Secondo le ultime analisi CRIBIS, a un anno di distanza aumentano i ritardi gravi nei pagamenti commerciali (oltre 30 giorni), che nei primi 9 mesi del 2023 si assestano al 9,4%. Nello stesso periodo sono state 5.468 le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento (+1,48%). Ma sono ancora lontani i dati negativi del pre-pandemia.
Gli ultimi studi elaborati da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, consentono di analizzare l’andamento dei pagamenti e delle liquidazioni giudiziali, offrendo una fotografia aggiornata dello stato di salute delle imprese italiane nei primi 9 mesi del 2023.
Pagamenti: ritardi gravi in lieve crescita, paga puntualmente il 41,1%
Secondo lo Studio Pagamenti di CRIBIS, nell’ultimo anno i pagamenti con oltre 30 giorni di ritardo (ritardi gravi) raggiungono il 9,4%, in aumento rispetto al 9,1% del Q3 2022, confermando un lento ma continuativo peggioramento nella puntualità dei pagamenti. Tuttavia, il dato sui ritardi gravi si mantiene distante rispetto ai dati negativi registrati nel Q4 2019 (10,5%) e nel Q4 2020 (12,8%).

A settembre 2023 i pagatori puntuali rappresentano il 41,1% del totale delle realtà italiane analizzate, dato in linea rispetto al terzo trimestre del 2022 (41,2%), ma che mostra un miglioramento sia rispetto al Q4 2019 (34,7% pre-pandemia) che al Q4 2020 (35,7%).
I tempi medi di pagamento sono pari a 71 giorni, che rappresenta la media nazionale. In particolare, si sottolinea il dato sulle microimprese che confermano la performance positiva con una concentrazione del 42,8% di pagatori puntuali, e una media di tempi di pagamento di 69 giorni, ma che registrano anche il più alto livello di ritardi gravi (10,3%).
I pagamenti per settori merceologici e aree geografiche
Per quanto riguarda i settori, nell’ultimo anno si è assistito a una crescita dei ritardi gravi per diversi gruppi merceologici. In particolare, rispetto allo stesso trimestre del 2022, il settore dei Trasporti ha registrato un aumento del 21,5%, seguito da Costruzioni (+16,5%), Servizi per le persone (+13,3%), Installatori (+12,7%), Energy&Telco (+12,3%) e Industrie del legno e dei mobili (+11,1%).
La crescita dei ritardi nei pagamenti in questi settori è influenzata principalmente dal contesto inflazionistico, dalle fluttuazioni nel costo delle materie prime e dall’instabilità dei mercati energetici, nonché dai problemi di liquidità delle imprese.
Dall’analisi sulle macroaree geografiche il Nord Est risulta l’area geografica più affidabile con il 47,9% di pagamenti regolari, stabile rispetto al Q3 2022 (47,8%). Per quanto riguardo il Nord Ovest, lo studio evidenzia un miglioramento della puntualità dei pagamenti per la Valle d’Aosta, che passa dal 35,8% del terzo trimestre 2022 al 40,2% del Q3 2023.
Le imprese dell’area Sud e Isole continuano a mostrare le maggiori criticità con aumento dei ritardi gravi, che salgono al 14,8% dal 14,6% dello stesso trimestre 2022. In leggero miglioramento i pagamenti puntuali che si assestano al 28,6% rispetto al 28,1% dello scorso anno.
Per quanto riguarda le regioni, la Lombardia, l’Emilia-Romagna e il Veneto sono quelle con la maggiore quota di pagamenti regolari (sopra il 47%), mentre la Sicilia e la Calabria occupano l’ultima posizione del ranking regionale del pagamento puntuale con una quota pari al 23,7% per la prima e del 25% per la seconda. Il Trentino-Alto Adige è la regione con la media più bassa pari a 64 giorni medi, mentre Lazio e Calabria sono le regioni con i valori più alti (82 e 81 giorni medi).
Fallimenti delle imprese: sono stati 5.468 dall’inizio del 2023
Dall’Analisi sulle Liquidazioni Giudiziali realizzata da CRIBIS emerge come, seppure in netto miglioramento nelle percentuali rispetto al periodo pre-pandemia, si stia assistendo a un lieve incremento del numero di liquidazioni giudiziali su base annua, che potrebbe aumentare ancora nell’ultimo trimestre del 2023 a causa di un contesto macro economico difficile e incerto.
Nel dettaglio, sono state 5.468 le imprese italiane che hanno dichiarato fallimento nei primi nove mesi del 2023, in linea (+1,48%) rispetto allo stesso periodo del 2022, ma in diminuzione del 32,9% rispetto allo stesso periodo del 2019 (pre-pandemia).
Nel terzo trimestre di quest’anno le aziende che hanno dichiarato fallimento sono state 1.563, +8,8% rispetto allo stesso periodo del 2022, ma in diminuzione del 13,5% rispetto al terzo trimestre 2021, uno dei momenti più critici della pandemia. I concordati preventivi sono stati 292 nei primi 9 mesi di quest’anno, 60 nell’ultimo trimestre (in calo del 26,8% rispetto al Q3 2022 e -45% rispetto al Q3 2019).
Le regioni che hanno registrato il maggior numero di liquidazioni giudiziali sono Lombardia (316), Lazio (154), Veneto (157), mentre le aree geografiche con i dati inferiori sono Trentino-Alto Adige (13), Basilicata (8), Molise (7) e Valle D’Aosta (1). Da evidenziare anche il dato riguardante l’Emilia-Romagna con 89 liquidazioni giudiziali.
Per quanto riguarda i settori con un maggior numero di liquidazioni giudiziali, il Commercio è quello che risulta particolarmente in crisi, con un numero di 1.738 di liquidazioni giudiziali al 30 settembre, seguito dai Servizi (1.374), dall’Industria (941) e dall’Edilizia (923).
Il quadro sullo stato di salute delle imprese trova ulteriore conferma nelle ultime analisi di CRIF Ratings che, in un contesto caratterizzato da una limitata crescita economica reale, elevata inflazione e tassi di interesse in rapida risalita, stima che i tassi di default delle società capitali italiane faranno segnare un ulteriore incremento, sino a raggiungere per la fine del 2023 un livello intorno al 3%.
In questo scenario, l’adozione di strumenti digitali innovativi come i Business Financial Management (BFM) può essere di grande aiuto nel fronteggiare le sfide legate alla liquidità e alla gestione finanziaria. Questi sistemi possono infatti fornire un supporto notevole alle imprese nella gestione dei flussi di cassa attraverso un monitoraggio accurato delle entrate e delle uscite, ottimizzando i processi di pagamento e riducendo errori, tempi e costi.