ITALIA

COVIP: sono quasi 10 milioni gli iscritti alla previdenza complementare

COVIP: sono quasi 10 milioni gli iscritti alla previdenza complementare

Mario Pepe, Presidente della COVIP

Più iscritti, maggiori contributi ma sempre meno fondi pensione. In 25 anni i fondi pensione sono passati da 618 a 151 unità, secondo la Relazione Annuale sull’attività svolta dalla COVIP nel 2024.

Nel dettaglio, le forme pensionistiche operative in Italia sono complessivamente 291, suddivise così: 33 fondi negoziali, 38 fondi aperti, 69 Piani Individuali Pensionistici (PIP) e 151 fondi pensione preesistenti.

Gli iscritti alla previdenza complementare

Gli iscritti alla previdenza complementare sono circa 9,8 milioni, con una crescita del 4% rispetto all’anno precedente.

La distribuzione geografica e di genere mostra un forte divario: gli uomini rappresentano il 61,6% degli iscritti, mentre le donne il 38,4%.

La concentrazione per fascia di età evidenzia un’attenzione maggiore verso soggetti tra i 35 e i 55 anni, anche se il peso dei giovani sotto i 34 anni è salita dal 17,6% del 2019 al 19,9% nel 2024.

Risorse, contributi e prestazioni

Il comparto della previdenza complementare in Italia si conferma come un pilastro fondamentale del sistema di welfare, con risorse che nel 2024 superano i 243 miliardi di euro (+8,5% rispetto al 2023), soprattutto per la dinamica positiva dei mercati finanziari.

Le risorse accumulate sono pari all’11,1% del PIL e al 4% delle attività finanziarie delle famiglie italiane.

I contributi incassati nel 2024 ammontano a 20,5 miliardi di euro (+7%). Questi contributi provengono soprattutto dalle attività dei fondi negoziali (7,1 miliardi, +9%), dai fondi aperti (3,3 miliardi, +6,8%), dai PIP “nuovi” (5,3 miliardi, +4,7%) e dai fondi preesistenti (4,6 miliardi, +7,4%).

Nel dettaglio, sulle posizioni dei lavoratori dipendenti sono stati versati 17 miliardi di euro di contributi, in crescita di 1,3 miliardi rispetto al 2023. Di questi, 8,6 miliardi di euro riguardano quote di TFR; 5,3 miliardi di euro sono contributi a carico dei lavoratori e 3,1 miliardi di euro contributi dei datori di lavoro.

Per i lavoratori autonomi sono confluiti versamenti per 1,7 miliardi di euro, stabili rispetto al 2023. Gli iscritti versanti nel 2024, escludendo dal computo i PIP “vecchi”, sono 7 milioni, il 72,3% del totale.

La contribuzione media di tali iscritti è di 2.890 euro; è più alta per i lavoratori dipendenti (2.990 euro), che possono beneficiare anche dei flussi di TFR, rispetto ai lavoratori autonomi (2.720 euro).

Il gender gap si conferma anche guardando all’importo della contribuzione versata. I contributi medi degli uomini superano di circa un quinto quelli delle donne (3.080 contro 2.590 euro); il divario tende ad allargarsi al crescere dell'età.

Nelle regioni del Nord e in alcune del Centro le contribuzioni medie sono più elevate, con punte che sfiorano i 3.600 euro, il doppio rispetto a molte regioni del Mezzogiorno.

Gli iscritti non versanti, pari a circa 2,7 milioni, sono più frequentemente presenti nelle forme di mercato e tra i lavoratori autonomi.

Nel 2024 le uscite per la gestione previdenziale ammontano complessivamente a 13,2 miliardi di euro. 

Le prestazioni pensionistiche sono state erogate in capitale per 5,2 miliardi di euro e in rendita per 361 milioni di euro. I riscatti sono stati pari a 2,1 miliardi di euro e le anticipazioni a 2,7 miliardi di euro.

Nell'anno sono stati pagati circa 2,4 miliardi di euro di rendite integrative temporanee anticipate (RITA), per lo più dai fondi pensione preesistenti.

Performance e diversificazione degli investimenti

Nel 2024, i mercati finanziari italiani hanno evidenziato una dinamica positiva, sostenuta dal calo dell’inflazione e dall’allentamento delle politiche monetarie principali.

I rendimenti, al netto di costi e fiscalità, sono stati quindi positivi per tutte le tipologie di comparto: gli impieghi più redditizi si sono registrati nelle linee azionarie, con rendimenti medi annui fino al 12,9% nei PIP, e oltre il 10% nei fondi negoziali e aperti.

Le quote di fondi di investimento e di OICR costituiscono rispettivamente il 22,7% e il 16,2% del totale, mentre i depositi rappresentano il 3,7%.

La crescente attenzione al sistema Italia si traduce in un aumento degli investimenti domestici, che ammontano a circa 40,1 miliardi di euro, pari al 19,3% del totale, con investimenti in titoli di Stato, obbligazioni e immobili.

Un importante trend riguarda la diversificazione su scala internazionale. Nonostante l’ampia esposizione globale, cresce il coinvolgimento di fondi pensione italiani in strumenti non quotati e fondi alternativi come private equity, private debt e infrastrutture, partecipando anche a iniziative di investimento congiunte che sostengono l’economia italiana e la produttività del Paese.

Vigilanza COVIP: sfide e opportunità

Nel 2024, l'attività di vigilanza svolta dalla COVIP ha previsto circa 260 interventi, di cui un terzo riguardanti gli assetti ordinamentali e un altro terzo i profili di trasparenza delle forme pensionistiche.

Sono stati condotti circa 90 incontri con i soggetti vigilati e realizzate verifiche ispettive su 21 forme pensionistiche complementari.

Le attività hanno anche incluso risposte a quesiti, riscontri agli iscritti e l’esame di esposti, al fine di garantire la correttezza, la trasparenza e la gestione sana delle pratiche nel settore.

Inoltre, dalla relazione COVIP emerge come resti fondamentale semplificare e razionalizzare il sistema di controllo delle casse di previdenza (nel 2024 le attività detenute dalle casse di previdenza ammontano a 124,7 miliardi, vs 114 miliardi del 2023), attualmente troppo frammentato e complesso, anche rafforzando i poteri della COVIP.

La missione di garantire una gestione sana, prudente, trasparente e corretta richiede un’efficace disciplina dei controlli e risorse umane e finanziarie adeguate.

Tuttavia, la presenza di un vincolo normativo che limita il trattamento economico del personale della COVIP rende difficile il reperimento di nuove professionalità e competenze.