Il 2023 è stato un momento particolare per le cripto ma per il 2024 bisognerà tenere d’occhio l’halving del Bitcoin, la rinascita di Solana, la tokenizzazione e la normativa.
All’inizio dello scorso anno i prezzi delle criptovalute hanno puntato al ribasso, rispetto agli anni precedenti, anche per via dei flussi limitati. Tuttavia, l’anno di 21Shares si è chiuso con volumi maggiori e un incremento del patrimonio netto superiore a 300 milioni di dollari.
Oltre la metà della raccolta è legata all’ultimo trimestre dell’anno, per via della crescita di interesse attorno all’ETF Bitcoin spot negli Stati Uniti.
Bitcoin: al primo posto per flussi
Per flussi di mercato, al primo posto 21Shares colloca l’ETP Bitcoin (con 3,3 miliardi di AuM), al secondo posto Solana (800 milioni in AuM negli ETP), al terzo Ethereum (884 milioni).
E nell’ultimo periodo dell’anno sono aumentate le attività su ALTCoin come Ripple e Lido DAO.
Mercato secondario in Europa per 21Shares
Lo spread è la prima indicazione di liquidità di un ETP e rappresenta la facilità con cui può essere comprato o venduto.
Secondo le analisi di 21Shares, per quanto riguarda i migliori Bid/Ask Spread in pb, troneggia il Bitcoin, protagonista di 4,20 milioni di scambi quotidiani nel dicembre 2023.
In totale gli ETP di 21Shares scambiati sul mercato secondario hanno raggiunto 1,44 miliardi di dollari nel 2023.
Il mercato europeo, tuttavia, è molto frammentato e questo impatta anche sugli spread, portandoli al rialzo.
2024: quattro cose da tenere d’occhio
1. L’halving del Bitcoin: ogni 4 anni la criptovaluta subisce uno shock di liquidità, seguito da periodi di full market. L’arrivo è previsto per aprile 2024;
2. La (ri)nascita di Solana. Questa criptovaluta ha perso molti sostenitori durante il 2023 ma, verso la fine dell’ultimo trimestre dell’anno, è risorta dalle ceneri e nel 2024 potrebbe essere la cripto capace di sfidare Ethereum come centro di liquidità, in quanto capace di promuove un numero molto alto di transazioni e a un prezzo più basso;
3. DeFI e Tokenizzazione. Nel 2024 si assisterà a enormi sviluppi, anche regolamentari, che porterà a un ulteriore sviluppo della tokenizzazione anche nel real world asset, come l’immobiliare o l’arte;
4. Normativa: in Europa è tutto pronto per la MiCAr, ma la concorrenza normativa prosegue tra diversi Paesi, dagli Stati Uniti, passando per il Regno Unito e Hong Kong. Questi ultimi due hanno proposto quadri regolamentari per diventare hub di criptovalute e attirare nei loro Paesi le società attive nel mondo crypto.
Si può investire nell’ETF Bitcoin spot?
Come spiega Massimo Siano, Managing Director e Responsabile per il Sud Europa di 21Shares: «nessuna banca o cliente finale presente in Europa può comprare gli ETF quotati sulla borsa americana.
Tuttavia manca una visione di lungo termine negli investitori istituzionali europei, come ad esempio i fondi pensione o le Sgr, che fino a ora hanno assolutamente ignorato il mondo delle criptovalute, fatta eccezione per qualche family office e banca privata.
Tutto ciò, nonostante il vantaggio della regolamentazione europea, che permette di investire in queste asset class, e le performance decennali del Bitcoin, capace di superare due cripto inverni».