#DEFINE BANKING NEXT

Relazione Banca – Impresa: i driver innovativi per il 2024

driver imprese 2024

Come sta cambiando il rapporto tra la banca e l’impresa? Il 2023 è stato un anno complesso per le aziende italiane (e non solo), in cui l’instabilità geopolitica si è ulteriormente aggravata, in un contesto in cui l’inflazione e il rialzo dei tassi continuano a destare qualche preoccupazione.

Ne abbiamo parlato in un episodio del podcast #define banking next, organizzato da AziendaBanca insieme a CRIF: l’ospite di questo episodio, leggibile in formato testuale o ascoltabile, è Simone Rosti, Senior Director di CRIF.

AG. Come sappiamo dai fatti riportati dai media negli ultimi mesi, il quadro macroeconomico italiano è fortemente condizionato dall’incertezza, conseguenza anche e soprattutto di un contesto geopolitico globale certamente complicato. Come sta reagendo il nostro sistema imprenditoriale? Che cosa emerge dai vostri osservatori di mercato?
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SR. Secondo i dati del nostro Corporate Credit Outlook 2023 di CRIF Ratings (la nostra agenzia di rating autorizzata da ESMA) a dicembre 2022, per la prima volta dal 2013, il tasso di default delle imprese italiane è salito al 2,4%, rispetto al minimo storico registrato a dicembre 2021 (1,6%).

E un ulteriore lieve incremento è proseguito anche nel corso del primo semestre 2023, con il tasso di default che ha raggiunto il 2,5%.

Considerato l’attuale quadro macroeconomico, gli esperti dell’agenzia di rating di CRIF stimano che alla fine del 2023 il tasso di default delle imprese italiane farà segnare un ulteriore incremento, sino a raggiungere un livello intorno al 3%. Mentre per il 2024 ci aspettiamo un tasso di default tra il 3,6% e il 3,9%.

D’altro canto, prosegue anche il sentimento di cautela per quanto riguarda i piani di investimento: le imprese preferiscono attingere alle proprie riserve per affrontare le spese correnti, e posticipare così piani di investimento di lungo periodo.

Per quanto riguarda la domanda di credito presentata dalle imprese italiane, nel 3° trimestre 2023, secondo il Barometro CRIF rimane stabile, con uno scostamento minimo dello 0,1% rispetto al corrispondente periodo del 2022 e una variazione del -0,5% per quanto riguarda l’importo medio.

Nel terzo trimestre del 2023 si registra anche un peggioramento nella puntualità dei pagamenti delle imprese: aumentano le imprese che pagano con un ritardo oltre i 30 giorni. A destare maggiore preoccupazione è proprio questo incremento; se nel terzo trimestre del 2022 si attestavano a 9,1%, nello stesso periodo del 2023 raggiungono quota 9,4%.

Resta invece stabile la percentuale di pagatori puntuali (41,1%). Il tempo medio di pagamento è pari a 71 giorni, con delle differenze a seconda della dimensione delle aziende.

AG. Abbiamo visto che le imprese sono sostanzialmente alla finestra, in attesa di periodi di minore incertezza in cui tornare a investire. In questo scenario, quali sono le esigenze che le imprese manifestano verso le banche?

SR. Le esigenze delle imprese cambiano e hanno nuove esigenze, non finalizzate esclusivamente a investimenti di lungo periodo, ma orientate anche a gestire gli impatti dell’attuale scenario, ad esempio l’incremento dei costi energetici.

I gestori imprese all’interno di banche e istituzioni finanziarie si trovano così di fronte ad aziende con nuovi bisogni, quali, ad esempio, capire come i fattori ESG migliorino per l’impresa l’accesso ai servizi finanziari e comprendere se le iniziative che stanno valutando, o hanno già avviato, in ottica green vanno nella direzione giusta.

Anche in ambito finanza agevolata e PNRR le imprese necessitano di supporto specialistico, per la pianificazione e l’accompagnamento su tutti gli adempimenti necessari.

Senza dimenticare l’importanza della transizione digitale, su cui nel nostro Paese c’è ancora tanto fare.

In questo scenario di evoluzione digitale, le esigenze di gestione e pianificazione finanziaria delle imprese rappresentano per i player finanziari anche delle opportunità di consolidare il rapporto e aumentare la fidelizzazione dei clienti, offrendo esperienze personalizzate con soluzioni facili da utilizzare.

