Imprese longeve: la leva è l’affidabilità commerciale

Imprese longeve in Italia CRIF

Le imprese italiane si trovano a fronteggiare una difficile situazione geopolitica internazionale e un quadro macroeconomico con forti elementi di tensione e incertezza. L’impennata dei costi dell’energia, la crescente difficoltà di approvvigionamento di materie prime, un costo del denaro e un’inflazione in progressivo aumento comportano una crescita dei costi di produzione e una contrazione dei consumi, riducendo la marginalità per le imprese.

In questo scenario, nel nostro Paese sono tante le imprese “longeve” che possono vantare più di 50 anni di attività e che, nonostante le difficoltà del momento, continuano a trainare molti dei settori industriali e commerciali più rilevanti. CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, le ha analizzate fornendone una fotografia dettagliata.

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Guida la Lombardia, con oltre un quarto delle imprese longeve

Le imprese che hanno superato il mezzo secolo di vita in Italia sono circa 66.000 e si concentrano nel centro Nord. La prima regione per numero di imprese longeve è, infatti, la Lombardia che ne possiede un quarto del totale.

A seguire troviamo il Piemonte, con poco più del 10% di imprese longeve, e al terzo posto del podio l’Emilia-Romagna con quasi il 9%. Chiudono la classifica, con una quota inferiore all’1%, la Basilicata (0,52%), il Molise (0,43%) e la Valle d’Aosta (0,28%).

Il profilo per settore, forma giuridicae dimensione

L’edilizia, dalla compravendita alla locazione e costruzione, è il settore con il maggior numero di imprese longeve (circa il 20% del totale): queste imprese nella loro lunga vita avranno probabilmente affrontato virtuosamente le difficoltà di uno dei settori più a rischio. Molte imprese longeve sono società di capitali (36% del totale) e la maggior parte (77%) ha meno di 8 dipendenti.

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Affidabilità e propensione a export, digitale e innovazione

Se queste imprese longeve sono riuscite a vivere così lungo la ragione è da ricercarsi anche nella loro affidabilità commerciale, che resta alta: il 33% ha, infatti, un rischio minimo di fallire e il 43% un rischio inferiore alla media. Inoltre, il 19% di queste imprese mostra una propensione medio-alta a fare export (superiore al 4% della media) mentre il 12,5% una propensione medio-alta verso la digitalizzazione (in questo caso la media delle imprese italiane è del 5,5%).

Anche prendendo in considerazione il livello d’innovazione, le imprese longeve registrano una quota con una propensione medio-alta superiore alla media (il 14% rispetto al 6,5%).

La conoscenza come chiave per lo sviluppo della relazione banca-impresa

Nell’attuale contesto complesso e turbolento, i player finanziari sono chiamati a svolgere un ruolo fondamentale nel supporto alle imprese e di loro affiancamento nella concreta messa a terra del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Il presupposto per cogliere le esigenze e sviluppare la relazione con la clientela business è una conoscenza approfondita delle imprese stesse, che da un lato valorizzi l’intero ecosistema di dati a disposizione e la capacità di “intelligence” degli analytics più evoluti e “forward looking”, e che, dall’altro, sia resa facilmente fruibile grazie all’adozione di piattaforme tecnologiche ready-to-use. Senza dimenticare l’importanza di servizi di formazione specializzata e di advisory per gestori e imprese.

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di dicembre 2022 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop

 

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