In Italia esistono circa 425mila imprese innovative. Ma oltre il dato numerico, in quali regioni e settori operano? Quali sono le loro caratteristiche distintive rispetto all’universo delle circa 6 milioni di imprese italiane?
Un’analisi originale, frutto dell’esame dell’ampio patrimonio informativo del Gruppo CRIF, ha approfondito questi quesiti e fatto emergere delle interessanti evidenze.
In particolare, nello studio CRIF sono state individuate le aziende con maggiore propensione all’innovazione tramite lo Score Innovazione, indicatore della suite di Advanced Analytics di CRIF integrati nella piattaforma di marketing intelligence Margò.
Tale score consente infatti di classificare le imprese in funzione del proprio tasso di innovazione, basandosi su varie fonti informative, quali ad esempio business information, open data, brevetti/marchi/certificazioni, digital attitude, livello di internazionalizzazione.
Approfondendo l’analisi, si nota come le imprese con un alto livello di innovazione siano rappresentate per oltre il 70% da società di capitali e sempre per oltre il 70% da aziende micro (ossia aziende fino a 10 dipendenti o con fatturato minore di 2 milioni di euro).
In termini di anzianità aziendale, si osserva inoltre come le imprese innovative siano principalmente costituite da aziende con oltre 10 anni di attività (circa il 65%).
Regioni e settori in cui operano
Con riferimento al tasso di incidenza delle imprese innovative sul totale delle aziende a livello regionale, si nota come le regioni del Nord presentino una maggior concentrazione di imprese innovative, in particolare la Lombardia con circa il 15% di imprese innovative sul totale.
A livello settoriale, i comparti con una maggiore presenza di imprese innovative sono: Farmaceutica (60,3% di imprese innovative sul totale), Chimica (49,9%), Meccanica Strumentale (47,7%), Elettronica (42,2%) e Meccanica e Mezzi di Trasporto (37,7%). Di contro, Commercio al dettaglio, Ingegneria Civile, Impiantistica, Costruzione e Agricoltura rappresentano i settori con la minore incidenza di imprese innovative.
Rischiosità e solidità finanziaria
Analizzando il comportamento di pagamento delle aziende innovative, grazie ai dati estratti dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, si nota una minore incidenza delle imprese che pagano con ritardi oltre 30 giorni rispetto al dato medio nazionale (7,3% delle imprese innovative vs 9,5% del totale aziende Italia).
In termini di rischiosità creditizia, analizzata sulla base del patrimonio informativo di EURISC, il Sistema di Informazioni Creditizie di CRIF, le imprese innovative si mostrano molto meno rischiose rispetto al totale delle aziende italiane.
Focalizzandosi sulle società di capitali e sui settori con maggiore concentrazione di imprese innovative, si nota un significativo gap tra i tassi di default di quest’ultime rispetto a quelli delle restanti imprese (non innovative), confermando la minore rischiosità delle prime anche in termini creditizi.
Interessante notare come anche i settori a minor concentrazione di imprese innovative confermino per queste una rischiosità inferiore rispetto alle non innovative, con tassi di default in alcuni casi dimezzati, a conferma di come l’innovazione possa rappresentare un elemento di differenziazione anche in ottica di rischiosità creditizia.
Inoltre, l’analisi dei bilanci dell’ultimo triennio mostra mediamente un profilo finanziario delle imprese innovative più robusto, sia in termini di performance economiche che di sostenibilità dell’indebitamento finanziario.
In particolare, le imprese innovative sono caratterizzate da tassi di crescita del fatturato mediamente più elevati rispetto alle non innovative, con scostamenti anche a doppia cifra.
Si confermano migliori performance anche in termini di marginalità operativa lorda (EBITDA Margin), a riprova di come l’innovazione possa apportare maggior valore alle soluzioni e ai prodotti offerti dalle imprese al mercato.
Per quanto riguarda la sostenibilità finanziaria in termini di rapporto tra indebitamento finanziario lordo ed EBITDA, le imprese innovative si attestano mediamente su livelli più conservativi, beneficiando anche della maggior capacità reddituale dimostrata.
Le imprese che innovano hanno maggiori potenzialità in termini di sviluppo del business e di posizionamento competitivo all’interno del mercato di riferimento e sono anche quelle caratterizzate da un profilo di rischio creditizio mediamente migliore.
Questo è confermato da tassi di default medi più bassi, anche dimezzati in alcuni settori, rispetto alle imprese non innovative.
L’innovazione rappresenta quindi un’opportunità per le imprese ma può trasformarsi anche in un rischio qualora non sia opportunamente governata, in quanto richiede impegni finanziari anche elevati, in alcuni casi cambiamenti operativi e, per definizione, possibilità di insuccesso.
I player finanziari giocano evidentemente un ruolo cruciale per il successo di queste imprese ma devono dotarsi di adeguati sistemi e processi interni per saperle valutare e sostenerle finanziariamente, con un approccio consulenziale e di partnership di medio lungo periodo.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.