Alla fine di maggio di quest’anno il factoring ha superato un volume d’affari di 113 miliardi di euro.
Ad annunciarlo è Assifact, in occasione dell’Assemblea annuale a Milano, che sottolinea in particolar modo la crescita delle operazioni di supply chain finance, con un turnover che ha raggiunto gli 11,45 miliardi di euro.
Il 2024 del factoring
Al momento, con 113,11 miliardi di euro, il settore del factoring vale il 14% del PIL e risulta in crescita del 2,46% rispetto allo stesso periodo (gennaio-maggio) del 2023.
Ma la vera accelerazione del factoring è attesa per il secondo semestre dell’anno, con le previsioni di Assifact che puntano a un tasso medio di crescita dei volumi, anno su anno, del 3,58% per l’intero 2024.
Ancora maggiore è il tasso di crescita nei primi 5 mesi dell’anno delle operazioni di Supply Chain Finance: +4,02% sul 2023 (11,45 miliardi).
Un mercato stabile
Il factoring a fine 2023 ha raggiunto un turnover di 290 miliardi di euro (+0,87%), confermandosi abbastanza stabile nonostante il contesto di mercato che ha visto scendere del 3,8% anno su anno il credito erogato alle imprese.
Con un simile volume d’affari il mercato italiano rappresenta una quota significativa del mercato mondiale (8%) e di quello europeo (12%).
Reverse factoring e confirming i più utilizzati
Le operazioni di reverse factoring e confirming nell’ambito della Supply Chain Finance rappresentano, alla chiusura del 2023, il 10% circa del totale del mercato italiano del factoring, con un turnover complessivo di 27,8 miliardi di euro, in lieve flessione dello 0,73% rispetto al 2022.
Le imprese cedenti attive al 31 dicembre 2023 che hanno fatto ricorso al factoring per la gestione del proprio capitale circolante sono risultate oltre 32 mila, di cui il 63%, in termini di numero di imprese, è rappresentato da PMI.
Sul totale le imprese della manifattura rappresentano la quota maggiore (con il 30,44%), seguite da commercio all’ingrosso e costruzioni.
Aumenta la qualità del credito
La qualità del credito rimane un fattore distintivo dell’attività di factoring e si mantiene eccellente: le esposizioni lorde deteriorate e le sofferenze al 31 dicembre 2023 risultano rispettivamente pari al 3,08% e all’1,44% rispetto al totale delle esposizioni per factoring, in diminuzione rispetto alla fine del 2022.
L'importanza della Supply Chain Finance
La Supply chain finance (SCF) è stata al centro del dibattito in Assemblea. Le soluzioni di SCF, in particolare Reverse factoring e Confirming, rappresentano un approccio innovativo che consente alle aziende di ottimizzare i flussi finanziari lungo la catena di fornitura, migliorando la liquidità, riducendo i costi e rafforzando le relazioni tra acquirenti e fornitori.
Aderire a un programma di Reverse factoring o Confirming porta all’impresa fornitrice benefici di natura finanziaria, commerciale e organizzativa:
- il fornitore ha accesso con facilità a fonti di liquidità aggiuntive attraverso cui anticipare l’incasso dei crediti commerciali verso l’impresa buyer;
- la disponibilità di liquidità aggiuntiva consente alle PMI di cogliere opportunità di business che altrimenti potrebbero sfuggire, investire in nuovi progetti, migliorare le relazioni con il cliente e negoziare condizioni di acquisto più vantaggiose con i propri fornitori.
La digitalizzazione e la maggiore consapevolezza
Le piattaforme di SCF migliorano l'efficienza delle operazioni fra fornitore e cliente attraverso la digitalizzazione degli scambi informativi e consentono una più agevole gestione delle eventuali controversie commerciali.
I fornitori che aderiscono a programmi di SCF sono più predisposti a ricorrere a soluzioni abilitate da nuove tecnologie e a individuare (a maggior ragione se ne hanno necessità) fonti di finanziamento alternative a quelle tradizionali per i fabbisogni finanziari connessi al circolante.
Verso la transizione sostenibile della filiera
Le soluzioni di Supply Chain Finance rappresentano inoltre uno strumento ideale per supportare la transizione sostenibile della filiera: è infatti possibile impostare programmi appositamente pensati per premiare le performance ESG dei fornitori con l’accesso al programma stesso a condizioni di maggior favore, incentivando la filiera a intraprendere un percorso di transizione sostenibile.
Le nuove regole europee: Late Payment Regulation
Con questi numeri positivi, il settore del factoring si appresta ad affrontare l’impatto sulla catena della fornitura delle nuove normative europee contro i ritardi di pagamento delle imprese e sulla sostenibilità aziendale.
“Dalla Late Payment Regulation alla Corporate Sustainability Due Diligence Directive (CSDDD): le sfide della Supply Chain Finance” era proprio il titolo della parte pubblica dell’Assemblea 2024 di Assifact.
Massimiliano Belingheri ha introdotto nella sua Relazione il tema cruciale della nuova normativa sui termini di pagamento delle transazioni commerciali (Late Payment Regulation). L’impatto potenziale per le imprese, ha affermato, «è ancora incerto ma sicuramente non indolore. Il settore del factoring è pronto a cogliere la sfida, fornendo alle imprese le risorse finanziarie per provvedere all’accorciamento dei tempi di pagamento effettivi senza impattare eccessivamente la propria struttura finanziaria.
È fondamentale che la revisione della Definition of Default nel factoring, contenuta nell’ultimo mandato EBA tenga conto delle peculiarità del settore e si raccordi con la Late Payment Regulation, per evitare il rischio di una contrazione dell’offerta di credito sul circolante, soprattutto per le piccole e medie imprese».