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Banche. Le 4 leve formative per evolvere nel credito alle imprese

inFinance formazione su credito alle imprese

Ivan Fogliata, Executive Partner di inFinance e Presidente del Consiglio di Amministrazione di SüdtirolBank

Digital lending, AI, criteri ESG per la gestione del rischio e, infine, la capacità di sviluppare una visione a tutto tondo. Sono le quattro direttrici di evoluzione che caratterizzano le esigenze formative delle banche quando si guarda al credito alle imprese.

«La prima è il mondo della digitalizzazione del credito e del fintech – racconta Ivan Fogliata, Executive Partner di inFinance e Presidente del Consiglio di Amministrazione di SüdtirolBank. In questo ambito, la parola chiave è digital lending, ovvero la gestione digitale di tutte le fasi del credito, che vanno dall’onboarding del cliente alla raccolta e analisi dei dati, sino alla fase di delibera».

I motori di AI e i modelli previsionali

La seconda direttrice di cambiamento è invece l’intelligenza artificiale, che alimenta i motori di analisi dei dati grazie a una sempre più ampia disponibilità di informazioni.

Pensiamo alla direttiva PSD2, che a breve si evolverà nella PSD3, che permette alle banche di accedere ai movimenti di conto di un’impresa presso altri istituti di credito e analizzare, in tempo reale e in modo aggregato, i flussi di cassa utili a valutarne la sua capacità di rientrare dal debito.

«I motori di AI non analizzano solo i dati storici, ma si spingono nel realizzare modelli previsionali che sono resi obbligatori dalle linee guida EBA loan origination and monitoring – sottolinea Fogliata.

Inoltre, quando si parla di intelligenza artificiale, si assiste a un interessante cambio di paradigma: l’operatore del credito non dovrà più avere solo risposte giuste, ma dovrà avere la capacità di fare le giuste domande all’AI. La mole di dati che quest’ultima è in grado di gestire è stupefacente ma, per sfruttarla al massimo, anche attraverso il linguaggio naturale che i recenti modelli ci hanno abituato a utilizzare, occorre avere ben chiaro che cosa si cerca».

Criteri ESG nella valutazione del credito

Una banca con operatori formati per utilizzare al massimo le nuove tecnologie, potrà certamente avere una marcia in più nella gestione del rischio di credito. Una tipologia di rischio che, oggi, deve essere analizzato da numerose angolazioni.

«La terza dimensione di evoluzione è quella verso un credito che tenga conto dei fattori di sostenibilità ambientale ESG – precisa Fogliata. L’aumento dell’importanza dei fattori ambientali, sociali e di governance richiede formazione sulla valutazione di sostenibilità delle imprese, nel nuovo contesto della CSRD.

Soprattutto perché il tema può risultare delicato: se da un lato, infatti, è fondamentale ridurre le emissioni di gas serra, dall’altro deve essere valutata la capacità di creare reale valore attraverso gli investimenti sull’ambiente».

Come investono le imprese nella sostenibilità?

Per inFinance, esistono quattro esiti possibili di politiche ESG applicate in azienda: «investire, aumentando quindi i costi ma nel contempo anche i ricavi e i prezzi, come fatto ad esempio dalla Tesla della prima ora; investire, ma nel contempo poter aumentare la domanda, come Nespresso che ha di recente lanciato le capsule compostabili – elenca Fogliata –; investire ma nel frattempo osservare una riduzione dei costi, ad esempio installando pannelli fotovoltaici; e infine, investire e osservare solo un aumento dei costi, come per i settori hard to abate, quali le acciaierie che devono trovare soluzioni per compensare la CO2 emessa».

I possibili rischi

I rischi dei percorsi ESG sono quindi alquanto alti e devono essere analizzati dai professionisti del credito.

«Pensiamo al mondo europeo dell’automotive, la ricerca spasmodica e accelerata di riduzione delle emissioni ha portato a un importante incremento del rischio di credito di tutta la filiera legata al settore – evidenzia Fogliata.

I grandi player hanno subito importanti cali dei volumi, che si sono riverberati a cascata sulle imprese italiane, storicamente fornitrici specializzate di componenti e soluzioni per l’auto.

Il paradosso è che il mondo del credito è portato a rifuggire da questo settore, proprio quando il medesimo è interessato dal più grande cambiamento della propria storia guidato dal tema ambientale!».

Una visione a tutto tondo e l’elemento curiosità

Quanto esposto finora, ci porta alla quarta direttrice di cambiamento, che è la capacità di visione a tutto tondo.

Lo specialista del credito, quindi, non può limitarsi a essere un bravo analista di bilancio e di dichiarativi fiscali, competenze che comunque restano irrinunciabili e da coltivare, ma deve anche sviluppare la capacità di mettere insieme competenze tecniche e informatiche, nuove tecnologie e avere coscienza del percorso di cambiamento verso la sostenibilità ambientale, sociale e di governance.

«I percorsi formativi sono sicuramente fondamentali e devono essere trasversali per toccare tutti i temi affrontati; ma il vero consiglio alle banche e agli operatori del credito – conclude Fogliata – è quello di riuscire a stimolare e mantenere alto uno dei motori fondamentali della motivazione: la curiosità».

Approccio forward looking per evitare il deteriorato

Nel mondo del credito deteriorato emergono necessità di skill particolari e specifiche. Perché il miglior modo per gestire il rischio di deterioramento è evitarlo.

«Spesso tra le competenze creditizie mancano l’assiduità del monitoraggio delle posizioni e l’analisi di bilancio con un focus sui primi segnali di deterioramento – spiega Fogliata.

Molte banche si limitano a considerare un credito in deterioramento solo quando osservano ritardi o sconfini sulle proprie linee di affidamento, ma l’azienda, prima di arrivare a quel punto, ha già attivato le fonti di finanziamento “anomale”, più semplici e meno problematiche come il fisco, per poi passare a ritardi con fornitori non strategici.

Il vero forward looking si basa quindi sulla capacità di osservare il passato, monitorandolo nel continuo, per immaginare come si svilupperà quel credito nel futuro».

 

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di ottobre 2024 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop