C’è un nuovo contendente nella partita per conquistare il cuore (finanziario) del popolo delle partite IVA. A metà settembre è infatti partita anche in Italia l’offerta di ING Business: e la banca della zucca ha scelto come primo segmento a cui rivolgersi proprio i liberi professionisti. A cui si uniranno, prossimamente, anche le imprese individuali.
Prima di ING, a interessarsi a questo segmento è stato gran parte del mondo fintech. Da Revolut Business, che ha creato anche un programma di affiliazione ad hoc per i content creator che si rivolgono ai freelancer, passando per Hype Business, Tot, Finom, Vivid Money, fino a un nome storico come Qonto.
Il popolo dei liberi professionisti
Tutta questa attenzione non può certo sorprendere. Qualche mese fa, l’ISTAT contava 5,17 milioni di freelance e partite IVA in Italia. Un popolo di liberi professionisti, imprenditori di se stessi, le cui esigenze bancarie non sono sovrapponibili, se non parzialmente, né a quelle di un privato lavoratore dipendente né, tanto meno, a quelle di una impresa.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre 2025 di AziendaBanca. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.
