Unirec: la mini-apertura nei crediti erariali è un’occasione da cogliere

Unirec: la mini-apertura nei crediti erariali è un’occasione da cogliere
Cristian Bertilaccio, Presidente di UNIREC

42 miliardi su un totale di oltre 1.200. È questo il reale perimetro della tanto commentata “apertura ai servicer privati” della gestione dei crediti erariali, che riguarda infatti solo i tributi locali.

Non solo: come racconta Cristian Bertilaccio, Presidente di Unirec, allo stato attuale l’articolo 118 della proposta di Legge di Bilancio 2026 prevede sì l’accentramento delle gare presso Amco, ma consente la partecipazione solo ai servicer privati ex art. 53, cioè quelli già iscritti all’Albo dei Riscossori.

«Allo stato attuale – spiega Bertilaccio – non è chiarito il ruolo delle aziende ex 115 TULPS presenti nella sezione II dell’Albo dei Riscossori, quella riservata alle imprese che svolgono attività propedeutiche e di supporto alla riscossione».

Insomma, al momento la gran parte del mondo delle 200 aziende iscritte a Unirec, ricadenti nelle società con licenza ex art. 106 TUB, 114TUB e 115 TULPS, non avranno modo di partecipare al recupero del magazzino di crediti dello Stato. Anche un apposito emendamento sul tema non è stato accolto.

«Le competenze maturate dai nostri Associati nell’ultimo decennio sono una risorsa preziosa da mettere al servizio dello Stato– osserva Bertilaccio. In ambito bancario, siamo passati da 341 miliardi di NPE presenti nei bilanci delle banche nel 2014 ai circa 48 miliardi di oggi. Abbiamo dimostrato che processi industrializzati, innovazione tecnologica e specializzazione danno risultati importanti. Siamo in grado di analizzare e gestire i portafogli di crediti, di clusterizzarli, di individuare mediante scoring la strategia di recupero più adatta per massimizzare la performance. E abbiamo competenze specialistiche, dalla phone collection alla esazione domiciliare, così come nel legal».

Chiariamoci: le novità in arrivo sono un primo, importante passo per la gestione dei crediti erariali. «La centralizzazione è un’ottima cosa – commenta Bertilaccio. AMCO potrà razionalizzare l’accesso alle gare, standardizzare i capitolati e creare procedure di gestione omogenee. Per gli operatori, interagire con un singolo soggetto strutturato è molto più efficiente che intrattenere decine e decine di rapporti frammentati con enti territoriali».

«Parliamo di 42 miliardi, di cui circa 27 riconducibili a enti comunali e la quota restante ad altri enti territoriali, per un totale di oltre 110 milioni di singoli crediti – prosegue Bertilaccio. Si tratta di una quantità enorme di crediti, per un valore medio decisamente basso, qualche centinaio di euro. Senza fare concorrenza ai riscossori, penso che le aziende Unirec potrebbero fornire il loro contributo, grazie a competenze specifiche nello small ticket e nella phone collection, ad esempio».

L’apertura al mondo dei servicer privati permetterebbe anche di portare l’esperienza maturata nella gestione degli NPL bancari nel perimetro dei crediti erariali, stimolando l’innovazione.

«Guardare i portafogli dall’interno permetterebbe di capire come intervenire su procedure e legislazione – osserva Bertilaccio. A inizio 2026 entra in vigore il d.lgs. 33/2025, il Testo Unico in materia di versamenti e riscossione fiscale, che introduce l’iscrizione a ruolo anche sui crediti di natura non tributaria, in alternativa alla ingiunzione fiscale, favorendo così una riduzione significativa delle tempistiche di gestione. pi. Ma restano ancora molti ambiti su cui lavorare. Il DPR 602/73, ad esempio, non prevede la possibilità di accordi di “saldo e stralcio”: lo Stato o recupera il 100% o recupera 0. Si potrebbe fare una riflessione sulla revisione di questa norma, alla luce delle prassi operative adottate negli anni nella gestione degli NPL del settore bancario».

E poi c’è la questione dei dati, «perché conosciamo poco i portafogli dei crediti erariali – continua Bertilaccio. Non sappiamo se il patrimonio informativo è sufficiente o se va integrato. Ed è quindi difficile stimare quanto sia possibile recuperare. Il mondo dei servicer è abituato a lavorare per cluster legati all’effettiva probabilità di recupero, anche in termini provvigionali: il servicer percepisce una provvigione minore sulle posizioni più semplici, e viceversa per quelle più complesse. Una partnership pubblico-privato potrebbe aprire ai nostri servicer una serie di banche dati e informazioni, migliorando le performance di recupero. E questo a tutela anche di cittadini e aziende: l’esperienza negli NPL, maturata dal 2015 a oggi, ci ha insegnato che servono tempestività e prevenzione. Intervenire rapidamente permette di fare un recupero soft, facilitando la risoluzione del problema anche per il debitore».

La platea di debitori nei confronti dello Stato è sterminata: circa 21,8 milioni di cittadini.

«Le aziende Unirec incontrano moltissimi italiani per recuperare debito privato, dalle bollette alle rate dei finanziamenti – osserva Bertilaccio – bisogna evitare che i debiti verso lo Stato, i tributi insomma, vengano considerati meno prioritari. Dal 2014 il Forum Unirec-Consumatori lavora sulle best practice del recupero, con un Codice di Condotta che rappresenta un unicum a livello europeo e che è in continua evoluzione anche per recepire e regolare l’uso dell’intelligenza artificiale. Offriamo quindi alle aziende private uno standard che tutela i cittadini».

E proprio l’educazione finanziaria è al centro dell’azione di Unirec per i prossimi anni.

«Insegnare l’uso del denaro è un tema chiave in questo momento – conclude Bertilaccio – specie di fronte alla disinformazione che imperversa sui social. Educare alla gestione corretta del denaro permette di prevenire l’eccessivo debito, ma anche facilitare il risparmio e l’indipendenza economica, ad esempio quella femminile. Lavoreremo moltissimo su questo tema, comunicando con i consumatori. Che, vale la pena ricordarlo, sono allo stesso tempo anche cittadini».

 

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