Le evidenze di un’analisi CRIF su 5,2 milioni di imprese attive con indicatori “PNRR-Index” per valutare l’eleggibilità per i singoli investimenti. La domanda di credito delle imprese nel I trimestre frena (-8,1%) ma il PNRR potrà fungere da stimolo.
La propensione agli investimenti delle imprese è destinata a subire un’accelerazione grazie alla progressiva implementazione del PNRR all’insegna della rivoluzione digitale e della spinta all’innovazione, oltre che della trasformazione green e della transizione energetica.
Per avere una visione più chiara delle PMI che in Italia potranno essere oggetto di attività in ottica PNRR, CRIF ha analizzato circa 5,2 milioni di imprese attive, presenti nel proprio ecosistema di dati, e ha sviluppato una suite di indicatori “PNRR-Index” di nuova generazione in grado di valutare l’eleggibilità delle imprese per i singoli investimenti.
Transizione 4.0
Su oltre 4,8 milioni di imprese complessivamente eleggibili, sono 81.187 quelle che presentano caratteristiche fortemente in linea con i dettami PNRR a fronte di circa 444mila che, al contrario, non presentano i requisiti minimi di eleggibilità.
Relativamente alla Transizione 4.0, le principali componenti considerate dal PNRR-Index comprendono il livello di innovazione (misurato ad esempio sulla registrazione di brevetti recenti), la digital attitude dell’impresa, il livello di internazionalizzazione e l’identificazione automatica (mediante strumenti evoluti di text mining e web scraping) delle imprese con caratteristiche comuni a quelle vincitrici del bando “Industria 4.0”.
Il fatto che il 95,8% delle nostre imprese risulti complessivamente eleggibile per la Transizione 4.0 non sorprende in quanto si tratta di una delle aree di investimento a cui sono destinate maggiori risorse e per i quali i criteri di eleggibilità sono necessariamente più inclusivi.
Considerando solamente le imprese pienamente in linea per l’eleggibilità dell’investimento PNRR, il 71,1% di esse è attiva in Lombardia, Emilia-Romagna, Veneto e Piemonte.
Il 57,7% di queste opera nelle attività manifatturiere e nel 90,5% dei casi ha dimensioni medio-piccole.
Politiche industriali di filiera e internazionalizzazione
L’investimento riguardante le Politiche Industriali di Filiera e Internazionalizzazione evidenzia un numero di imprese pienamente eleggibili complessivamente inferiore alle 7.500 unità, a fronte della stragrande maggioranza che non risulta avere i requisiti minimi. Questo investimento merita un approfondimento di carattere geografico in quanto presenta un focus (non esclusivo) sulle imprese del Mezzogiorno: dall’analisi con il PNRR-Index risulta che l’8,6% delle imprese in linea con le caratteristiche richieste dall’investimento opera in Puglia, Campania e Lazio. Inoltre, il 77,7% delle stesse appartiene al settore manifatturiero e, da un punto di vista dimensionale, in 6 casi su 10 conta meno di 57 dipendenti.
Economia spaziale
Nel nostro Paese sono 1.158 le imprese fortemente allineate con l’investimento dedicato alle Tecnologie Satellitari e all’Economia Spaziale. Il 68% di esse si colloca a livello geografico tra Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, nell’82,9% dei casi opera nel settore manifatturiero e l’85,1% di esse occupa meno di 156 dipendenti.
Reti Ultra Veloci
In Italia sono presenti 6.405 imprese particolarmente allineate con l’investimento relativo alle Reti Ultra Veloci. Il 40,9% sono attive in Lombardia, Emilia-Romagna e Piemonte, mentre il 13,1% opera nel Lazio. Il 48,8% delle stesse appartiene al comparto manifatturiero contro il 34,6% che risulta attivo nelle costruzioni. Il 72,9%, infine, occupa meno di 17 dipendenti.
Il PNRR rappresenta un’opportunità per accrescere la competitività delle imprese, rilanciando il tessuto economico nazionale dopo l’emergenza Covid, e per gli istituti di credito sarà fondamentale riuscire a individuare le imprese “PNRR Eligible”. A questo riguardo, CRIF ha sviluppato il “PNRR Journey”, una piattaforma di dati, analytics e tool digitali per l’individuazione delle imprese in linea con i requisiti di accesso ai bandi previsti dal PNRR. Inoltre, sono disponibili servizi di advisory e formazione, grazie a un accordo con Credit Data Research, per accompagnare le imprese, anche tramite la banca, all’ottenimento dei fondi previsti.

Richieste di credito delle imprese: I trimestre in frenata ma cresce l’importo medio
Con lo scoppio della pandemia le imprese italiane, in particolare quelle medio-piccole, avevano fortemente aumentato la richiesta di credito per fronteggiare il drastico ridimensionamento dei flussi di cassa e gestire l’attività corrente, oltre che per cogliere le opportunità offerte dai provvedimenti governativi. Dopo questa prima fase di emergenza si è assistito a una progressiva normalizzazione nel 2021, che si conferma anche nel I trimestre dell’anno in corso. Lo scenario potrebbe risentire nel prossimo futuro degli impatti negativi del conflitto ucraino, dell’aumento dei costi energetici e delle materie prime oltre che della crescita dell’inflazione, mentre nuovi stimoli potrebbero derivare proprio dall’implementazione del PNRR. Approfondendo i dati, nel I trimestre 2022 si contrae del -8,1% il numero di richieste di credito presentate dalle imprese italiane rispetto al corrispondente periodo 2021. Trend negativo che riguarda sia le Società di capitali (-5,5%) sia le Imprese individuali (-13,1%).
Cresce invece l’importo medio del +2%, che si attesta nel primo trimestre dell’anno a 114.323 euro.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di maggio 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.