La preoccupazione degli investitori è ben visibile online. Rimbalza tra le recensioni su Trustpilot e Google, lo scambio di opinioni e consigli sui Forum e Reddit, le segnalazioni inviate alle redazioni, tra cui la nostra. Decine di progetti finanziati col crowdfunding immobiliare, lending ed equity, presentano ritardi nel rimborso (o nella exit). Di mesi, in generale, a volte di qualche anno.
E chi in quei progetti ci ha investito riversa, inevitabilmente, la propria frustrazione sul web.
Al di là di qualche eccesso verbale, dalla lettura di centinaia di commenti e opinioni emerge una storia comune. Alcuni progetti si sono trovati in difficoltà, quasi sempre per ragioni di mercato. Gli investitori, in generale, sono piuttosto consapevoli del rischio a cui si sono esposti: un rendimento prospettato a due cifre, specie un paio di anni fa quando i tassi erano ancora a zero, non è certo risk-free.
Il grande rimprovero riguarda un altro aspetto. Gli investitori vorrebbero una comunicazione più puntuale, frequente ed empatica da parte dei portali. E questa è una lezione preziosa da imparare per il crowdfunding in generale, proprio ora che il Regolamento UE ha creato regole comuni per la creazione di un mercato europeo.
Che cosa sta succedendo
Scorrendo le recensioni e i forum, è inevitabile notare che il numero di segnalazioni di progetti in ritardo si impenna, come immaginabile, a metà del 2023. E nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di problemi legati al rallentamento del mercato immobiliare che, insieme al rialzo dei tassi, ha ovviamente colpito anche i progetti finanziati col crowdfunding.
Da un lato, troviamo le aziende costruttrici, alle prese da tempo con il rincaro generalizzato delle materie prime, un vero e proprio boom avviato con Superbonus 110%. E il dietrofront governativo proprio su questa misura, con il blocco dell’acquisto dei crediti fiscali, ha messo ulteriormente in difficoltà molte imprese, che hanno questi crediti in pancia e non sanno che farsene.
Dall’altro, c’è la domanda di immobili. Che, nel 2023, è in calo. Complici il rialzo dei tassi di interesse e la minore propensione al rischio delle banche, le erogazioni sono calate a doppia cifra percentuale, come confermano i dati di Crif. In alcuni progetti residenziali gli appartamenti e le case sono pronti alla vendita, ma i potenziali acquirenti non riescono a ottenere un mutuo.
Il ruolo dei portali
I portali di crowdfunding si trovano presi tra due fuochi. Gli investitori inviperiti da un lato. Le aziende in difficoltà dall’altra.
Alcuni commenti e recensioni si interrogano sulle procedure di selezione dei progetti applicate dai portali. Ma per il contesto di mercato sintetizzato poco fa, è oggettivo che nel 2022 un progetto poteva essere ritenuto valido e in linea con la domanda di mercato. Mentre, oggi, può non esserlo più.
Certo, non nascondiamocelo: ci sono anche casi di indagini giudiziarie, ma si tratta di vicende ancora in corso e con almeno un paio di episodi legati a questioni burocratiche e autorizzative. Ma dal punto di vista degli investitori poco importa: i loro soldi sono bloccati e chissà se e quando arriveranno.
Altri progetti ancora, specialmente nei portali di crowdfunding immobiliare storici, risulterebbero invece problematici da prima del rialzo dei tassi alcuni, segnalano gli investitori, addirittura dal 2019/2020. E qui entra in campo il rischio di mercato, come spiegato nel nostro articolo sui rischi del crowdfunding immobiliare.
Nessuna piattaforma di crowdfunding ha modo di impedire che il mercato cambi direzione, va da sé. Anche la migliore delle valutazioni iniziali non può ipotizzare sconvolgimenti geopolitici, impennata di energia e materie prime, repentino rialzo di inflazione e tassi di interesse crescenti dopo un decennio di letargo.
A mancare è la comunicazione
Ma, come detto, non è del rischio di mercato che si lamentano gli investitori. Molti utenti si sentono abbandonati, di fronte alla scarsa comunicazione da parte dei portali. Che viene ritenuta insufficiente per frequenza e contenuti di messaggi, ma anche dal punto di vista della vicinanza e dell’assistenza fornita.
Ci sono casi in cui le richieste di dilazione di rimborso di capitale e interessi arrivano mediante una email semplice, riportando un mittente con un nome diverso da quello del portale. Un’azienda mai sentita che invia un freddo messaggio con linguaggio burocratico, allegando un PDF da firmare, scansionare e inviare.
L’aspetto emotivo dilaga nei messaggi in cui ci si interroga sulla sorte del proprio denaro e su come, e quando, l’investimento verrà rimborsato. Alcuni raccontano di progetti chiusi in grande ritardo e con rendimenti nettamente più bassi del previsto.
Molto frequentemente, l’investitore si lamenta della mancanza di stime sulle possibili tempistiche di rientro. Si vorrebbero aggiornamenti costanti sulle procedure di recupero, che per loro natura sono lunghe e complesse. Gli addetti ai lavori lo sanno. Ma chi ha investito, a quanto pare, vorrebbe sentirsi dire “niente di nuovo, ma non ci siamo dimenticati di te”.
Il rischio reputazionale
Il rischio per i portali è quindi squisitamente reputazionale. Perché chi oggi cerca informazioni su questo o quel sito di crowdfunding si imbatte inevitabilmente in questa lunga serie di lamentele.
E non è certo la migliore lettera di presentazione, per un settore che sta completando l’adeguamento a un Regolamento Europeo che ne riconosce l’importanza.