Wealth Management: gli investitori ricercano più consulenza

EY Global Wealth Report

Incertezza davanti alle turbolenze di mercato ma sostanziale fiducia nei confronti del proprio advisor. La metà dei clienti wealth italiani ha difatti aumentato il numero di incontri con il proprio consulente, per discutere degli eventi di mercato e di come proteggere e conservare le proprie ricchezze, tema centrale per gli UHNWI, anche in ottica di passaggio generazionale.

I dati emergono dalla ricerca EY Global Wealth Research Report, indagine che ogni 2 anni coinvolge i clienti del wealth management: individui e famiglie che detengono un patrimonio netto elevato, fino a 25 milioni di euro, che si rivolgono a un wealth manager.

Una consulenza più intensa

L’attuale scenario economico e geopolitico influenza naturalmente il sentiment dei clienti wealth in tutto il mondo e gli investitori italiani, in particolare, non si sentono pronti a navigare in questa complessità, tanto che solo 2 su 5 ritengono di essere “ben preparati” a raggiungere i propri obiettivi finanziari e il 36% si sente “abbastanza preparato”.

Ecco perché più della metà dei clienti (53%) ha aumentato la frequenza degli incontri con il proprio consulente, con l’89% degli intervistati che vuole parlare di protezione delle proprie ricchezze. Una dimostrazione di come resti salda la fiducia verso il proprio wealth manager, anche quando si parla di correttezza delle commissioni applicate, secondo il report.

ey global wealth report grafico 1

A chi si affidano i clienti UHNWI?

In Italia le banche commerciali e retail sono il punto di riferimento dei paperoni e hanno aumentato la loro quota nel tempo (+10% in 2 anni): oggi quattro investitori italiani su dieci sono loro clienti. Ciò che guida la scelta (per il 75%) è la valutazione della performance degli investimenti, ma agli investitori italiani piace anche diversificare i fornitori, rivolgendosi a più di 2 wealth manager per avere un accesso più rapido ed efficiente ai servizi e ai prodotti di investimento: con ottimi tassi di soddisfazione, pari all’85% per le performance di investimento e all’87% per prodotti e servizi.

Pianificazione finanziaria e pensionistica

L’obiettivo degli investitori italiani, come sottolinea la ricerca, è proteggere e conservare il patrimonio ed emerge preponderante la pianificazione finanziaria e pensionistica, che accomuna il 53% dei clienti. In crescita anche gli strumenti di pianificazione fiscale e di governance, utilizzati rispettivamente dal 49% e dal 31% degli intervistati: per i wealth manager c’è quindi ancora ampio spazio di penetrazione dei servizi non finanziari, in particolare nella gestione dei clienti Executive, nella Longevity e nei servizi di pianificazione intergenerazionale e familiare, ingaggiando i clienti di prima e seconda generazione.

Tuttavia, il 56% dei clienti non è preparato al trasferimento intergenerazionale della propria ricchezza e una larga maggioranza degli eredi italiani (90%) si dichiara molto o abbastanza propenso a continuare a lavorare con lo stesso advisor finanziario del donatore.

Investimenti alternativi: regna il mattone

Cresce intanto l’interesse degli italiani nel raccogliere più informazioni sulle forme alternative di investimento (per il 53%), ma solo il 10% è stato realmente ingaggiato dal proprio advisor su questa tipologia di prodotti.

 

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