La domanda di factoring da parte di aziende in difficoltà finanziaria rappresenta, solo in Italia per il 2024, un mercato potenziale di 40 miliardi di euro. Tuttavia, il factoring a sostegno delle imprese in crisi è ancora scarsamente utilizzato.
Questi i dati che emergono dal report “Il Factoring come Strumento per il Rilancio delle Imprese in Crisi” redatto da Deloitte in collaborazione con Assifact e presentato in UniCredit.
I numeri
Lo studio mette a fuoco il numero di aziende a elevato rischio di credito o in situazione di vulnerabilità finanziaria: a fine 2023 potrebbero superare il 50% del totale, rispetto a circa il 42% del 2019. Sale anche il tasso di deterioramento dei crediti: secondo le previsioni raggiungerà il 3,8% nel 2023 dal 2,3% del 2022.
Eppure il factoring come strumento anti-crisi fatica a decollare. Come evidenzia lo studio, nel 2022 il volume d'affari complessivo in Italia del factoring si è attestato intorno a 3 miliardi di euro. Un dato che apre ampi spazi di sviluppo per l'entrata sul mercato di nuovi operatori.
Il mercato del factoring per le imprese in crisi oggi è focalizzato su clienti di medie e grandi dimensioni: 70% del totale imprese, che generano il 95% del volume d’affari (il 78% concentrato nel settore manifatturiero).
L’offerta in Italia
Dal punto di vista dell'offerta, il mercato è caratterizzato dalla presenza di ancora pochi operatori, classificabili in due tipologie principali: i player specializzati in operazioni verso imprese in situazioni di pre-crisi e crisi e player generalisti, che operano in contesti distressed in maniera residuale.
Nonostante si muovano in situazioni di crisi, le società specializzate riescono a gestire efficacemente il rischio di credito, mostrando una quota di crediti deteriorati sul portafoglio distressed in linea con il factoring tradizionale.
La sola liquidità non basta
«Il factoring – conferma Alessandro Carretta, Professore nell’Università di Roma Tor Vergata e Segretario Generale di Assifact – ha dimostrato la sua capacità di essere sempre più al fianco delle imprese, sia nelle fasi di crescita del mercato sia nelle situazioni di congiuntura economica negativa, e di svolgere un ruolo di sostegno della liquidità, che si rivela utile anche per le imprese in difficoltà finanziarie.
Ma la liquidità da sola, spesso, non basta: le società di factoring svolgono un ruolo di vero e proprio partner strategico, supportando la gestione dei crediti commerciali, ottimizzando la struttura finanziaria dell’impresa, valorizzando e sviluppando le relazioni di filiera. Nel caso delle imprese in difficoltà, la società di factoring può inoltre svolgere il ruolo di regista del risanamento, in sinergia con gli altri attori coinvolti».
Perché il factoring è uno strumento efficace?
Secondo Deloitte, il factoring rappresenta una soluzione efficace non solo per sostenere il rilancio delle aziende in distress finanziario, ma anche per prevenire rischi di dissesto nelle situazioni precedenti alla crisi.
Alcune caratteristiche del factoring consentono di garantire l'accesso a nuova liquidità tramite l'anticipo dei tempi di incasso e la valorizzazione dei crediti commerciali.
Grazie alla leva sul proprio portafoglio di crediti, con il factoring le imprese in tensione finanziaria possono ridurre il rischio dell'operazione di finanziamento e beneficiare così di condizioni economiche più vantaggiose rispetto ad altre fonti di credito. Inoltre, le società di factoring possono svolgere un ruolo essenziale nell'accompagnare l'impresa nel percorso di risanamento, garantendo la gestione del ciclo attivo e delle forniture e riducendo rischio di credito, insoluti ed eventuali pignoramenti.