Un nuovo rapporto di Finance Watch ha rivelato che le 60 banche più grandi al mondo hanno un’esposizione di 1,35 trilioni di dollari in asset legati ai combustibili fossili. Rimane aperta quindi la questione circa una concreta transizione ecologica e di come gli istituti bancari dovranno cambiare e abbandonare molti asset legati ai combustibili fossili.
In altre parole, ha sottolineato Finance Watch, questi si svaluteranno, trasformandosi in attivi non recuperabili, i cosiddetti “stranded asset”.
Ciò comporterà delle ovvie perdite per le banche. Buie le previsioni del report, tanto che se aggiungiamo a queste perdite finanziarie i danni cagionati dagli eventi catastrofici indotti dal cambiamento climatico, la conseguente destabilizzazione dell’intero sistema finanziario potrebbe sfociare in un’altra crisi finanziaria.
La situazione delle banche italiane
Le principali banche italiane hanno un’esposizione ad asset legati ai combustibili fossili di circa 17 miliardi di dollari.
Circa 2,3 miliardi di USD, o 3,5 mesi di utili a valere sul risultato del 2021, contribuirebbero a proteggere i contribuenti dal costo di futuri bailout.
L’allarme di Finance Watch
«Poiché i rischi finanziari legati al clima crescono proporzionalmente al tempo di inazione, se in futuro dovessero concretizzarsi in modo improvviso darebbero luogo a una sorta di “effetto Lehman” climatico – ha dichiarato Benoît Lallemand, Segretario generale di Finance Watch. Intanto, complice l’aumento dei tassi d'interesse, gli utili delle banche crescono. In tale contesto, è incomprensibile che le autorità non intervengano tempestivamente in via cautelativa per proteggere i contribuenti dai rischi finanziari legati al clima».
Finance Watch lancia quindi l’allarme. Attualmente i rischi associati agli asset legati ai combustibili fossili sono sottovalutati, in quanto la regolamentazione vigente non obbliga le banche ad accantonare fondi sufficienti a coprire potenziali perdite di valore di questi asset.
Le soluzioni proposte
Per contribuire a risolvere il problema, Finance Watch esorta quindi le autorità normative ad adeguare i requisiti patrimoniali delle banche in base alla loro esposizione ai combustibili fossili. Questo sarebbe un importante punto di partenza per affrontare i rischi finanziari legati al clima che pesano sui bilanci delle banche.
Secondo Finance Watch, gli asset legati ai combustibili fossili dovrebbero essere trattati come asset “più rischiosi”, con conseguente attribuzione di un fattore di ponderazione del rischio del 150% in linea con gli standard di Basilea.
I numeri di Finance Watch
Stando ai nuovi dati del rapporto di Finance Watch, sarebbe necessario un capitale supplementare compreso tra 157,0 e 210,2 miliardi di dollari per le 60 banche globali, ivi incluse le 28 banche considerate d'importanza sistemica per la stabilità finanziaria globale e le 22 principali banche europee in termini di asset. Si tratterebbe di un importo mediamente equivalente a un solo trimestre di utili non distribuiti del 2021.
«Il nostro studio mostra come il rafforzamento dei requisiti patrimoniali per il finanziamento dei combustibili fossili è una misura attuabile con un costo medio pari a 3-5 mesi di utili da parte delle banche, e questa è una stima prudenziale basata su dati disponibili al pubblico per il 2021 – ha commentato Julia Symon, Head of Research & Advocacy di Finance Watch. Il mantenimento degli impegni internazionali sul clima comporterà una significativa perdita di valore per numerosi asset legati ai combustibili fossili».