Niente più grandi strutture, tanta automazione e AI. IDC immagina così il data center del futuro: le aziende preferiranno centri più piccoli e posizionati in modo strategico, dove la gestione infrastrutturale sarà affidata al machine learning.

Verso la decentralizzazione
Già durante il 2019, secondo IDC, il 25% delle aziende a livello globale ha intenzione di abbandonare i grandi data center vicini alla sede principale a favore di strutture di dimensioni minori e meglio posizionate in termini di latenza e risposta di servizio. Il tutto sulla spinta dell’enorme flusso di dati provenienti da più fronti. E con una inversione di tendenza rispetto agli ultimi anni, che invece avevano visto le aziende alle prese con la chiusura dei dati center più piccoli e lontani a favore della concentrazione in mega strutture.
Tra edge e core, il data vault…
Si tornerà così verso il sistema definito edge, lasciando gradualmente alle spalle le strutture core. Se è vero però che sempre più dati sommergeranno le aziende, l’esigenza di conservarli e gestirli al meglio passerà inevitabilmente da data center intermedi, a metà strada tra le grandi strutture aziendali e i piccoli centri dislocati sul territorio. Uno strumento intermedio di “data vault”, come lo definisce IDC, sarà infatti scelto dal 40% delle aziende entro il 2020.
…governato dall’AI
E le aziende si serviranno dei cosiddetti “colocator” per gestire lo spostamento dei dati tra i vault, i data center interni e i cloud data center. Una gestione particolarmente complessa, dove saranno sempre più necessarie le nuove tecnologie: intelligenza artificiale e machine learning in primis. Tanto che, secondo IDC, entro il 2022 il 50% degli asset IT dei data center aziendali potrà essere gestito tramite AI.