CERVED RATING AGENCY

Economia Circolare: impatto positivo sui conti delle imprese (e delle banche)

L’adozione di modelli di business circolari riduce di oltre un quarto il rischio di credito.

L’adozione di modelli di business circolari riduce di oltre un quarto il rischio di credito. Secondo Cerved Rating Agency, infatti, in media un’azienda che sposa l’economia di circolare ha un rischio del 3,12%, contro una media del 4,37% per le altre.

L’economia circolare, quindi, “conviene” tanto alle imprese quanto alle banche, in base ai risultati di un’analisi che ha coinvolto oltre 2mila società non finanziarie italiane.

L’Italia è uno dei paesi in cui le attività legate al riciclo e al recupero di materiali sono più sviluppate. E la circular economy entra in modo importante nel business model. I dati Eurostat ci dicono che nel 2023, l’Italia ha generato 3,6 euro di PIL per ogni chilogrammo di risorse consumato, 50 centesimo in più di Francia e Spagna, e quasi 1,50 euro in più della media UE. L’Italia è invece al secondo posto in Europa per tasso di riciclo, con il 18,7%, molto al di sopra della media UE, all’11,5%.

I numeri di Cerved

I dati di Cerved Rating Agency confermano un aspetto importante: le aziende con modelli di circolarità beneficiano di conseguenze positive di natura economica e finanziaria e si trovano oggi prevalentemente nelle classi di rating meno rischiose, con una probabilità di default media più bassa del 3,12%. 

E questo dato viene confermato anche estendendo l’analisi al triennio 2021 – 2024: le aziende che hanno adottato modelli di economia circolare sono più resistenti agli shock esterni. Le turbolenze degli ultimi anni, infatti, hanno portato la probabilità di default media di queste imprese dal 2,51% al 2,61%, contro la crescita ben maggiore del’altro gruppo, passato dal 3,18% al 3,86%.

I vantaggi per le banche

Una azienda che ha sposato la circolarità è anche più conveniente da finanziare. Gli istituti di credito possono infatti ottenere un risparmio di capitale: la media della ponderazione creditizia per le imprese virtuose è stata calcolata in 72,8% rispetto al 76,7% di chi non lo è, un differenziale che corrisponde a circa 390 basis point di risparmio di attività ponderate per il rischio, o Risk-Weighted Assets (RWA) per le banche a favore delle imprese circolari.

Se le banche indirizzassero i loro finanziamenti a imprese con modelli di economia circolare registrerebbero un potenziale risparmio in termini di esposizione al rischio pari a circa 4 euro ogni 100 erogati, e 0,3 euro di capitale regolamentare.

Anche la valutazione ESG, comprensibilmente, mostra uno score nettamente superiore per le aziende “circolari”: 63,4 contro 43,9, e soprattutto una maggiore capacità di coprire la spesa per interessi passivi tramite il risultato operativo, generando più cassa da destinare agli investimenti. Di conseguenza, sono anche meno indebitate, del 6% circa.