Gli italiani conoscono le criptovalute: ne hanno sentito parlare, ci hanno anche investito, soprattutto inizialmente.
Ma ora non tutti vogliono continuare a puntare sui digital asset.
Promossi sull’educazione finanziaria
Questo scetticismo non è legato a una mancanza di educazione finanziaria. Anzi, secondo la recente indagine “Le Criptovalute: un’indagine sull’orientamento degli italiani” del centro studi OAM (Organismo Agenti e Mediatori), il livello medio di educazione finanziaria tra chi ha sentito parlare di criptovalute è alto.
Serve un po’ di istruzione
A fare la differenza, soprattutto nel mondo degli investimenti cripto, è il grado di istruzione: sono asset particolarmente complessi e volatili, e per investire si passa da piattaforme, di exchange principalmente, spesso poco intuitive. Avere delle conoscenze maggiori, quindi, aiuta. E la maggior parte di chi ha sentito parlare di cripto ha infatti almeno un livello di istruzione di secondo grado.
Chi non investe più
Tuttavia, la maggioranza degli italiani (59%) che ha sentito parlare del mondo cripto non vuole investire in questo mercato, non lo ha fatto in passato e non lo farà nemmeno in futuro. I pochi che hanno acquistato in passato sono probabilmente rimasti scottati, dato che nei prossimi anni non prenderanno più in considerazione questi investimenti (16%).
Chi investirà ancora
La platea di potenziali investitori si limita quindi al 25% di chi ha sentito parlare di cripto, suddiviso tra chi (5%) continuerà a dare fiducia a questo mercato e chi (20%) andrà ad acquistare criptovalute per la prima volta.
Diversificazione e rendimento
Quando si investe in criptovalute, però, gli obiettivi sono chiari: diversificazione del portafoglio, in primis, e rendimenti elevati. La somma da investire, per lo più, è al di sotto dei 10mila euro e sono pochi (6%) quelli che puntano a innalzare la somma destinate alle criptovalute nei prossimi anni.
Reggere alle oscillazioni di mercato
Ma gli investitori italiani sono capaci di gestire lo stress connesso a questo mondo? La volatilità, d’altronde, è una costante nel mondo cripto. E servono quindi nervi saldi per affrontare queste montagne russe.
Ecco, in realtà, gli italiani che conoscono il mondo degli asset digitali (e qui non c’è nemmeno una diseguaglianza di genere, dato che tra donne e uomini il livello di conoscenza è simile), e che vogliono investire, tendono a lasciarsi condizionare dalle proprie emozioni, a essere per lo più diffidenti, incapaci anche di gestire bene lo stress. Con il rischio, quindi, di perdere la calma in situazioni complesse di mercato.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di luglio/agosto 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.