In Italia esistono circa 485mila imprese che trainano l’innovazione in diversi settori. A rivelarlo un focus dell’Osservatorio sulle Imprese elaborato da CRIF sulla base del proprio patrimonio informativo.
In particolare, analizzando tutto l’universo delle imprese italiane, costituito da circa 6 milioni di aziende, sono state individuate quelle con maggiore propensione all’innovazione tramite lo Score Innovazione, indicatore che fa parte della suite di Advanced Analytics di CRIF integrati nella piattaforma di marketing intelligence Margò.
Tale score consente di classificare le imprese in funzione del proprio tasso di innovazione, basandosi su business information, open data, brevetti/marchi/certificazioni, digital attitude, livello di internazionalizzazione.

Approfondendo le loro caratteristiche, si nota come le imprese con un alto livello di innovazione siano rappresentate per circa il 68% da società di capitali e per circa un 22% da società con fatturato superiore ai 2 milioni di euro.

A livello regionale, si osserva come le regioni del Nord presentino una maggior concentrazione di imprese innovative, in particolare la Lombardia con circa il 29% di imprese innovative, incidenza quasi doppia a quella osservata sul totale.
Analizzando il comportamento di pagamento delle aziende innovative, grazie ai dati estratti dallo Studio Pagamenti di CRIBIS, si rileva una minore incidenza delle imprese che pagano con ritardi oltre 30 giorni rispetto al dato medio nazionale (8,8% delle imprese innovative vs 12,7% del totale aziende Italia).

La rischiosità creditizia, analizzata sulla base del patrimonio informativo del Sistema di Informazioni Creditizie EURISC, conferma un profilo delle imprese innovative molto meno rischioso rispetto al totale delle aziende italiane.

Focalizzandosi sulle Società di Capitali e sui settori con maggiore concentrazione di imprese innovative, emerge un significativo gap tra i tassi di default di quest’ultime rispetto a quelli delle restanti imprese (non innovative). Interessante notare come anche i settori a minor concentrazione di imprese innovative confermino per queste una rischiosità inferiore rispetto alle non innovative, con tassi di default in alcuni casi quasi dimezzati, a conferma di come l’innovazione possa rappresentare un elemento di differenziazione anche in ottica di rischiosità creditizia.
Questo articolo è stato pubblicato sul numero di novembre 2025 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop.