Sono poco meno di 400mila (381.752 per la precisione) le imprese con forte spinta all’internazionalizzazione nel nostro Paese.
Ancora troppo poche, il 7,2%, rispetto ai 5,2 milioni di imprese attive. A rivelarlo uno studio condotto da CRIF attraverso la propria piattaforma di marketing intelligence.
Guidano Lombardia e Veneto
Le imprese più dedite a oltrepassare i confini locali, ovvero quelle che registrano i più alti livelli di score sull’internazionalizzazione, si concentrano tra Lombardia (30%), Veneto (13%) ed Emilia-Romagna (10%).
Calabria e Sardegna sono invece le regioni con il numero più basso di aziende che spingono l’export, rispettivamente 2.600 e 2.700 imprese.
Le viste per forma giuridica e settori
L’analisi per natura giuridica vede le società di capitale come la forma di costituzione delle imprese più internazionali (74%), seguita dalle società di persone (19%).
Se guardiamo, invece, ai settori merceologici notiamo che quelli che tirano maggiormente oltre confine sono la meccanica, il food (panetteria), la produzione di software e l’automotive.

Poco rischiose e di dimensioni contenute
Le imprese export-oriented sono, in linea generale, abbastanza affidabili dato che quasi il 60% ha un rischio minimo o più basso della media.
Si tratta, inoltre, di imprese a dimensioni contenute: il 48% ha meno di 3 dipendenti e il 51% un fatturato inferiore a 5 milioni di euro.
Più innovative ma con margini di crescita nella digitalizzazione
Analizzando la correlazione tra i diversi analytics marketing sviluppati dalla piattaforma Margò di CRIF, è evidente che le imprese a più alto export sono anche quelle con maggiore spinta a innovare (il 49% di queste presenta innovation score medio-alto), ma non sempre investono nella digitalizzazione (solo il 37% di queste presenta un digital attitude score medio-alto).
Sembra, dunque, che per molti imprenditori locali l’esposizione fuori confine non passi necessariamente dal digitale, anche se ovviamente potrebbe diventare uno strumento per abbattere le barriere fisiche.

Conoscere le imprese per aiutare nell’internazionalizzazione e nella crescita
L’export rappresenta sicuramente un driver importante di crescita ancora non sfruttato da moltissime PMI italiane.
I player finanziari hanno l’opportunità di giocare un ruolo importante: da un lato nel sostenere con finanziamenti e advisory le imprese che hanno già intrapreso il cammino verso l’internazionalizzazione, dall’altro nel favorire le altre imprese ad avviarlo per sviluppare il proprio business.
In quest’ottica, disporre di una piattaforma di marketing intelligence che fa leva su un ricco e costantemente aggiornato patrimonio di informazioni, a copertura della totalità delle imprese italiane, e su una suite di indicatori AI based all’avanguardia è un fattore abilitante.
Gli istituti finanziari possono in questo modo analizzare efficacemente le imprese, stimandone il valore e il potenziale e comprendendone le caratteristiche in termini di attitudini e affidabilità, e di conseguenza le loro esigenze di credito e di servizi a supporto della loro crescita.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2023 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.