Yeap: come funziona il CFO virtuale per le imprese

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Yeap è un servizio digitale di contabilità. Si presenta come un “CFO virtuale” al servizio delle imprese di ogni dimensione.

Abbiamo chiesto al CEO di Yeap, Andrea Zaccheo, di raccontarci meglio che cosa fa Yeap.

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AG. Andrea, che cosa è Yeap?

AZ. Yeap è un portale che vuole rendere semplice qualcosa che per le imprese di solito è complicato.

Ci rivolgiamo a tutte le PMI che non hanno competenze interne in termini di CFO o di responsabile amministrativo o contabile. E non hanno gli strumenti digitali per gestire l’elaborazione dei dati.

Noi vogliamo aiutare l’imprenditore, che non ha una competenza specifica, a gestire una serie di attività essenziali per il governo dell’impresa: la pianificazione, l’analisi della redditività, l’analisi della fattibilità, l’analisi di scenari particolari.

C’è poi tutta la parte di analisi dei dati contabili, per capire come valutare l’azienda storicamente e in prospettiva, sia in ottica bancaria sia per valutarne le performance rispetto a un fornitore o a un cliente molto grosso e che vuole valutarne la solidità.

Yeap è anche di supporto nella definizione dei budget mensili e annuali, monitorando anche le attività svolte e quindi le performance infraperiodo.

Sono tutte attività che il piccolo imprenditore non fa, perché ha altro da fare e non è abituato a farlo. Ma che gli servono per controllare come va l’azienda, quanto è solvibile e solida. E per individuare in anticipo quelli che potrebbero essere dei rischi. 

Il mercato è sempre più competitivo e complicato, i margini si riducono e la competizione aumenta. Serve consapevolezza dell’ecosistema in cui lavora un’impresa, anche alla luce della nuova normativa sulla crisi. 

AG. Per quale tipo di impresa è pensata Yeap e quanti clienti avete a oggi?

AZ. Avevamo in mente aziende con un fatturato di 5, 10 o 15 milioni circa. In realtà il fatturato in sé non è un elemento così importante: ci sono aziende che fatturano molto di più e non sono ancora strutturate con determinati processi.

Diciamo che Yeap è particolarmente utile alle aziende con una situazione “decisionale”, un profilo gestionale verticistico e accentrato su un imprenditore, in cui non ci sono competenze interne ma ci si affida a consulenti esterni, tipicamente il commercialista.

L’elemento fondamentale è che queste aziende non dispongono di strumenti informativi evoluti per monitorare la propria situazione. 

Un mondo servito da un ecosistema di servizi e professionisti, e quindi commercialisti, consulenti del lavoro, avvocati, che dalla nuova normativa sullo stato di crisi sono definiti come “gli esperti”. 

È a loro che l’azienda si deve riferire per gestire la composizione negoziata, uno step intermedio verso la normativa definitva che dovrebbe entrare in vigore entro il 2023. Questo ecosistema è un veicolo importante per riuscire ad acquisire una PMI.

Abbiamo lanciato i nostri servizi a marzo del 2021 e attivato una serie di canali distribuzione, compresa la piattaforma Valore24. In questi dieci mesi circa abbiamo acquisito oltre 900 licenze e attivato circa 350 clienti. 

AG. Rivolgiamoci a un imprenditore che sente parlare di Yeap. Quanto costa e quali competenze deve avere?

AZ. I costi all’ingresso sono pensati per questa fascia di mercato. Offriamo licenze mensili ma anche a 12 mesi, con contenuti diversi: solo pianificazione, pianificazione e analisi dei dati contabili, oppure si può aggiungere anche controllo e gestione.

I costi variano da poche decine o centinaia di euro per le licenze mensili, dipende dal canale distributivo, fino alle licenze complete che arrivano ai 750 euro. Il prezzo non è sicuramente una barriera per questo target di impresa. 

Non c’è bisogno di competenze particolari per usare Yeap, la piattaforma definisce in modo semplice, utilizzando format predefiniti, l’import dei dati necessari. 

Elaborare un piano e analizzarlo è semplicemente una procedura di raccolta di alcune ipotesi alla base di qualsiasi business model.

Sono tutte informazioni facilmente raccoglibili e in modo automatico vengono elaborati i prospetti di bilancio previsionali e le analisi.

AG. Accennavi prima al 2023 in cui dovrebbe diventare pienamente operativo il Codice della Crisi. Le PMI sono pronte a questa novità e come potete aiutarle voi di Yeap?

AZ. Innanzitutto bisogna capire in che modo la normativa sulla crisi entrerà in vigore: resterà quella che era al momento in cui è stata congelata o ci saranno modifiche?

Sicuramente la maggior parte delle aziende non sono pronte a rispondere e a organizzare tutte le attività necessarie. Una parte si rivolgerà ai consulenti e ai commercialisti. 

Però ci stiamo anche preoccupando più del necessario. Le attività prescritte dalla nuova normativa sono l’ABC dell’imprenditore: il controllo del flusso di cassa a 6 o 12 mesi non deve essere un obbligo normativo ma un esercizio per verificare la solidità del business model. 

Monitorare la solvibilità e implementare un controllo forward looking, previsionale, per controllare elementi di crisi, è parte del lavoro dell’imprenditore.

AG. La carenza di informazioni e di trasparenza è spesso indicata come un elemento di difficoltà nel rapporto tra piccola impresa e mondo bancario. Yeap può aiutare l’impresa a raccontarsi meglio?

AZ. La difficoltà nel rapporto tra piccole aziende e mondo bancario è spesso dovuta alla limitata capacità di dare trasparenza al modello dell’impresa, al contenuto della propria attività.

Strumenti come Yeap aiutano sicuramente in primis l’imprenditore a essere più consapevole delle dinamiche delle imprese, per poterle spiegare meglio valorizzando i propri punti di forza.

Può così raccontare alla banca qual è il proprio progetto alla banca e al mercato, dimostrando anche di avere il controllo sui conti, di essere consapevole di quello che accade in azienda e soprattutto di quello che potrebbe accadere. 

E questo sicuramente consente di accreditarsi in banca in modo diverso. 

 

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