AG. E in questo scenario di elevata complessità, come sta cambiando il comportamento delle imprese sul fronte creditizio?

SR. In questo scenario complesso, i gestori imprese delle banche si trovano di fronte aziende con nuovi bisogni e che si preparano ad affrontare nuove sfide tra digitalizzazione e sostenibilità. Anche le evidenze derivanti dal Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF (EURISC) confermano infatti come la flessibilità finanziaria in termini di capienza delle linee di credito disponibili rispetto ai fabbisogni finanziari cominci a mostrare segni di pressione in alcuni settori.

Rispetto a un anno fa, ad esempio, circa il 12% delle imprese italiane ha incrementato l’uso delle proprie linee di credito di oltre il 75%, con picchi intorno al 14% per il settore tessile/abbigliamento, turismo/tempo libero e commercio al dettaglio.

Ciò risente sia della ripresa del servizio del debito, specie per i settori che avevano maggiormente fatto ricorso alle moratorie sui debiti in essere, che dal contesto di elevati prezzi energetici e delle materie prime che ha imposto, specie per il settore agricolo e manifatturiero, maggiori necessità di finanziare il capitale d’esercizio.

AG. Allora, come state lavorando con le banche su questi temi?

SR. CRIF ha sostenuto l’innovazione lavorando con diverse realtà per introdurre soluzioni digitali per semplificare e rendere più efficienti i processi finanziari.

L’onboarding digitale e il Know Your Customer (KYC) hanno rappresentato una svolta, riducendo il carico di lavoro manuale e velocizzando le procedure di valutazione del credito:

Per l’ONBOARDING abbiamo lavorato con Banca AideXa, che ha scelto CRIF per automatizzare i controlli per l’onboarding delle imprese.

Nel KYC, la piattaforma as-a-service di CRIF, è stata già scelta da Intesa Sanpaolo e UniCredit per ridurre il lavoro manuale del team Compliance, oltre a migliorare l’efficacia delle verifiche attraverso analytics avanzati e dati certificati.

Nel digital lending, invece, con Intesa Sanpaolo abbiamo lavorato sul processo di identificazione a distanza degli utenti della piattaforma di Internet Corporate Banking, attraverso cui le aziende possono gestire le proprie esigenze di operatività transazionale e accedere all’offerta commerciale a loro dedicata in modalità digitale.

Abbiamo anche lavorato con Crédit Agricole Leasing Italia per i processi di automatizzazione dei contratti di leasing e gestione paperless con il servizio di firma digitale, per offrire alle imprese un’esperienza totalmente digitale.

AG. Un altro tema che hai toccato poco fa è quello della sostenibilità. A questo proposito il segmento delle imprese agricole sta attraversando un periodo complesso, alle prese con la sfida della sostenibilità, delle opportunità legate all’attuazione del PNRR e, non dimentichiamolo, anche del cambiamento climatico Puoi raccontarci come vedi la sfida dell’agribusiness in Italia?

SR. Nel contesto attuale è di fondamentale importanza individuare delle linee guida efficaci per le banche che devono valutare le aziende agricole.

In fase di richiesta di finanziamenti, vanno analizzate nel dettaglio le necessità e le opportunità legate agli investimenti del settore, per assicurare che ogni progetto agricolo sia sostenibile e integrato nella filiera agroalimentare.

Banche, intermediari finanziari e consorzi di garanzia svolgono un ruolo chiave: è loro responsabilità innovare con misure di sostegno e garanzie per essere al fianco delle imprese agricole in questo cammino evolutivo.

Tuttavia, ad oggi il sistema bancario non dispone di metodologie standardizzate per il settore primario, per questo CRIF ha posto un'attenzione particolare sulla sostenibilità e sull'agribusiness.

Abbiamo sviluppato dei sistemi di valutazione creditizia su misura per le aziende agricole, basati su intelligenza artificiale ad analytics avanzati.

Inoltre, attraverso le valutazioni ESG, possiamo aiutare le imprese a migliorare la loro impronta ambientale e sociale. Ad esempio, Emil Banca con CRIF ha introdotto un nuovo processo decisionale, automatico e strutturato, per la valutazione delle oltre 630.000 aziende agricole italiane, e grazie all’AI è in grado di acquisire i documenti complessi relativi alle imprese agricole, che contengono informazioni e layout non organici e non standardizzati.