Circa 8 imprese su 10 prevedono di investire in percorsi formativi per l’AI entro i prossimi tre anni.
È quanto emerge dalla seconda edizione del rapporto Look4ward, dal titolo “The Augmented AI-Human Job, Nuovi scenari delle professioni nell’era dell’AI”, condotta dal centro di ricerca Strategic Change “Franco Fontana” dell’ateneo Luiss in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
Sono state coinvolte più di 800 imprese, CEO e HR manager di diversi settori per indagare quale impatto trasformativo sta avendo l’AI sulle loro aziende.
La difficoltà di reperire profili adeguati
Secondo la maggioranza degli intervistati (60%) l’AI è una risorsa strategica e quindi è necessario formare i dipendenti sull’utilizzo di questa tecnologia.
In particolare, per le aziende è sempre più difficile reperire profili adeguati (66,2%), per questo quasi un’azienda su due prevede di avviare percorsi di formazione in collaborazione con le università per i prossimi tre anni. Il 6% ha già iniziato a farlo.
La richiesta di competenze trasversali
Inoltre, le aziende hanno intenzione di sviluppare oltre alle skill tecniche quelle trasversali (44% delle imprese): in particolare le competenze digitali, intese come uso consapevole delle tecnologie e AI (62%), seguite da creatività e innovazione (32%) e dalla capacità di comunicare concetti complessi in modo chiaro (27%).
L’AI: un’opportunità strategica
Dalla ricerca emerge che il 18,6% delle imprese ha già adottato soluzioni di intelligenza artificiale in modo strutturato e che, in linea generale, l’interesse è crescente, specialmente tra le aziende di maggiori dimensioni, localizzate nel Nord-Ovest e operanti nel settore dei servizi.
L’intelligenza artificiale avrà un impatto sul fatturato delle imprese, che passerà dal 16% al 29%, e un effetto sulla riduzione dei costi, che passerà dal 7% al 17%.
Infine, il 43% delle imprese che ha già adottato l’AI segnala un effetto positivo sull’efficienza operativa.