EGM, la spinta che mancava: così la riforma del TUF apre la strada alla nuova stagione delle PMI italiane

EGM riforma del TUF
Gianluigi Serafini, Equity Partner GA-Alliance

La riforma del Testo Unico della Finanza, destinata a entrare in vigore nella seconda metà del 2026, rappresenta una svolta per Euronext Growth Milan, il mercato progettato per le PMI ad alto potenziale.

In un Paese ancora fortemente dipendente dal credito bancario, la possibilità per le imprese di accedere al capitale di rischio in modo più semplice e sostenibile assume un valore strategico.

Uno dei punti chiave della riforma è la semplificazione del Documento di Ammissione, che su EGM sostituisce il prospetto previsto nei mercati regolamentati.

La nuova impostazione, coerente con il principio di proporzionalità, riduce gli adempimenti non essenziali e rende la disclosure più mirata, con un alleggerimento dei tempi di preparazione stimato tra il 20% e il 30%.

L’impatto sui costi è significativo: la riforma consente una riduzione complessiva tra il 35% e il 40%, rendendo l’IPO accessibile anche a società intenzionate a raccogliere tra i cinque e i sette milioni di euro, molto al di sotto delle soglie tipiche dei mercati regolamentati.

La qualità del mercato beneficia anche del ruolo più strutturato dell’Euronext Growth Advisor, chiamato a svolgere una due diligence più rigorosa e a guidare l’emittente nella definizione dell’equity story e nella gestione degli obblighi informativi.

Una presenza più forte dell’advisor contribuisce a mitigare le asimmetrie informative e a generare maggiore fiducia negli investitori.

Sul fronte della liquidità, la riforma potenzia la funzione dello Specialist, figura centrale nei mercati per PMI. I dati evidenziano che, nelle società seguite da specialist di elevata qualità, la liquidità aumenta fino al 18% e gli spread bid–ask si riducono di circa il 22%.

Migliora anche la copertura da parte degli analisti, elemento essenziale per attrarre investitori istituzionali, la cui presenza è cruciale per un mercato più stabile e profondo.

A ciò si aggiunge l’impatto dei PIR, tornati a crescere con una raccolta di oltre 1,4 miliardi nel 2023. I PIR generano domanda strutturale su titoli PMI e contribuiscono ad ampliare e stabilizzare il flottante, favorendo nuove ammissioni.

Un ruolo importante viene svolto anche dai fondi di fondi promossi da Cassa Depositi e Prestiti, che possono investire solo in IPO con raccolta superiore ai 10 milioni di euro.

Questo limite crea un effetto selettivo: le operazioni più grandi beneficiano dell’ingresso di investitori istituzionali stabili, con vantaggi evidenti in termini di price discovery e profondità degli scambi; le IPO più piccole, invece, continuano a fare leva principalmente su PIR e investitori retail qualificati.

Si delinea così un mercato a due livelli, entrambi virtuosi, in cui EGM può sostenere sia aziende di dimensione contenuta sia realtà più strutturate.

La riforma del TUF, pur essendo un passo decisivo, non esaurisce il processo di modernizzazione necessario per rendere EGM pienamente competitivo.

In questa direzione si inseriscono le proposte avanzate da AssoNEXT, che chiede un aggiornamento delle definizioni normative per adattarle alle esigenze delle PMI quotate, quorum assembleari più proporzionati, procedure più snelle per OPA e aumenti di capitale e un coinvolgimento più incisivo del risparmio previdenziale e assicurativo.

Centrale è anche l’invito a evitare ogni forma di gold-plating nazionale, mantenendo il quadro regolamentare aderente allo spirito semplificatore del legislatore europeo.

Con l’entrata in vigore della riforma attesa entro pochi mesi, il percorso appare tracciato: EGM può diventare un vero motore di crescita del sistema produttivo italiano.

Se il legislatore saprà completare il quadro con le indicazioni avanzate da AssoNEXT, il mercato offrirà alle PMI un accesso al capitale più moderno, più efficiente e più vicino agli standard europei. Un’opportunità che il Paese non può permettersi di perdere.

 

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