Oltre 200 round per raccogliere poco più di 1 miliardo. L’ecosistema startup italiano resta incapace di decollare, e nonostante siano aumentati di ruond di investimento (+10,5% di operazioni), i capitali raccolti non sono sufficienti a permettere loro di scalare. Anzi calano del 22% rispetto allo scorso anno.
I dati provengono dal report “Humans SIOS” presentato sul palco di SIOS25 Winter, l’edizione milanese del decennale dello StartupItalia Open Summit.
Poche big in Italia
I mega deal pesano quasi il 40% della raccolta complessiva. Le operazioni top – AAVantgarde Bio (122 milioni), Nanophoria (83,5 milioni), Exein (70 milioni), Hercle (52 milioni) – concentrano risorse in settori maturi come fintech (16 round, 7,9%), biotech/medtech/lavoro-HR (13 ciascuno, 6,4%) e deeptech (12 round, 5,9%).
La Lombardia assorbe il 47,3% dei deal (96 round), mentre l’equity crowdfunding crolla a 48 milioni (-9,2%).
Allarme scala
«Investire di più e con maggiore determinazione è la chiave per diventare protagonisti nello scenario europeo – sottolinea Paolo Barberis di Nana Bianca. Se l’Italia frena con 1,1 miliardi raccolti in 204 round (-22% sui capitali), l’Europa accelera verso una maturità invidiabile: il report State of European Tech 2025 di Atomico dipinge un continente con oltre 40.000 aziende tech finanziate (triple rispetto a un decennio fa), quasi 4.000 che superano i 25 milioni di dollari annui e 1.200 unicorni o giganti da 100 milioni, pronti a sfidare i mercati globali».
Come va in Europa
L’Europa cresce con 33 miliardi nei primi 9 mesi (+7%), ma l’Italia resta marginale senza exit strutturali: solo 23 operazioni nei primi 9 mesi, contro i 177 miliardi USA.
A trainare l’Europa sono hub presenti nel Regno Unito (14,4 miliardi), Germania (7,4 miliardi), Francia (6,1 miliardi), Svezia (2,5 miliardi), Finlandia (2,3 miliardi) e Spagna (2 miliardi), che generano round da record come IQM (300 milioni) o Tekever (500 milioni), e fondi da capogiro come Cathay Innovation (1 miliardo).
Eppure, persino lì barriere come borse frammentate ed exit scarsi (M&A/IPO) frenano il decollo.
«Il quadro europeo decolla, l’ecosistema è stabile, eppure l’Italia arranca: numeri in calo e pochi exit potrebbero portarci a uno stallo, isolandoci dai leader europei. Urge fare sistema con alleanze, politiche audaci e strategie condivise per scalare e competere globalmente – osserva Simone Pepino, CEO di StartupItalia. L’appello lanciato sul palco di SIOS25 Winter, con focus su “Humans” al centro della tech, è netto: solo un sistema Paese coeso può evitare il rischio di immobilismo e favorire più exit per trasformare startup in campioni globali».