PNRR: i player finanziari acceleratori della “rivoluzione verde”

pnrr transizione energetica

Benvenuti a questo episodio di #define banking Next, la serie di podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca realizza insieme a CRIF. Oggi parliamo di transizione green e di PNRR, un tema diventato ancora più di attualità dopo le vicende geopolitiche delle ultime settimane.

Ne parliamo con la nostra ospite di oggi, Gaia Cioci, Senior Director di CRIF.

banner episodi podcast

AG. Negli ultimi due anni, abbiamo visto salire i prezzi delle materie prime, a causa della crescente domanda di elettrodomestici, computer e smartphone. Vediamo anche i prezzi dei prodotti alimentari, come il grano e il caffè, aumentare a causa del cambiamento climatico e del contesto geopolitico molto difficile in cui ci troviamo da alcune settimane. Le catene di produzione dell'Unione Europea devono anche fare fronte all'aumento dei prezzi dell'energia associato all'attuazione della politica climatica dell'UE, e ora anche a una situazione geopolitica molto complessa. Cosa potrebbero significare questi trend di mercato per le aziende italiane?

GC. Le dinamiche di mercato a cui stiamo assistendo sono un'ulteriore spinta verso una transizione verde e sostenibile non più rimandabile e che deve coinvolgere tutto il sistema produttivo.

I player finanziari possono dare un forte contributo per favorire il diffondersi di una consapevolezza green attraverso lo sviluppo di prodotti di finanza verde e per promuovere percorsi green nelle aziende italiane.

Quanto più le banche sono in grado di valutare l’impatto ambientale, sociale e di governance delle iniziative promosse dalle controparti, tanto più potranno premiare i progetti realmente meritevoli.

L’opportunità di erogare finanziamenti green passa attraverso la capacità di riconoscere il livello di sostenibilità delle controparti e delle loro iniziative ESG, integrando le classiche dimensioni di analisi del merito creditizio con quelle relative ai criteri di sostenibilità.

I Green Loans, ad esempio, possono favorire la transizione sostenibile per circa l’80% delle società di capitale italiane e un rating che prende in considerazione i criteri ESG consente sicuramente di affinare la distribuzione delle contropparti e risponde alla necessità effettuare una corretta analisi dell’adeguatezza dell’impresa verso i fattori ESG affinché possano essere individuate e premiate le aziende più virtuose.

Per potere costruire metriche ESG i player finanziari necessitano di un mix tra competenze, analytics e soprattutto un patrimonio informativo “ready to use” utili per verificare la sostenibilità dell’impresa e anche quali prodotti di finanza sostenibile possono essere più efficaci, in particolare per le PMI che sono le aziende più assogettate ai piani di transizione ecologica.

CRIF ha sempre avuto una forte attenzione al tema della sostenibilità, perché crede che sia un fattore chiave per la creazione di valore futuro. Per questo motivo, grazie al suo patrimonio informativo che si basa su più di 40 diverse fonti di dati e diversi miliardi di dati gestiti, può favorire l’integrazione dei fattori ESG all’interno dei propri modelli di business e sostenere la ripartenza sostenibile del Paese.

Più nel dettaglio, lo score ESG, sviluppato da CRIF con tecniche di machine learning e il know-how di CRIF Ratings su un patrimonio informativo di oltre 130 KPI derivati da informazioni pubbliche tradizionali e non, consente di valutare l’adeguatezza e il posizionamento dell’azienda per ogni fattore (E, S e G) per tutte le oltre 5 milioni di aziende italiane.

Il recente studio di CRIF “Imprese Controvento” - l’osservatorio sul comparto manifatturiero italiano pubblicato da CRIF e Nomisma a febbraio 2022 - ha evidenziato come sotto l’aspetto della sostenibilità quasi due terzi delle imprese Controvento presentano un profilo ESG quantomeno adeguato.

AG. Anche il framework regolamentare è sempre più attento all’adeguatezza ESG, al rischio fisico e al rischio di transizione. E questa attenzione non riguarda solo l’impresa, ma l’intera catena dei fornitori, è così?

GC. Sì, perché si avvii una transizione verso un modello economico sostenibile è importante che le iniziative di finanza verde non si fermino alla singola impresa, ma si estendano lungo tutta filiera, individuando le imprese Capo filiera e ricostruendone la supply chain al fine di favorire e promuovere il nascere di percorsi produttivi più sostenibili e circolari.

Si pensi che fino al 90% dell'impatto ambientale di un’azienda è determinato proprio dai fornitori stessi.

È importante capire che quello della sostenibilità non è un tema transitorio, è un nuovo paradigma che riguarda l’intera attività produttiva. Per questo motivo diventerà sempre più stringente comunicare quel che a livello di singola azienda si sta facendo per rispettare i principi ESG.

Nell’aspirazione di supportare player finanziari e aziende, CRIF e Cribis recentemente hanno sviluppato la piattaforma Synesgy, la prima rete globale per promuovere e aumentare la consapevolezza green di tutti gli attori del sistema produttivo.

AG. Abbiamo sentito parlare molto della necessità di dati affidabili e standardizzati come “guida” per la transizione ESG sia per le imprese sia per il sistema creditizio e finanziario. Puoi darci qualche esempio di come funziona, nella pratica, questa piattaforma? Come possono utilizzarla le aziende e perché dovrebbero farlo, per ottenere quale beneficio?

