CREDITO

Osservatorio Imprese CRIF: il tessile e abbigliamento tra i settori più a rischio

Osservatorio Imprese CRIF: il tessile e abbigliamento tra i settori più a rischio

Luca D’Amico, CEO di CRIF Ratings

Il Tessile e Abbigliamento è tra i settori maggiormente in difficoltà nel periodo recente, come confermato dall’andamento del credito, dall’incremento dei tassi di default e dal peggioramento delle metriche creditizie che sono stati analizzati dall’Osservatorio sulle imprese realizzato da CRIF.

Il settore si sta dimostrando uno dei comparti più fragili a causa del forte calo delle vendite influenzato da diversi fattori, tra cui una generalizzata riduzione del potere d’acquisto e mutamenti nelle scelte dei consumatori, nonché il ridimensionamento del mercato asiatico. Inoltre, la crisi che sta interessando il settore non ha solo impattato i segmenti più rivolti al mass market, ma anche il comparto del lusso tipicamente più resiliente agli andamenti dei cicli economici.

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Dinamica del credito: calano gli importi erogati alle società di capitali

Nel dettaglio, analizzando le società di capitali del settore Tessile e Abbigliamento (circa 26mila aziende), secondo l’Osservatorio CRIF i primi 9 mesi del 2024 hanno visto un calo degli importi di credito erogati di oltre il -8% rispetto al pari periodo dell’anno precedente, trend in controtendenza con quello osservato a livello complessivo sulle imprese in Italia (+2%).

In peggioramento il rischio di credito

Lo stato di fragilità che sta vivendo il settore è confermato anche dal peggioramento della rischiosità creditizia, con tassi di default in crescita (3,3% a giugno 2024, +0,4 p.p. rispetto a dicembre 2023) e superiori alla media nazionale (2,5% a giugno 2024).

Approfondendo l’analisi a livello micro-settoriale, si nota una maggiore rischiosità per il segmento Pelli, cuoio e calzature, che registra inoltre la maggiore crescita del tasso di default che tocca quota 4,4% alla fine del 1° semestre 2024, dopo aver segnato 3,5% alla fine del 2023. Seguono il segmento Abbigliamento, con un tasso di default del 3,3%, e quello Tessitura e prodotti tessili con un 2,1%.

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L’analisi dei bilanci del settore

Nonostante la crisi sia particolarmente evidente a partire dal 2024, l’analisi dei bilanci 2023 mostra i primi segnali di peggioramento delle metriche creditizie anticipando l’evoluzione della rischiosità riscontrata nell’anno successivo.

In termini di leva finanziaria, il settore complessivamente si pone su livelli in linea con il dato nazionale (3x) ma in peggioramento rispetto alla precedente annualità (circa 2,6x nel 2022). In termini di profilo della liquidità e copertura degli interessi, il comparto mostra performance peggiori rispetto alla mediana nazionale (profilo della liquidità circa 90% vs 130% mediana nazionale, copertura degli interessi circa 8x vs 12x mediana nazionale).

Da un punto di vista micro-settoriale, sebbene si assista a un generalizzato peggioramento, si nota un profilo finanziario meno rischioso per il segmento Tessitura e prodotti tessili: leva finanziaria circa 2,6x vs 3x mediana nazionale, profilo della liquidità circa 100% vs 130% mediana nazionale e copertura degli interessi circa x9 vs 12x mediana nazionale.

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Lo scenario delle imprese italiane del Tessile e Abbigliamento

Il settore è rappresentato in Italia da circa 72mila imprese, tra ditte individuali e società, distribuite per il 57% nel micro-settore dell’Abbigliamento, circa il 24% in Pelli, cuoio e calzature e per il restante 19% in Tessitura e prodotti tessili.

In termini di distribuzione territoriale, le aziende del comparto sono prevalentemente localizzate nel Centro-Nord Italia (circa il 75% del totale settore), con una particolare presenza in Toscana (23%) e Lombardia (15%).

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.