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Private Banking e longevità, quali le sfide del futuro?

Private Banking e longevità AIPB

Andrea Ragaini, Presidente AIPB

Vivere meglio e più a lungo. Un'opportunità, certo, ma soprattutto una sfida in modo particolare per il settore del private banking che, all'interno di queste dinamiche, muove i propri passi come industria. Come noto, a livello globale si stanno affrontando delle trasformazioni demografiche senza precedenti, caratterizzata da un graduale incremento della longevità della popolazione.

Da queste premesse muove il report “Il Private Banking in un mondo più longevo” realizzato dall’Associazione Italiana Private Banking (AIPB) e KPMG, presentato nel corso di un convegno.

Contesto demografico generale

La dinamica demografica è una delle sfide globali più importanti. L’aumento della longevità rappresenta un fenomeno strutturale, con rilevanti implicazioni economiche e sociali.

Si guardi in modo particolare all’Italia che ha una delle popolazioni più longeve al mondo: su 59 milioni di persone a fine 2023, oltre 14 sono over 65 (24% del totale). Un numero che si avvicinerà ai 19 milioni entro il 2040 (32,4%), come riportato dalla ricerca.

L’aspettativa di vita è prevista passare dagli attuali 83 a 84,5 anni nel 2040, ne consegue anche un prolungamento dell’aspettativa di vita a 65 anni, pari a quasi 21 anni nel 2023, di cui 10 in buona salute e senza particolari limitazioni nelle attività quotidiane.

Il passaggio generazionale

La pianificazione patrimoniale di lungo periodo e il supporto alla soddisfazione dei bisogni e dei progetti di vita ricopriranno un ruolo cruciale nell’evoluzione del private banking. Come riporta l'Annuario Generale Private Banking di AIPB redatto nel 2024, questa industria, in Italia, gestisce i patrimoni di quasi 700mila famiglie e il 38% della ricchezza finanziaria investibile, rendendola tra quelle più esposte ai rischi e alle opportunità derivanti dai cambiamenti demografici in atto.

Il report riporta anche le risposte alla survey AIPB – Bva Doxa dal titolo "Indagine sulla clientela Private in Italia", secondo il quale c'è una diffusa consapevolezza dell’importanza di pensare al futuro tra i clienti private (l'81% dei rispondenti) con bisogni e progetti di vita articolati; salute e cura (il 61%), mantenere il proprio stile di vita (il 60%), oppure cogliere nuovi progetti professionali e imprenditoriali (il 35%). Ma tra questi, chi si è davvero attivato e ha pensato a soluzioni per la gestione finanziaria e non di lungo periodo è solo il 20%.

Inoltre, tra gli altri, un dato dell'ISTAT emerge con forza: il private banking si trova a gestire i patrimoni di cinque generazioni differenti, oltre a quelli di un elevato numero di persone senza eredi. Nei prossimi anni AIPB stima un importante spostamento di ricchezza verso le generazioni più giovani, previsto in oltre 180 miliardi di euro entro il 2028 e oltre 300 miliardi entro il 2033.

Le sfide per l'industria

Secondo lo studio, per i professionisti, vi è una consapevolezza del settore in merito al crescente valore generato dall’ingaggio del cliente sui bisogni e l’importanza di fidelizzarlo per tempo, ma non sono ancora stati sviluppati del tutto gli strumenti e i sistemi di ascolto e vi sono, quindi, dei gap da colmare. Solo il 28% degli operatori, infatti, ha individuato e sviluppato approcci e servizi specifici per la longevità, mentre circa la metà sta progettando di farlo.

Oggi, come emerge nel corso del panel, l’ingaggio si focalizza prevalentemente sulla pianificazione della successione non privilegiando ancora l’ottimizzazione dell’allocazione del patrimonio di lungo periodo, dell’intero nucleo.

Nel rapporto tra cliente e banker torna ancora troppo poco spesso il concetto di "lungo periodo". Soltanto il 14% dei professionisti si sente confidente nel trattare con competenza questo tema e due su tre ritengono che potrebbero farlo meglio. I banker chiedono di avere più strumenti per instaurare un dialogo più profondo con il cliente: in primo luogo la formazione su aspetti tecnici (46%), poi il supporto di un esperto (44%) e una piattaforma dedicata a questi temi (44%).

Quali le possibili soluzioni?

In conclusione, per una pianificazione patrimoniale di lungo periodo saranno necessarie anche nuove soluzioni e servizi da parte del private banking. Quali misure dovranno adottare i player per guidare il cambiamento?

In primis verrà richiesto un approccio rivolto a tutti i clienti, perché la longevità riguarda tutti i clienti della Banca, non solo gli over 65. In secondo luogo bisognerà lavorare su una pianificazione di lungo periodo e proposizione innovativa.

Importante sarà anche sviluppare un team di lavoro multigenerazionali e multispecialistici nonché adottare un nuovo approccio consulenziale e nuovi modelli di ingaggio dei Private Banker per guidare l’evoluzione della rete.

Infine lo studio punta l’accento sulla necessità di una nuova cultura aziendale a tutti i livelli, dal centro alla rete, quale fattore abilitante per indirizzare la trasformazione e cogliere le opportunità della longevità.

Secondo Andrea Ragaini, Presidente AIPB, «la Longevità è al tempo stesso un'opportunità e una sfida: per vivere bene un periodo di tempo più lungo diventa necessario iniziare a pensare ai bisogni che si avranno in età avanzata sin dalla giovane età.

Si tratta di una rivoluzione culturale con forti implicazioni finanziarie, poiché inserisce la demografia tra i fattori rilevanti nelle scelte di investimento; ma è anche una opportunità straordinaria per il Private Banking, che già oggi gestisce 5 generazioni di clienti e che può indirizzare nel tempo con gradualità e dolcezza i loro progetti promuovendo scelte razionali alla luce di bisogni specifici nelle diverse fasi della vita.

Oggi l’81% dei clienti Private pensa al futuro, anche guardando avanti nei decenni, ma solo il 20% ha scelto soluzioni di natura finanziaria tenendo conto dei bisogni di lungo periodo. Le competenze sviluppate dall’industria del Private Banking possono aiutare la clientela a prendere decisioni efficaci ed efficienti rispetto ai temi sollevati da un’esistenza più longeva».

«La Longevità è una grande opportunità. Persone che vivono più a lungo e godono di buona salute hanno bisogni e progetti di vita da soddisfare e tutti i settori sono chiamati a rinnovare la propria mission.

La chiave per il successo è comprendere che la Longevità è un percorso che riguarda tutte le fasce d’età e tutte le generazioni. Bisogna parlare di Longevità ai giovani e dell’importanza di pianificarla per tempo; allo stesso tempo è necessario soddisfare i bisogni dei longevi e supportare tutte le generazioni nei progetti di vita.

Il Private Banking può farsi propulsore della diffusione di una nuova narrativa sulla Longevità», aggiunge Giulio Dell’Amico, Partner KPMG, Head of Asset & Wealth Management.