GC. Synesgy è la piattaforma digitale attraverso la quale, per mezzo di un questionario di autovalutazione, le aziende possono ottenere la propria adeguatezza da una prospettiva ESG. E alla fine del questionario ogni azienda riceve un certificato Synesgy.

La metodologia della piattaforma si basa su standard internazionali di sostenibilità come la Global Reporting Initiative, il Global Compact delle Nazioni Unite, il Carbon Disclosure Project e le Taxonomy Guidelines.

Synesgy mira a promuovere l'adozione di politiche sostenibili all'interno dei modelli di business delle aziende, che sulla base dei risultati del questionario possono tracciare un percorso equilibrato verso la sostenibilità, migliorando le performance economiche e la loro redditività, ma sempre nel rispetto dell'ambiente.

Synesgy mette a disposizione una dashboard, dei KPI e uno Score ESG che aiuteranno a mettere sotto controllo i rischi operativi e a gestire al meglio la propria supply chain.

AG. La rivoluzione verde e la transizione ecologica sono anche tra le missioni del PNRR. Anche alla luce del momento non facile che stiamo vivendo, quale ruolo possono giocare i player finanziari per favorire questa trasformazione?

GC. Rivoluzione verde e transizione ecologica non sono solo alcuni temi del PNRR, ma i principali, visto che il 37% della totalità dei fondi è destinato a supportare l'innovazione sostenibile e la transizione verde delle imprese: tra investimenti sull’energia rinnovabile, sulla mobilità sostenibile e sull’efficienza energetica.

Sappiamo che le imprese di solito non godono delle giuste competenze e del tempo per trovare i punti d’accesso a questi fondi disponibili per la trasformazione sostenibile.

Quindi questa è un'opportunità per gli attori finanziari, che possono applicare le loro competenze e aiutare le imprese italiane a tradurre le politiche del PNRR in reali opportunità di ammodernamento.

Fornire credito è sempre stato il ruolo tradizionale degli attori finanziari, ma ora potranno assumere un nuovo ruolo – quello di advisory, dalla diffusione di cultura fino al supporto all’aziende per l’accesso ai fondi.

CRIF e Credit data research (CDR) hanno sviluppato la soluzione “PNRR Journey”, una piattaforma di informazioni, analytics e score che permette di condurre ricerche approfondite sulle aziende e trovare quelle che soddisfano le caratteristiche richieste dai bandi del PNRR.

La “PNRR Journey” è una piattaforma unica e distintiva che parte dall’individuazione digitale delle imprese “PNRR Eligible” (Margò) fino all’identificazione dei bandi riportati nel dettaglio (CRIBIS Radar), il tutto attraverso il supporto di professionisti specializzati per l’advisory (Credit Data Research Italia) e la formazione (CRIF Academy) sia nei confronti dei gestori delle realtà finanziarie sia delle imprese.

CRIF e CDR hanno più di 25 anni di esperienza nell'individuazione dei bandi e un team dedicato di professionisti in 12 sedi in tutta Italia che utilizzano il ricco patrimonio informativo CRIF per sostenere gli attori finanziari nel loro ruolo di advisory.

È importante aumentare la sostenibilità e promuovere la resilienza del sistema economico, ma è anche necessario garantire una transizione ambientale equa e inclusiva, premiando le iniziative sostenibili: fare in modo che le aziende diventino tutte meritevoli e accompagnarle per non perdere le opportunità offerte dal PNRR.

AG. Però esiste anche il rischio di transizione, che potrebbe colpire economicamente molte aziende italiane, come può essere affrontata questa problematica dal punto di vista di CRIF?

GC.Sì, purtroppo il rischio di transizione esiste, tenendo conto anche del fatto che il livello di sostenibilità è profondamente diverso a seconda dell’area geografica, le regioni del Nord Italia, soprattutto il Nord-est appaiono decisamente più avanti rispetto alle imprese del Sud e delle Isole.

E le regioni meridionali risultano quelle meno virtuose e quindi potrebbero essere più esposte ai rischi di transizione.

Per questo motivo la struttura di consulting di CRIF ha sviluppato un modello “bottom up” che trasforma le previsioni sulle variabili macroeconomiche e climatiche attese per i prossimi anni in una stima di come si modificheranno i ricavi, i costi operativi e gli investimenti delle diverse imprese.

Si tratta di un sistema di algoritmi forward looking, che utilizza stime econometriche di lungo periodo, calibra le proprie previsioni usando le emissioni di gas serra delle singole aziende e integra le analisi sulle grandi controparti svolte da CRIF Ratings.

Parlando dell’impegno nel fronteggiare il rischio di transizione vale la pena ricordare che lo scorso ottobre CRIF in collaborazione con RED, società specializzata nel settore di consulenza per il risk assessment, ha vinto un prestigioso premio, il G20 TechSprint per la “Analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima” per la soluzione “Climate Risk Analytics Suite”, che mette a disposizione di player finanziari un sistema digitale per monitorare e segnalare i rischi climatici ai quali sono sottoposte le aziende italiane.

Per approfondimenti, sono a disposizione anche le CRIF PNRR Stories.

 

La Rivista

Ottobre 2025

Relazione Banca e Impresa

Credito mirato e servizi aggiuntivi

Tutti gli altri numeri