Gardant e Luiss: nel mercato NPE servono competenze. Nasce l'Osservatorio

Osservatorio NPE di Gardant e Luiss

Un osservatorio sui crediti deteriorati.

Luiss e Gardant lavoreranno per un nuovo Osservatorio del mercato delle sofferenze, analizzato durante l’evento “Gli stati generali degli NPE: una nuova asset class”.

Il mercato degli NPE in Italia

«Negli ultimi 10 anni lo scenario è cambiato: nel 2015 gli NPE valevano 341 miliardi di euro, oggi il valore è di 80 miliardi di euro, si è tornati quindi ai numeri del 2008 – afferma Stefano Cappiello, Dirigente Generale Ministero dell'Economia e delle Finanze. Gli interventi normativi a livello domestico, come la cartolarizzazione dei crediti non performing, sono stati uno stimolo per investire in infrastrutture tecnologiche e capitale umano, che ha permesso al mercato secondario di svilupparsi. Se anni fa gli NPE erano un problema sistemico del sistema bancario, ora sono un nuovo segmento di mercato, con una propria asset class e una industria preposta alla lavorazione di questo prodotto. Questa trasformazione apre allo sviluppo di una nuova industria, di un nuovo indotto e a nuove opportunità di mitigazione del rischio. Ma soprattutto prefigura nuovi modi innovativi di affrontare le situazioni di crisi reversibile di famiglie e imprese».

I Fondi, tra investitori istituzionali...

«I crediti non performanti, in particolare degli UtP, sono un valore da gestire – dichiara Tiziana Togna, Vice Direttore Generale Consob. Gli operatori si sono attrezzati per intervenire sui crediti non performanti, sostituendosi in parte al partner bancario, per accompagnare i clienti nella fase di sofferenza, oltre che nel recupero della loro operatività. Gli operatori specializzati, che gestiscono il recupero delle sofferenze, ma anche altre realtà interessate a gestire posizioni debitorie di clienti multi-banca, riescono a ricostruire un rapporto meno polverizzato e a ideare forme di ripianamento delle posizioni più dilatate nel tempo. È così che nascono i Fondi di Investimento Alternativi (FIA), che presentano una forma mista: le Sgr sono l’operatore a cui le banche si rivolgono per conferire crediti UtP in fondi costruiti appositamente, naturalmente le banche ne posseggono delle quote, ma l’investimento è aperto agli investitori istituzionali, che portano fondi nuovi utili ai gestori che possono così offrire assistenza ai clienti nella fase di recupero».

… e mondo retail

Questa forma di partecipazione mista tra banca e investitori istituzionali sta ulteriormente evolvendo: «in prospettiva – continua Togna –, i fondi sono destinati anche agli investitori retail, con un investimento minimo di 100mila euro, in presenza naturalmente di particolari garanzie, come un servizio di gestione e consulenza a servizio del cliente. I Fondi ELTIF, orientati all’economia reale, vedranno presto la possibilità di essere commercializzati verso una clientela retail mass market. Il risparmio retail andrà a servizio dell’economia reale. La Vigilanza si sta quindi confrontando con un mercato che abilita nuove forme di concorrenza con il mondo bancario, da un lato, e dall’altro con la necessità di capire come un fondo, una volta distribuito e reso disponibile a una clientela meno esperta, debba essere tutelato per evitare che una occasione di partecipazione a forme di investimento maggiormente redditizie possa diventare una minaccia per l’investitore».

I 5 elementi per il futuro

Paolo Garonna, Segretario Generale di Federazione Banche Assicurazioni e Finanza, ha inoltre elencato i 5 aspetti che possono imprimere un’evoluzione nel mercato della gestione degli NPE:

  1. trasparenza dei mercati
  2. introduzione di infrastrutture tecnologiche
  3. quadri legislativi aggiornati e adeguati, a livello europeo
  4. dati
  5. misure di sostegno al mercato

L’importanza di un mercato specializzato

Raffaello Ruggieri, Chief Lending Officer del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha inoltre rimarcato il ruolo del mercato specializzato nella gestione del non performing. «Siamo partiti da 64,5 miliardi di NP da gestire, ma oggi sono meno di 10 miliardi di stock di crediti deteriorati. Il nostro obiettivo è diventare una “zero NPL bank”, ma senza la presenza di un mercato specializzato, di investitori qualificati, questo traguardo sarebbe irrealizzabile. Non esistono contrapposizioni tra banche e operatori specializzati, c’è spazio per tutti».

Gardant: serve formazione

Ma il mercato ha bisogno di competenze. «Quando partimmo con questa avventura dieci anni fa mancava una visione olistica del credito, ma ora, nella gestione di questa attività che va a favore dell’economia circolare, la velocità di relazione è essenziale: i servicer danno aiuto e supporto all’attività imprenditoriale, alle banche, ma servono persone, sistemi informatici, processi, modelli di business ad hoc – commenta Mirko Briozzo, CEO Gruppo Gardant. Serve quindi creare una industria del credit management partendo dalla formazione, con nozioni sociologiche, legali e finanziarie, grazie al supporto delle Università. L’industria deve però essere all’avanguardia, dotarsi strumenti specializzati: investire in tecnologia e piattaforme di gestione è essenziale. Ma queste innovative piattaforme funzionano solo se alimentate da dati e informazioni e se sono presenti persone capaci d'interpretare gli insight».

Il Fondo di Gardant Investor Sgr

Guido Lombardo, CEO Gardant Investor Sgr, specializzata su crediti di dimensioni medie, con controparti aziendali principalmente, ha concluso evidenziando come «tutti i fondi devono essere allineati alle esigenze degli investitori. Da questo principio, abbiamo creato un primo fondo, che è un mix di fondi e cartolarizzazioni, che offre in modo trasparente tutte le informazioni relative all’investimento, così da rispondere a una platea, sempre più interessata, di investitori».

 

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