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Imprese e rischio credit crunch: le prossime sfide della finanza complementare

finanza alternativa
La finanza alternativa in Italia cresce e punta a conquistarsi un ruolo “complementare” al tradizionale credito bancario.

L'espressione finanza alternativa indica tutte le fonti di finanziamento a disposizione dell'impresa al di fuori del credito bancario. Tra gli strumenti principali, che vengono analizzati anche dal Politecnico di Milano, troviamo:

  • i minibond;
  • il crowdfunding;
  • l'invoice trading;
  • il direct lending;
  • ICOs e cryptoasset;
  • private equity e venture capital;
  • la quotazione in Borsa. 

Il V Quaderno di Ricerca “La Finanza Alternativa per le PMI in Italia”, firmato dal Politecnico di Milano, stima in 2,6 miliardi di euro l’ammontare delle risorse ottenute dalle PMI grazie a questi strumenti “alternativi”, che d’ora in poi chiameremo complementari.

La crescita, rispetto alla prima metà del 2021, è del 32%. Ma si tratta di un dato medio che nasconde differenze significative tra gli strumenti a disposizione, pur lasciando ben sperare per la capacità della finanza complementare di supportare le aziende italiane nel nuovo contesto.

Il mondo è cambiato

È ormai chiaro, infatti, che il lungo periodo di tassi a zero è concluso. Le aziende di confrontano con un’inflazione galoppante, materie prime ed energia in rincaro, modelli globali di supply chain e commercio internazionale in crisi tra Covid e rischio di nuove tensioni.

E, soprattutto, un calo della propensione al rischio tra gli istituti finanziari, che fa temere la possibilità di una restrizione all’erogazione del credito bancario, da cui le aziende italiane restano molto, troppo dipendenti.

Servirà uno sforzo innanzitutto culturale sugli imprenditori, che per scelta o per necessità dovranno comprendere che il mondo è cambiato e che possono guardare a nuovi strumenti per sostenere la loro impresa. Vediamo come sta performando ciascuno di essi.

Volano i minibond

Cifre importanti per i minibond, che toccano nel primo semestre un controvalore collocato di 559 milioni di euro, con 105 emissioni. A spingere i minibond sono due fattori: i progetti di basket bond esistenti e annunciati da un lato e, forse, la volontà delle aziende di raccogliere più risorse oggi in vista di un aumento dei tassi domani, dall’altro.

Il crowdfunding: bene il lending, cala l’equity

Trend differenti nell’ambito del crowdfunding. Citiamo per dovere di cronaca i 2,8 milioni di euro raccolti con il modello del reward crowdfunding, soprattutto da parte di startup e microimprese che si rivolgono a portali esteri.

Il lending crowdfunding continua a crescere e raccoglie 95,9 milioni nel primo semestre 2022, +26% rispetto alla prima metà del 2021.

L’equity scende invece a 59 milioni di euro di raccolta, un terzo dei 148,26 dell’intero 2021. Il “braccio equity” del crowd risente di un momento di difficoltà, con un calo dei portali (da 54 a 48 quelli autorizzati) e un rallentamento delle raccolte, che pure continuano a concludersi con successo.

E questo è già un primo indizio che il mutato contesto macroeconomico e geopolitico sta orientando alcuni investitori a una maggiore produzione nell’assunzione del rischio.

La stessa dinamica si riscontra anche nel crowdfunding immobiliare, dove continuano a operare molti portali e in cui le campagne richiedono maggiore tempo (giorni, anziché ore) per concludersi con successo.

L’intero comparto è comunque alle prese con la regolamentazione europea ECSP che richiederà un salto di qualità e potrebbe aprire la strada a nuovi modelli di business, anche internazionali (ne abbiamo parlato in questo articolo sul Regolamento Europeo Crowdfunding).

L’invoice trading guarda ai fondi

L’invoice trading resta lo strumento più utilizzato dalle PMI, con un valore di 688,4 milioni di euro negli ultimi 12 mesi. Il dato semestrale, 325,5 milioni, risente dell’uscita dal campione di un portale, acquisito da una banca e, pertanto, non più parte del perimetro considerato dal PoliMI.

Direct Lending

Il direct lending è a quota 719 milioni nella prima metà del 2022, dopo l’ultimo semestre 2021 che ha toccato i 525,7 milioni.

Parliamo delle attività di Fintech specializzate (no crowdfunding, per capirci), private debt, private equity, venture capital etc: un ambito in cui l’Italia è sottodimensionata rispetto ad altri mercati europei e che non beneficia certamente dell’attuale contesto.

L’ICO che verrà

Tante attese ma niente di nuovo per quanto riguarda le Initial Coin Offering: l’emissione di crypto asset resta impossibile per la raccolta di capitale, anche se c’è qualche movimento sul fronte degli NFT. E destano interesse nuove modalità come le Initial Exchange Offerings (IEOs) e le Security Token Offerings (STOs).

La quotazione può attendere

La raccolta delle PMI sul mercato borsistico, in particolare su Euronext Growth Milan, è aumentata nei primi sei mesi del 2022 del 78% rispetto allo stesso periodo del 2021.

A fine giugno 2022 sono 179 le società quotate, anche se le nuove emittenti registrate a partire da settembre sono solamente 2.

Una sfida culturale per gli imprenditori

Con questi numeri la finanza complementare è chiamata a crescere ancora e più rapidamente, per dare risposte alle imprese in un futuro che appare difficile. «Le PMI sono chiamate ad affrontare sfide importanti in una congiuntura caratterizzata da rischi di indebitamento eccessivo, instabilità dei costi delle materie prime e dell’energia, rialzo dei tassi e criticità nel reperimento di nuova finanza – afferma Andrea Prete, Presidente di Unioncamere. La differenziazione delle fonti di approvvigionamento finanziario può diventare in questo contesto una necessità ed è importante che le imprese siano pronte a cogliere le opportunità offerte dalla finanza innovativa».

«Il sistema camerale sta portando avanti un lavoro di informazione, di accompagnamento e di servizi per le imprese su tre importanti fronti: la prevenzione della crisi, la sostenibilità e la finanza alternativa – aggiunge Giovanni Da Pozzo, Presidente di Innexta. L’appuntamento di oggi vuole rappresentare un momento per fare il punto insieme a imprese, investitori, operatori di mercato, advisor sugli strumenti che la “nuova finanza” mette a disposizione del sistema imprenditoriale per sostenere i propri progetti di sviluppo».

October: in futuro cambiano i modelli

«Credo che serva attenzione al futuro – commenta Sergio Zocchi, Amministratore Delegato di October – perché le condizioni creditizie sono destinate a cambiare e tutti noi dovremo ripensare e rivedere i modelli operativi».

Azimut Direct: il 12% della raccolta alle imprese

«Ci siamo posti l’obiettivo di fare arrivare all’economia reale il 15% dei capitali raccolti dai 2mila consulenti di Azimut – anticipa Alessandro Merlini, Chief Operating Officer di Azimut Direct –, oggi siamo al 12%, quindi l’obiettivo è vicino».

Servono anche dati alternativi

«In un contesto in rapido cambiamento – conclude Mattia Ciprian, Amministratore Delegato di modefinance – è molto sfidante mantenere una rapida capacità predittiva e valutativa delle imprese che chiedono credito. La velocità richiede automazione, ma l’automazione si basa su un dato di qualità. Un processo di rating che si basa solo sui dati di bilancio è anacronistico, servono dati complementari nuovi, ad esempio il milione di fatture giornaliere emesse dai clienti del Gruppo Teamsystem, di cui facciamo parte».