Perché il crowdfunding, con il regolamento ECSP, crescerà ancora

regolamento crowdfunding

Siamo in dirittura d’arrivo per il recepimento del Regolamento Europeo sui Fornitori di Servizi di Crowdfunding, indicato con l’acronimo ECSP.

Se ne è parlato ampiamente al Festival del Crowdfunding, manifestazione che ha toccato le città di Roma, Padova e Bologna.

Impatto positivo

L’impatto previsto per l’ECSP è positivo: la creazione di regole uniche per l’intera Unione Europea crea infatti quel level playing field che, a livello comunitario, ha sempre portato a una maggiore maturità dell’offerta e della domanda.

Lato offerta, l’armonizzazione delle regole (quando presenti, perché la situazione nei diversi Paesi è eterogenea) e l’apertura della concorrenza a un livello comunitario spinge verso una maggiore professionalizzazione e razionalizzazione.

Se il crowdfunding europeo farà un salto di qualità, infatti, possiamo aspettarci che serviranno più competenze per accompagnare le imprese e fare crescere le piattaforme, aprendo a opportunità di lavoro nel crowdfunding.

Ma il regolamento impone anche una serie di procedure, a tutela in primis dell’investitore. E questo, oltre a creare una maggiore fiducia nel settore imporrà anche degli adempimenti che potrebbero mettere in difficoltà i player meno strutturati.

Vediamo quali sono i nuovi adempimenti.

ECSP: come si fa domanda

Con l’entrata in vigore dell’ECSP, ogni Paese membro dell’Unione Europea deve designare un organo competente che “vigila” sul crowdfunding.

È a questo organo che ogni piattaforma presenta la domanda di approvazione: i tempi stimati sono di 25 giorni per la verifica della correttezza della domanda e fino a 3 mesi per l’approvazione.

Una volta ottenuto lo status di fornitore di servizi di crowdfunding locale, per operare su un altro mercato europeo sarà sufficiente contattare il Regolatore nazionale, che informerà l’autorità del Paese target e comunicherà l’ok alla piattaforma.

ECSP: che cosa cambia

Ecco i principali adempimenti in capo agli ECSP.

Le piattaforme di crowdfunding dovranno completare le procedure di antiriciclaggio (AML) e di KYC sulle realtà che presentano i progetti in piattaforma. L’EBA le imponeva già per gli investitori.

Su questo fronte risultano avvantaggiate le piattaforme di equity crowdfunding, già regolate da Consob in materia di AML e KYC.

Nel lending crowdfunding, invece, gli investimenti avranno un impatto maggiore: chi ha soluzioni IT proprietarie dovrà probabilmente spendere di più rispetto a chi ha scelto un fornitore SaaS.

Le piattaforme di crowdfunding dovranno profilare l’investitore con un questionario di adeguatezza. Un investitore “non qualificato” è soggetto a un limite d’investimento pari a 1.000 euro o del 5% del capitale, facilmente aggirabile con una dichiarazione della comprensione del rischio dell’investimento.

Anche il proponente (il progetto caricato in piattaforma) andrà profilato, con un matching tra caratteristiche del progetto e quelle dell’investitore. Ed è prevista una simulazione dell’impatto delle possibili perdite per l’investitore.

I nuovi modelli emergenti

Il regolamento ECSP non si limita a portare a livello europeo la concorrenza in ambito crowdfunding. Ma, di fatto, abilita alcune evoluzioni del modello di business.

In primis, piattaforme ibride di crowdfunding, che gestiscono con una sola piattaforma tecnologica lending, equity e titoli di debito, pur mantenendo vetrine diverse.

Ci sarà una semplificazione anche per le realtà che già oggi operano in diversi paesi. Lita.co, ad esempio, opera in Francia, Belgio e Italia ma lo fa con tre piattaforme separate e distinte, al momento.

Una seconda possibile evoluzione è l’implementazione di forme di autoinvesting: l’investitore può infatti definire parametri specifici, all’interno della piattaforma, per reinvestire automaticamente il denaro in quei progetti che rispettano i criteri fissati.

Infine, una bacheca elettronica, il famoso mercato secondario del crowdfunding: un mercato di scambio, ovviamente non assistito, per cedere i propri investimenti o acquisire quelli di altri.

Ma quando entra in vigore l’ECSP?

La fine del periodo transitorio è fissata per novembre 2022, con una possibile estensione al 2023.

Il punto è che, a oggi, l’Italia non ha ancora designato l’organo competente che può raccogliere le domande di adesione e, nel caso, chiedere una proroga al 2023 per la fine del periodo transitorio.

Questo ritardo suscita molta preoccupazione per gli operatori, perché la scadenza di novembre si avvicina e i tempi tecnici di autorizzazione potrebbero causare problemi.

Verso una razionalizzazione del mercato?

L’inevitabile domanda è: le piattaforme di crowdfunding esistenti reggeranno il colpo? Assisteremo a fusioni, acquisizioni, uscite dal mercato?

Lato offerta, sicuramente il crowdfunding (in tutte le sue declinazioni) ha visto un proliferare di piattaforme. In alcuni ambiti, come nel reward crowdfunding, il numero di operatori si è già ridotto in modo “naturale” nel corso del tempo.

In realtà, però, non è affatto scontato che nel prossimo futuro assisteremo a una riduzione del numero di attori che si muovono sul mercato.

E questo per almeno tre ragioni:

  1. La domanda di investimenti crowd è in fortissima crescita. E, con l’aumento dei volumi, diverse piattaforme potrebbero trovare la quadra per restare competitive sul mercato e tenere il passo;
  2. La maggiore professionalizzazione del crowdfunding richiede specifiche tecniche di marketing e di gestione delle community di investitori. Già oggi abbiamo piattaforme specializzate su tematiche sociali o ambientali, oppure su asset specifici (dall’immobiliare ai crediti giudiziali). Esistono sicuramente ulteriori nicchie di investitori a cui rivolgersi con un’offerta mirata e studiata per una platea europea;
  3. Alcune realtà hanno già, o si conquisteranno in futuro, una forte connotazione locale, a volte anche grazie a partnership con banche e associazioni del territorio. Quel legame con gli stakeholder, tra l’altro tipico del Terzo settore, è un fattore di resilienza da non sottovalutare.

 

 

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