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I family office crescono, ma non possono avere tutte le competenze

I family office crescono, ma non possono avere tutte le competenze

A fine dicembre dello scorso anno i family office in Italia erano 222, tra cui 91 multi-family office che hanno raggiunto un giro d’affari di oltre 150 milioni di euro e dato lavoro a più di 500 persone.

Un settore in netta espansione, che richiede però nuovi profili professionali: chi lavora in un family office non può essere unicamente prestato alla gestione del patrimonio famigliare.

Deve avere abilità specifiche, vista la natura multi-disciplinare delle attività, e il mercato dovrà evolvere nei servizi a supporto.

Oltre 500 professionisti e fatturato in crescita

Il professionista che lavora in un Family Office, infatti, è una figura ancora poco diffusa nel nostro Paese.

Nonostante ciò, il settore è in espansione, per sbocchi occupazionali e giro d’affari: dal 2017 al 2022, sono saliti a oltre 500 i professionisti impiegati nei multi-family office italiani, il 40% dei quali concentrato nei 5 MFO più grandi, con un tasso di crescita annuo di circa l’8%, secondo i dati dell’Osservatorio promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano.

Quanto al giro d’affari, nel 2022 è stato pari a 150,4 milioni di euro, in calo rispetto al 2021, caratterizzato da un vero exploit (169,8 milioni di euro), ma comunque ben superiore ai 128 milioni del 2019 e del 2020: considerando il periodo 2017-2022, infatti, il fatturato complessivo mostra un tasso di crescita composto annuale (CAGR) dell’8,12%, molto simile al tasso di crescita del numero di professionisti.

I tanti ruoli del family office

Il nodo centrale dell’Osservatorio si stringe attorno alle tante competenze che i family office devono avere per gestire patrimoni sofisticati in modo personalizzato e soddisfare le esigenze degli imprenditori e delle loro famiglie.

Di conseguenza il family office deve avere capacità nella gestione degli investimenti, nella pianificazione patrimoniale, nella consulenza fiscale internazionale, nella governance famigliare, nella filantropia: un lungo elenco.

Dove non si possono che accodare ulteriori soft skill necessarie: l’ascolto, l’empatia, la leadership, ma anche la comprensione delle dinamiche psicologiche, famigliari e inter-generazionali.

La necessaria rete di partnership

Essendo effettivamente troppo per una persona sola, serve una rete di professionisti esterni che copre le spalle con servizi in partnership e in outsourcing. Capaci di portare competenze che spesso mancano nei family office.

Ad esempio, tre quarti dei CEO dei single family office sono membri della famiglia stessa, in genere con un background professionale nella gestione dell’impresa di famiglia. Quindi con competenze non proprio pertinenti.

E se si tratta di manager esterni (il restante quarto), questi provengono per lo più dal private equity o dalla finanza.

family office graf

Assunzioni in vista per i multi-family office

In Italia, al 31 dicembre 2023, i multi-family office attivi erano 91.

Per lo più in Lombardia (55 unità, con un ruolo centrale per Milano) e per il resto in Veneto (11), Emilia-Romagna (7) e Lazio (6).

I multi-family office italiani tendono a servire famiglie con patrimoni considerevoli ma non estremamente elevati: fino a 250 milioni di euro in 9 casi su 10.

La tendenza è assumere figure senior nei prossimi 12 mesi: le strategie di assunzione sono guidate dalla necessità di erogare servizi complessi e mantenere elevati standard.

Tre profili per un single family office

Per i single family office italiani lo sviluppo delle competenze passa dalla gestione e pianificazione ma anche dall’ascolto attivo, dall’empatia e dall’allineamento valoriale.

In Italia a fine 2023 risultavano attivi 113 single family office, i cui CEO hanno in genere tra i 40 e i 59 anni quando sono manager indipendenti (1 su 4), mentre l’età si divide tra i due estremi (giovani di 20-39 anni e over80) quando si tratta di membri della famiglia proprietaria.

Solo 1 CEO su 10 è donna.

Nei Single Family Office, il professionista dovrebbe combinare in sé tre profili:

  1. Learning Agent, cioè agente di apprendimento continuo capace anche di trasferire alcune delle competenze ai componenti della famiglia, in modo che prendano decisioni consapevoli;
  2. Fiduciary Guardian, per proteggere sempre gli interessi della famiglia con integrità e responsabilità;
  3. Generalist Expert, dotato di un’essenziale competenza generale su vari aspetti della gestione patrimoniale ma in grado di coordinare esperti esterni dove necessario, selezionando i più adeguati e mantenendo la visione d’insieme.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop