Scalable. In Italia puntiamo su brokerage e investimenti a lungo termine

Scalable
Alessandro Saldutti, Country Manager Italia di Scalable

Scalable Capital punta sui servizi di brokeraggio per il pubblico di investitori digitali italiani. Che sempre più spesso si informano per gestire in autonomia i loro investimenti al punto che Scalable, unicorno wealthtech operativo in sei Paesi europei, in Italia non ha ancora lanciato il servizio di gestione patrimoniale digitale, puntando sul brokerage.

Ne abbiamo parlato con Alessandro Saldutti, Country Manager Italia di Scalable.

AG. Alessandro, innanzitutto: puoi spiegarci che cosa è Scalable Capital e che cosa offre?
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AS. Scalable è una piattaforma per il risparmio e l'investimento. Permettiamo alle persone in 6 diversi paesi europei di investire nei mercati finanziari.

Con Scalable puoi fare investimenti diretti, quindi scegliere tu in quali azioni, portafogli o ETF investire.

Oppure, puoi impostare dei piani di accumulo (PAC) automatizzati in ETF e in azioni. Con pochi click puoi creare un meccanismo automatico per cui il primo giorno di ogni mese vengono detratti dal tuo conto corrente i soldi che hai deciso di investire in un ETF, ad esempio 100 euro.

Crediamo nei PAC perché sappiamo che in Italia molte persone vogliono costruire la loro pensione, ad esempio. Nel nostro Paese, il gap pensionistico è un problema molto sentito.

Ci sono poi persone che vogliono raggiungere obiettivi, lasciare un’eredità ai figli, comprare una casa. Oppure proteggere i loro risparmi dall’inflazione.

AG. Scalable è operativa in diversi mercati. In Italia è arrivata nel 2022: che potenziale vedete nel nostro Paese?

AS. Io sono chiaramente di parte, essendo il responsabile del mercato italiano. Ma, in effetti, in Italia vedo un grandissimo potenziale.

Lato domanda, hai oltre un miliardo di euro che sono ancora nei conti correnti, a beneficiare di un rendimento prossimo allo zero. E non lo dico io, lo dice l’Associazione Bancaria Italiana.

Questi soldi fermi nei conti correnti, considerando un tasso di inflazione del 3%, dimezzano il loro valore reale nel giro di venti anni.

Le persone fanno molta fatica a risparmiare, a mettere da parte del denaro, per i loro obiettivi. Ma lasciando fermi quei soldi, tra venti anni il loro potere d’acquisto sarà dimezzato.

Ecco perché c’è una domanda crescente di investimenti, nel nostro Paese.

Lato offerta, invece, che cosa c’è? La maggior parte delle persone investe andando in banca. E molte fonti indipendenti, da ESMA fino a Morningstar, ci dicono che i costi per gli investimenti presso le banche italiane sono tra i più alti al mondo.

Le polizze, i fondi comuni, costano molto: circa il 2 o 3% all’anno.

Ma è ancora più grande il problema dei costi nascosti, che le persone pagano senza saperlo.

Se vai in centro città e chiedi alle persone per la strada “quanto state pagando per i vostri investimenti?”, il 90% non ti saprà rispondere. E quando non sai quanto paghi, la risposta è quasi sempre “molto”.

AG. Stiamo chiamando in causa il tema dell’educazione finanziaria degli italiani. Che, sappiamo, sono appassionatissimi di prodotti percepiti come sicuri come il conto deposito, un prodotto appena tornato in auge. Come si lavora sulle competenze finanziarie degli italiani?

AS. Il conto deposito non è uno strumento sbagliato in sé: può avere senso per determinati obiettivi. All’italiano medio piace, perché è molto semplice e permette di sapere in anticipo quanto si riceverà in futuro.

Negli investimenti, però, c’è una regola fondamentale: ciò che sembra sicuro nel breve termine, è rischioso nel lungo.

Il conto deposito sembra sicuro nel breve, ma a cinque, dieci o venti anni ha sempre perso contro l’inflazione. Oggi il rendimento nominale dei conti deposito sembra elevato, ma lo è anche l’inflazione.

Quando l’inflazione scenderà, così faranno i tassi. Il rendimento reale, cioè il rendimento nominale meno l’inflazione, è molto basso.

Al contrario, l’investimento in mercati finanziari, e soprattutto in azioni, è un investimento volatile in un orizzonte temporale breve, ma a cinque, dieci o venti anni ha sempre battuto l’inflazione, offrendo anche rendimenti reali positivi.

AG. Passiamo all’offerta di Scalable, che si declina in due ambiti, Broker e Wealth. Iniziamo da Scalable Broker: che cosa offrite in breve?

AS. Scalable Broker permette di investire prendendo le proprie decisioni in autonomia. Non c’è un’altra persona che ti dice che cosa devi fare.

Noi ti diamo gli strumenti di informazione ed educazione finanziaria, ma poi sarai tu a creare il tuo portafoglio finanziario in base ai tuoi bisogni.

Lo facciamo, però, in modo più semplice, trasparente e meno costoso rispetto a qualunque altra soluzione di pagamento esistente oggi in Italia. Puoi investire una cifra minima di 1 euro in ETF, fondi comuni o anche criptovalute, con costi dai 99 centesimi di euro in giù.

I Piani di Accumulo non hanno costi di ordine.

Oggi il maggior broker/banca in Italia ha un costo medio per operazione tra i 15 e i 20 euro. Se riesco a risparmiare 200 euro al mese, non posso pagare 10 euro di commissioni per investirli: quel 5% è una zavorra iniziale pesantissima.

Anche la semplicità d’uso è importante. Le piattaforme di broker e banche tradizionali in Italia sono state costruite anche trenta o venti anni fa. Non sono nativamente mobile, né facili da utilizzare, né chiare e trasparenti.

AG. Quello della semplicità è un aspetto a volte trascurato, che però ha fatto il successo di alcune fintech internazionali. Molti clienti scelgono queste piattaforme proprio perché facili da usare, anche se a volte nascondono costi nascosti, tipicamente in forma di spread, dietro lo slogan di zero commissioni...

AS. Servono sia semplicità sia trasparenza. Credo sia una responsabilità del broker non ingannare il cliente, come invece è stato fatto in alcuni casi durante la pandemia. Alle persone in lockdown è stato proposto un aspetto quasi ludico dell’investimento: più speculare in borsa che pensare al lungo termine.

Noi invece puntiamo sugli obiettivi futuri, sulla responsabilità. E lo facciamo con la semplicità delle piattaforme nativamente digitali. D’altronde, su 500 persone dello staff di Scalable, 250 sono ingegneri e software developer.

AG. Veniamo a Scalable Wealth, cioè il servizio di gestione patrimoniale digitale, non ancora attivo in Italia. Che obiettivi potreste avere nel nostro mercato e come mirate a distinguervi dai competitor?

AS. Rispetto a Scalable Broker, dove le scelte vengono fatte dal cliente, con Scalable Wealth il cliente indica i propri obiettivi e la sua avversione al rischio, mentre il portafoglio diversificato viene proposto da Scalable Capital.

Siamo noi a occuparci di tutte le scelte. Scalable Wealth non è disponibile in Italia e stiamo valutando se lanciarlo, non ci sono tempistiche determinate.

Abbiamo però deciso di prioritizzare Scalable Broker perché sempre più persone si rendono conto che gestire un proprio portafoglio non è così complesso. Certo, devi stare attento al temperamento, agli sbalzi d’umore, soppesare le notizie, non farti prendere dall’euforia.

I mercati, inevitabilmente, saliranno e scenderanno. Mentre l’investitore deve mantenere la rotta.

Sempre più persone si informano, imparano e prendono il controllo dei loro risparmi. Anche per questo, finora, non abbiamo ancora scelto di lanciare Scalable Wealth in Italia.

 

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