Così Fire reagisce al Coronavirus

Piena continuità lavorativa, smart working e stop alle trasferte. Vediamo come Fire ha reagito all’emergenza Covid-19.

Fire Bommarito Sergio

Dal 22 febbraio avviata la business continuity

Fire è un player indipendente nella gestione del credito: il suo quartier generale è a Messina. Una zona decisamente lontana da quelle interessate nella primissima fase dell’emergenza Coronavirus: l’azienda ha comunque avviato una serie di iniziative per limitare il rischio di contagio. Trasferte bloccate, sì, ma anche implementazione già dal 22 febbraio delle procedure di business continuity e disaster recovery.

«Abbiamo bloccato le trasferte settimane fa – racconta Sergio Bommarito, Presidente di Fire – dalle prime avvisaglie, preferendo strumenti di videoconferenza, non solo per noi, ma anche per le committenti con cui erano previsti incontri di persona. Grazie a questa tempestività abbiamo ad esempio evitato ad alcuni responsabili di società clienti di rimanere bloccati in quarantena dopo un viaggio aereo»

Un piano ben testato: il 98% del personale in telelavoro da subito

Con l’attivazione del team interno di Crisis Management, il dipartimento di Information Technology ha proceduto al roll out di quanto necessario (e pronto all’uso, grazie ai regolari test condotti) per mantenere inalterata la produttività: il lavoro agile è stato avviato rapidamente, con il 98% del personale nelle condizioni di avere continuità lavorativa.

Operativi, in modo diverso

Fire, dunque, ha continuato a essere operativa. Le persone hanno lavorato da casa, magari dal tavolo della cucina, e mettendo insieme le esigenze del regime famigliare, tra la chiusura delle scuole e il divieto di lasciare la propria abitazione. I consulenti del credito continuano, anche nella nuova condizione, a raggiungere 170mila persone al giorno e 4,125 milioni di persone al mese. «Abbiamo cominciato a svuotare consistentemente gli uffici – prosegue Bommarito – a favore del lavoro da remoto per garantire spazi salubri a chi rimaneva in ufficio, con tutte le misure del caso inclusa la disinfezione straordinaria di ambienti e strumenti di lavoro e video tutorial rispetto alle norme di igiene e comportamentali. Se sei informato, non credi alle fake news che generano solo panico e ansia».

Il cliente ha bisogno di dialogo

E proprio in questo momento di emergenza, crisi e soprattutto incertezza la gestione dei crediti richiede un approccio nuovo. Le persone non possono (o non potrebbero) muoversi di casa e sono quindi più facilmente raggiungibili. Vivono l’isolamento, a volte la solitudine, e hanno voglia di dialogare: Fire ha infatti rivelato che la durata media delle chiamate si è allungata con l’emergenza Covid-19. E, certamente, oltre alla voglia di contatto umano in queste lunghe conversazioni potrebbero esserci i primi segni di maggiori difficoltà nel pagamento.

Fare bene il proprio mestiere per il bene di tutti

«Sul fronte della nostra attività – conclude Bommarito – quello che possiamo fare oggi per supportare le nostre committenti, e di riflesso l’economia, è continuare a far bene il nostro mestiere, adattando le nostre soluzioni al momento storico. La domanda di servizi a supporto del credito è in cambiamento e si evolverà ancora nelle prossime settimane, soprattutto sotto la spinta delle misure adottate ieri dal Governo. È fondamentale ad esempio intercettare le possibili criticità prima che si trasformino in situazioni di debito più complesse, cercando di capire che problemi potrebbero avere famiglie e piccole-medie imprese, anche quelle che non hanno mai avuto difficoltà. A loro va garantito un percorso sostenibile per evitare il sovraindebitamento».