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Crediti deteriorati: a che punto siamo e quali le previsioni future

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In questo episodio di define banking next, la serie di podcast sulla banca del futuro che AziendaBanca realizza insieme a CRIF, parliamo di crediti deteriorati e del livello di rischio atteso per il 2023.

Abbiamo approfondito l’argomento con Simone Rosti, Senior Director di CRIF.

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AG. A fine marzo è uscita l’ultima edizione dell’Osservatorio NPE di CRIBIS Credit Management: quale è la situazione degli NPE in Italia?

SR. Allora, il quadro che emerge dal recente Osservatorio NPE realizzato da CRIBIS Credit Management evidenzia un'inversione del trend dei tassi di default nel corso del 2022.

In particolare, per le società di capitali questo tasso è salito del 50% rispetto all'1,6% dell'anno precedente, mentre per le società di persone è aumentato del 36% rispetto al 2021.

La stessa tendenza la registriamo anche per le famiglie produttrici, ovvero le ditte individuali, il cui tasso di default è salito al 2%, mentre resta stabile il trend delle famiglie all'1,2%, quindi con una percentuale invariata rispetto all'anno precedente.

AG. Ci puoi dare qualche dato specifico per gli stage 2 e UTP (unlikely to pay)?

SR. Dall'analisi degli stock in poi risultano aumentati i volumi dei crediti classificati sia come inadempienze probabili, cosiddetti UTP, che quelli in stage 2.

In particolare, questi ultimi hanno superato quota 263 miliardi, circa il 13,1% del totale degli impieghi bancari. I settori produttivi più rischiosi risultano essere le costruzioni e le infrastrutture, insieme ai servizi e con logistica e food and beverage, che hanno registrato incrementi maggiori rispetto allo scorso anno.

Al contrario, i settori con una ridotta quota di esposizione rimangono quelli dell'estrazione oil and gas, la chimica e la farmaceutica.

Per quanto riguarda invece le inadempienze probabili, i cosiddetti UTP, l'analisi conferma il trend degli ultimi anni, Troviamo ancora tra i settori più rischiosi quelli legati all'immobiliare e alle costruzioni, all'intrattenimento e al commercio in generale.

Vorrei sottolineare che la situazione di incertezza è legata all'aumento dei tassi di interesse, all'inflazione e al tema della liquidità: questi risulteranno essere eventi cruciali per le imprese nel 2023, che sarà un anno chiave per valutare l'effettiva stabilità dell'economia reale del Paese.

AG. In riferimento al mercato delle cessioni NPE, quali sono stati i principali trend che hanno caratterizzato gli ultimi due anni? In altre parole, come sta andando il mercato delle cessioni NPE in Italia?

SR. Per analizzare le dinamiche dello stock NPE, faccio riferimento all'analisi che svolgiamo in partnership con Credit Village, che è focalizzata proprio sull'andamento delle cessioni dei crediti.

Nel 2022 sono state fatte operazioni di cessioni NPE per circa 34 miliardi, di cui l'83% collegato a portafogli NPL e il 17% portafogli in UTP. Si tratta del valore più basso degli ultimi sei anni.

Un altro dato importante è che per la prima volta si è registrato un numero di operazioni maggiore sul mercato secondario rispetto a quello primario e anche questo rappresenta un fattore importante di discontinuità che probabilmente segnerà una nuova traccia per i prossimi anni.

AG. Quale è la situazione, invece, per il recupero stragiudiziale?

SR. Provo a evidenziare alcuni punti che sintetizzano la situazione complessiva del recupero stragiudiziale.

Diciamo, anzitutto, che registriamo una contrazione delle performance di recupero stragiudiziale, con un calo principale dei crediti che non sono garantiti da immobili.

Altro punto è che nel 2022 le procedure giudiziali sono incrementate di circa il 6,5%, spinte soprattutto dalle procedure esecutive immobiliari, con un +10% rispetto all'anno precedente.

È poi confermato come trend il calo del numero di procedure di liquidazioni giudiziali iscritte con un meno 31% rispetto al 2021, ovvero il minimo storico dal 2008.

Restano stabili i tempi medi per portare a termine le liquidazioni con circa sei anni di media.

Infine, la grande novità del 2022, che con le nuove disposizioni legislative non si parlerà più di fallimento ma di liquidazione giudiziale dei beni.

AG. Quali sono le previsioni/attese per il 2023 del mercato degli NPE?

SR. Considerando il quadro macroeconomico incerto, fatto da aumento dei tassi di interesse e dell’inflazione, oltre al tema della liquidità, si prevede per il 2023 che il trend dei tassi default bancari continui a crescere.

Quindi, come ho già accennato, per le imprese sarà un anno cruciale per valutare l'effettiva stabilità dell'economia reale nel nostro Paese.

C'è poi un fatto di attualità, a cui vorrei fare riferimento, in questa V edizione dell'Osservatorio NPE di CRIBIS Credit Management

Una sezione è stata infatti dedicata all'introduzione del Giudice di Pace al processo civile telematico nell'ambito della nuova riforma Cartabia, che ha interessato la giustizia civile.

Il go live della riforma è previsto per il 30 giugno 2023 e ci si attende un impatto significativo per potenziare la celerità e flessibilità dei procedimenti, nell'ottica proprio di efficientare i processi e seguire le direttive di uno dei pilastri guida del PNRR.

AG. Veniamo allora alla collaborazione di CRIF con le banche proprio su questi temi: su quali fronti operate e con quali strumenti?

SR. Allora, innanzitutto vorrei ricordare che CRIBIS Credit Management è una società del gruppo CRIF con 25 anni di esperienza nella gestione dei crediti deteriorati, con oltre 500 risorse e che serve circa 80 clienti tra i principali player bancari, finanziari e assicurativi.

CRIBIS Credit Management gestisce ogni anno 1,7 milioni di pratiche e ha ottenuto anche per il 2022 il rating Fitch per le attività di Special Services per la gestione degli NPL.

Per quanto riguarda l'innovazione, la soluzione di ultima generazione Credit Management Analytics, abbreviato in Cre.M.A., che è un applicativo as a service in cloud che consente di automatizzare la segmentazione delle posizioni a recupero attraverso processi di smart data management e modelli di scoring personalizzati per tipologia di controparte, di credito e di stato di deterioramento.

L'obiettivo è proprio quello di supportare la banca nell'ottimizzazione dei processi di management, che possono essere gestiti in outsourcing o internamente, con un approccio tradizionale o totalmente digitale, accelerando il processo di evoluzione analitica e tecnologica per la gestione degli NPE.