Lo studio di Cribis

Sud e Isole doppiano il Nord sui pagamenti in ritardo grave

Pagamenti imprese ritardi gravi

Aumenta il numero di aziende che pagano le fatture oltre i 30 giorni di ritardo.

Un dato in leggera crescita, secondo lo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF.

I valori Q4 2023

I valori di Q4 2023 sono sostanzialmente in linea con quelli del trimestre precedente: nessuna variazione sui pagamenti regolari (41,1%) e una lieve diminuzione dei ritardi entro i 30 giorni (49,3% contro il 49,5%).

A crescere sono i ritardi che superano i 30 giorni, che salgono dal 9,4% al 9,6%.

In generale, le istantanee trimestrali scattate da CRIBIS nel corso del 2023 mostrano, a fronte di una stabilizzazione del numero dei pagamenti puntuali, una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza, che passano dal 9,1% alla fine del 2022 (Q4 2022) al 9,6% alla fine del 2023, dato migliorativo rispetto alla fine del 2019 (10,5%).

Male Sud e Isole

Dall’analisi sulle macro-aree geografiche il Nord Est risulta l’area più affidabile con il 47,7% di pagamenti regolari, mentre le imprese del Sud e Isole mostrano un comportamento meno virtuoso con solo il 28,6% di pagamenti effettuati alla scadenza, uno scarto di 19,1% punti percentuali.

Bene Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto, le cui imprese pagano entro scadenza, rispettivamente nel 51,4%, 48,8% e 47,6% dei casi, mentre ci sono maggiori criticità per Campania (28,5%), Calabria (25%) e Sicilia (23,1%).

Un focus sui settori

A livello di settori merceologici, rispetto al trimestre precedente i ritardi gravi delle industrie chimiche risultano in peggioramento registrando un incremento del 19,5% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza, seguite dalle industrie della carta che segnano un +17,2%.

Peggiorativi rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente il settore delle costruzioni (+25% vs Q4 2022), l’industria chimica (+16,7%) e gli installatori (+14,3%).
In termini assoluti, i comparti più sofferenti sono quelli della ristorazione (19,9% dei pagamenti oltre i 30 giorni dalla scadenza), delle industrie alimentari (12,3%) e della GD/DO (12,2%).

Agli estremi opposti le industrie dei macchinari, attrezzature elettriche ed elettroniche (4,1%), quelle della carta (3,4%, nonostante il succitato aumento dei ritardi), e le industrie della gomma (3,1%).

Situazione generale stabile

«Il 2023 è stato caratterizzato da variabili che hanno impattato negativamente sull’economia italiana, tra cui i conflitti internazionali, l’inflazione e l’andamento dei tassi. Nonostante queste condizioni avverse, i dati sui pagamenti mostrano una situazione stabile rispetto all’anno precedente e in miglioramento dal 2019.

Ci auguriamo che questo trend prosegua anche nel 2024 in modo da contribuire ad aumentare la competitività delle nostre aziende e del nostro Paese», commenta Marco Preti, Amministratore Delegato di Cribis.