equity, infrastrutture, real estate; per quasi l’80% dei rispondenti) e quella azionaria (oltre il 70%).

Sull’obbligazionario le aspettative sono più tiepide (per oltre la metà rimarrà stabile o decrescerà), mentre per il 54% dei leader Private la liquidità diminuirà.

Passando ai prodotti d’investimento, le attese verso performance migliori vanno alle polizze vita e gestioni patrimoniali (62%), seguite dai fondi ESG (54%).

Titoli di Stato e Depositi sono visti decrescere per il 38%.