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Gestione dei crediti deteriorati: l’impatto della Direttiva in arrivo

Direttiva credit servicers

In foto, da sinistra: l’On. Ettore Rosato, Segretario del Copasir e Commissione Affari esteri e comunitari; Marcello Grimaldi, Presidente di Unirec; Antonio Tavella dello Studio Legale Chiomenti e Giuseppe De Simone dello Studio Legale Gianni&Origoni.

Come cambia la gestione dei crediti deteriorati con la nuova normativa? La Direttiva europea Credit Servicers and Purchasers, in arrivo per il 29 dicembre, traccia le sue linee guida su due aspetti.

Il primo è istituire un quadro regolamentare per i soggetti incaricati a recuperare i crediti non performing di natura bancaria a livello europeo.

Il secondo è eliminare le barriere nazionali per sviluppare un mercato europeo, grazie alla liberalizzazione delle attività di acquisto dei crediti.

Se ne è discusso in occasione dell’incontro “Gestione dei crediti deteriorati in Italia e misure di intervento: stato dell’arte ed evoluzione”, organizzato da Unirec.

Solo per gli NPE bancari?

La direttiva riguarda unicamente i crediti di origine bancaria, riuniti sotto il cappello delle Non Performing Exposure.

Restano fuori, quindi, i crediti performing e non performing di soggetti bancari che non risiedono nell’Unione Europea, o altri soggetti non bancari.

Previsto l’outsourcing

La nuova regolamentazione prevede anche la possibilità, per i master servicer, di esternalizzare alcune delle attività.

Più trasparenza e tutela per i consumatori

La Direttiva definisce la gestione del credito, comprendendo gli aspetti di riscossione e recupero, ridiscussione dei termini contrattuali e gli accordi sui crediti, oltre alla gestione dei reclami e la trasmissione delle informative su variazioni di tassi, oneri e pagamenti.

Un’attenzione particolare è dedicata infatti alla tutela dei consumatori, grazie a una maggiore trasparenza dettata dagli obblighi normativi.

Inoltre, prima di intraprendere qualunque azione esecutiva, dovranno essere proposte diverse soluzioni di rientro dal debito, dalla ridefinizione del piano con un nuovo tasso a una sospensione temporanea dei pagamenti, per favorire il rientro in bonis e agevolare il consumatore.

La sanatoria della discordia

Tuttavia, la regolamentazione in arrivo dà anche al debitore la possibilità di cancellare il proprio debito pagando solo parte del dovuto: una “sanatoria” che mette in discussione, come sottolinea Giuseppe Piano Mortari, Direttore Operativo di Assofin, i piani di rientro concordati nei contratti, che si basa su un processo di due diligence accurato e svolto da professionisti.

Non solo, in questo modo, chi paga alla scadenza verrà messo sullo stesso livello di chi invece è un cattivo pagatore e ha rimborsato solo una parte del proprio debito: informazione importante, soprattutto al momento di valutare la richiesta di un nuovo prestito o finanziamento.

Sarà un problema che i SIC, i sistemi di informazioni creditizie, dovranno affrontare per evitare di porre sullo stesso piano clienti morosi, che hanno sanato la loro posizione pagando solo una parte, e debitori che rimborsano puntualmente il loro debito.

In arrivo il debt advice

La Direttiva sul credito ai consumatori, che entrerà in vigore verso il 2026, inoltre, prevede l’introduzione di una nuova figura: il debt advice, che ha il compito di svolgere l’attività di gestione del credito a costi molto bassi.

Al momento questo ruolo potrebbe essere ricoperto da vari operatori, che si porranno sul mercato alla migliore offerta, creando non pochi problemi a consumatori, società di gestione di recupero e creditori. L’auspicio, emerso dal webinar Unirec, è quindi che il legislatore decida di affidare questo compito solo alle associazioni iscritte al CNCU, il Consiglio Nazionale dei Consumatori e degli Utenti.

I crediti deteriorati delle banche in Italia

Nel corso dell’incontro è stato evidenziato come, a oggi in Italia, i crediti deteriorati intesi come Non Performing Exposure (NPE) detenuti dalle banche sono scesi dagli oltre 340 miliardi del 2015 a circa 306 miliardi di fine 2022, permettendo una riduzione di oltre 55 miliardi in 8 anni.

Un modello efficace e virtuoso di derisking, riconosciuto a livello internazionale.

I numeri del comparto

L’industria della gestione del credito riunisce nel Paese oltre 15mila addetti, con professionalità specialistiche.

«L’Italia è un modello a livello europeo per la gestione del credito deteriorato. L’importanza e delicatezza dell’argomento per il Paese impone di ponderare attentamente un eventuale intervento normativo sulla disciplina del mercato secondario, che al solo annuncio nel corso dell’estate ha già prodotto una destabilizzazione con conseguente irrigidimento degli investitori, oltre che un atteggiamento “attendista” da parte dei debitori – dichiara Marcello Grimaldi, Presidente di Unirec.

Occorre evitare che le banche italiane incorrano in trattamenti regolamentari estremamente penalizzanti introdotti dalla normativa europea (“calendar provisioning”): il mantenimento di livelli contenuti di NPL è obiettivo fondamentale per evitare ripercussioni negative sul capitale delle banche e quindi sulla capacità di queste ultime di erogare credito. Gli interventi pubblici possono ulteriormente migliorare il mercato secondario, purché seguano una corretta linea di azione e piuttosto che introdurre nuove misure tengano conto anche di strumenti già esistenti che possono essere valorizzati, quali ad esempio la cartolarizzazione a valenza sociale o quelli messi a disposizione del Codice della crisi e dell’insolvenza per contrastare il fenomeno del sovraindebitamento».

«La corretta gestione dei crediti deteriorati è una questione di importanza strategica a livello sociale ed economico. Ritengo che prima di adottare nuovi interventi dovremmo rendere effettivi diversi strumenti normativi nazionali esistenti, come le cartolarizzazioni a valenza sociale. E ritengo anche opportuno, prima di tutto, implementare la direttiva europea sugli Npl, la quale già prevede numerosi meccanismi di tutela dei consumatori. Il mio pieno impegno per il settore va in questo senso», ha affermato l’On. Ettore Rosato, Segretario del Copasir e Commissione Affari esteri e comunitari.

«Per l’Italia è fondamentale dare un forte segnale di affidabilità e stabilità. In questi mesi il sistema Paese, a causa dell’annuncio di una serie di iniziative in relazione al settore finanziario e NPL rischia invece di perdere credibilità. La tutela del debitore in difficoltà va assicurata in coerenza con quanto accade sul territorio comunitario senza creare asimmetrie che poi si ripercuoterebbero inevitabilmente prima sui mercati e poi su tutti i cittadini», ha spiegato l’On. Alessandro Cattaneo, Commissione Politiche dell’Unione Europea.