In un settore auto in crisi, il noleggio a lungo termine cresce grazie alla digitalizzazione e ai nuovi trend della mobilità integrata.
Numeri alla mano, lo scorso anno il mercato NLT in Italia ha segnato una crescita oltre il 30% sul 2021, in controtendenza rispetto al settore auto in generale che invece continua a scivolare perdendo un ulteriore 10% nel 2022 (dati Dataforce).
«Il noleggio a lungo termine si è confermato l’unico canale trainante – racconta Paolo Manfreddi, CEO di Drivalia –, in linea con quanto emerso negli ultimi cinque anni, che ha visto il settore aumentare in media del 29% contro un mercato auto sceso del 31%. Nel 2023 ci aspettiamo una crescita continua, non inferiore al 20%, e soprattutto una maggiore interconnessione tra i comparti del noleggio a breve e a lungo termine, destinati ad avere sempre meno differenze tra loro».
Verso la mobilità integrata
L’accelerazione è legata anche alla innovazione tecnologica del comparto. Sono stati digitalizzati i processi di onboarding e di accesso ai servizi legati alla mobilità, con modalità interamente digital.
«I prossimi step prevedono un’integrazione dei sistemi informatici dedicati a noleggio a breve termine, car sharing, abbonamenti e classico NLT – prosegue Manfreddi. L’obiettivo è abbattere le differenze tra anime diverse di un unico sistema di mobilità integrata. Stiamo inoltre lavorando allo sviluppo di un nuovo software paneuropeo, dedicato alle formule di mobilità più innovative, e alla introduzione di funzionalità keyless per accedere ai veicoli».
Piattaforme tecnologiche evolute
La tecnologia permette inoltre di differenziare i servizi a seconda del target di clientela.
«Sifà, che ha chiuso il 2022 con oltre 40mila unità di flotta gestita e un fatturato in crescita, ha un portale dedicato ai fleet manager, una piattaforma che fornisce al cliente le informazioni utili sullo stato e sulla gestione del parco auto in tempo reale – precisa Paolo Ghinolfi, Amministratore Delegato di Sifà. Per i driver, c’è la app, che permette di richiedere il soccorso stradale, ricercare le officine, i gommisti e le carrozzerie più vicini, oltre che prenotare e monitorare gli interventi».
«Inoltre - prosegue Ghinolfi -, abbiamo creato delle soluzioni di telematica integrabili con i sistemi aziendali e potenziato il corporate car sharing, per ottenere un controllo su tutto il flusso di noleggio, monitorando i costi e personalizzando anche il servizio. Mentre il Business to Employee può contare su una piattaforma tecnologica evoluta che permette ai dipendenti delle aziende di vedere le offerte di noleggio e configurare “live” il veicolo».
La mobilità green e circolare
Obiettivo del 2023 è supportare poi le aziende con una soluzione di mobility management dedicata e proseguire nel progetto di Circular Mobility.
«Lo scopo è imprimere un cambiamento concreto al settore in un’ottica virtuosa e sostenibile – afferma Ghinolfi. I costruttori non sono convinti di riuscire a realizzare la transizione 100% elettrica entro il 2035 e anche se è inevitabile questo percorso non è detto che le aziende debbano accelerare verso la mobilità green in modo indiscriminato. Nel 2023 ci sarà un’ulteriore crescita di volumi di questi prodotti ma servono certezze a livello di legislazione, sia europea sia italiana, sul tema degli incentivi all’acquisto di vetture elettriche. Le società di noleggio devono avere il 100% di sostegno economico parificato a quello di un privato o di un’azienda normale che compra l’auto, perché il 50% che otteniamo oggi è discriminante soprattutto nei confronti dei nostri clienti».
La pandemia è finita, ma l’auto è ancora ferma
Lo scenario post-pandemico ha fortemente impattato sul mercato auto.
«Se dal punto di vista sociale ci sembra di aver superato il momento più drammatico legato alla crisi pandemica, dal punto di vista specifico del mercato automotive viviamo ancora le conseguenze legate al fermo degli impianti produttivi e alla crisi dei chip – avverte Paolo Ghinolfi, AD di Sifà. Il conflitto russo-ucraino, poi, ha reso ancora più critica la situazione soprattutto per quanto riguarda la carenza dei fasciocavi, che vengono prodotti per lo più in Ucraina: ne sono conseguiti una forte dilatazione dei tempi di produzione e consegna dei mezzi e, anche, il prolungamento dei tempi di fermo tecnico per via dell’assenza di parti di ricambio. Inoltre, lo scenario odierno è caratterizzato da un aumento generalizzato dei prezzi, che si ripercuote a cascata su tutti i settori, compreso l’automotive».
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2023 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.