PODCAST DEFINE BANKING

Stripe: «non solo pagamenti, siamo un’infrastruttura al servizio dei merchant online»

Stripe: «non solo pagamenti, siamo un’infrastruttura al servizio dei merchant online»

Alessandro Astone, Country Manager Italia di Stripe

In questo episodio di #define banking parliamo di Stripe. Un’azienda che a marzo 2021 ha concluso un round di finanziamento da 600 milioni di dollari raggiungendo una valutazione di 95 miliardi di dollari. 

Abbiamo intervistato Alessandro Astone, Country Manager Italia.

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Alberto Grisoni. In apertura di episodio chiediamo a tutti gli intervistati di presentare la realtà per cui lavorano. Stripe è già molto nota, ma puoi raccontarci meglio come siete presenti in Italia?

Alessandro Astone. Stripe è un’azienda irlandese-americana famosa per quello che offre nel settore dei pagamenti. Ma in realtà noi operiamo in un contesto più ampio, ci definiamo un’azienda tecnologica che costruisce infrastrutture per l’economia Internet. Forniamo questa infrastruttura per spostare denaro in tutto il mondo senza problemi e in sicurezza, e la chiamiamo GPTN (Global Payments and Treasury Network). Offriamo una piattaforma che permette a merchant online, quindi aziende che vendono i propri prodotti o servizi nel web, di avere tutta una serie di funzionalità e di prodotti che li aiutano a ottimizzare la gestione del denaro sulle proprie properties digitali.

AG. A proposito di merchant: una vostra indagine recente ha mostrato che molti siti di commercio elettronico italiani presentano diversi problemi, al momento del check out. Che margini di miglioramento ci sono per queste aziende che già vendono online, ma non lo fanno nel modo migliore?

AS. Da anni conduciamo una ricerca specifica appunto su “usi e costumi”, per così dire, dei principali siti di commercio online in Europa in Italia andando ad analizzare le performance di questi commerce soprattutto sul check out, cioè al momento in cui il cliente paga.

In Italia restano spazi di miglioramento abbastanza importanti in molti siti. Abbiamo anche creato una sorta di libretto delle istruzioni su come ottimizzare la propria user experience. Ad esempio, quando ci troviamo a dovere digitare le 16 cifre di una carta di pagamento, ci aspettiamo che il sito web abbia delle soluzioni per semplificarci la vita. Come degli spazi automatici ogni 4 cifre per verificare più facilmente se abbiamo digitato giusto. E invece, molte volte questo non accade.

Oggi oltre un terzo dei consumatori europei (37%) dichiara di completare la maggior parte dei propri acquisti da un dispositivo mobile, quindi su device che visivamente hanno delle restrizioni. Sarebbe importante ottimizzare l'utilizzo di questi strumenti e quindi rendere un po’ la vita più facile all'utente.

Ancora. Al momento del pagamento, spesso non si possono utilizzare i dati della carta di credito che l’utente ha salvato sul browser: questo in Italia accade meno che in Europa, ed è un dato positivo per il nostro Paese. Manca anche l’integrazione con i wallet più diffusi: anche in questo caso basterebbe un click o un tap per condividere i dati di pagamento e di spedizione, semplificando la vita al cliente. 

AG. In effetti sono tutti esempi che nella nostra esperienza di acquirenti online ci convincono, ma che evidentemente non vengono ritenuti essenziali dai rivenditori. Oggi, sul mercato, esistono molte piattaforme di e-commerce chiavi in mano, pronte all’uso con poche personalizzazioni. È un’alternativa utile per un’azienda che vuole vendere online? E come collaborate con loro?

AS. Molte realtà vendono mediante queste piattaforme. Un’azienda che oggi vuole avviare l’attività di e-commerce trova molte soluzioni pronte all’uso, compresa Stripe, che vanno combinate tra di loro per costruire la propria presenza.

Questo ecosistema di realtà complementari e parte della stessa filiera sono pronte all’uso e l’esperienza del Covid lo conferma. Con il lockdown molti esercizi fisici hanno chiuso improvvisamente e l’unico modo per continuare a lavorare era iniziare a vendere online. Migliaia di piccole e medie aziende si sono affacciate a questo mondo. 

In Italia e in altri Paesi l’esplosione del commercio elettronico è un caso di successo anche grazie a queste piattaforme. Lato pagamenti, tutte le piattaforme operanti in Europa hanno plug-in con fornitori di servizi di pagamento e Stripe è partner dei principali provider.

Oggi è molto semplice costruire un proprio sito e-commerce: si carica il catalogo e si integrano gli strumenti di pagamento. Prevedendo anche alternative ai circuiti più noti per soddisfare i clienti di Paesi specifici: se voglio vendere in Germania, mi conviene inserire Sofort tra le opzioni di pagamento. E con i plug-in posso farlo in pochi click.

AG. Dicevamo prima degli altri servizi aggiuntivi che offrite ai merchant. Avete da poco lanciato Revenue Recognition in Italia e, da qualche mese, c’è anche Stripe Issuing.

AS. Come dicevo inizialmente, Stripe è un fornitore di servizi a 360 gradi per il segmento delle imprese che operano online. Revenue Recognition è una funzionalità che si trova all’interno di un prodotto, Stripe Billing, che è una suite di funzionalità che permette a un merchant di costruire i propri piani di abbonamento e proporli al cliente.

Il merchant può così incassare un pagamento e decidere, con l’ausilio di Stripe, in quale periodo fiscale, a quale account o su quale prodotto imputare quegli incassi, in modo del tutto automatico. Anche la reportistica è automatizzata e questo facilita enormemente la vita a chi si occupa di controllo di gestione, rendicontazione e controllo finanziario.

Stripe Issuing è un prodotto per l’emissione di carte di credito, virtuali o fisiche, brandizzabili con i colori e il logo del merchant. Queste carte sono affidate ai dipendenti o ai collaboratori per una serie di acquisti legati alla loro attività. Un’azienda di delivery, ad esempio, può fornirla ai corrieri per fare il pieno al motorino o acquistare piccoli ricambi di emergenza per la bicicletta. L’azienda può caricare dei fondi, prevedendo delle limitazioni e tenendo le spese sotto controllo. È solo un paio di esempi dei moltissimi casi di uso possibili.