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SexTech

MySecretCase, fatturato oltre i 13 milioni. Dal 2022 anche i pagamenti dilazionati

MySecretCase

Fatturato e utili in crescita per MySecretCase, l’e-commerce italiano attivo nella “sex industry”. L’azienda chiude infatti il 2022 con un fatturato che supera i 13 milioni di euro (+30%) e un EBITDA positivo. E ora l’azienda punta a chiudere il 2023 con una crescita del 30% anno su anno.

I sex toys restano il core business dell’azienda con la realizzazione di capsule collection in partnership brand della moda o personaggi dello spettacolo, come Dsquared2 o Tommaso Zorzi.

Una community di 1,7 milioni di persone

Tuttavia, MySecretCase punta anche su un potenziamento delle strategie di marketing e un consolidamento ulteriore della brand awareness, attraverso l’organizzazione di progetti di educazione sessuale come MySecretCase Education.

Attualmente MySecretCase vanta una community social di 1,7 milioni di utenti, 2 milioni di interazioni mensili e quasi 90 milioni di impression ogni mese.

«Il 2022 è stato un anno di importante crescita dove abbiamo ampliato le partnership anche con aziende innovative come ClearPay e AccessiWay per la dilazione dei pagamenti e l’accesso alla navigazione per le persone con disabilità» dichiara Norma Rossetti, CEO di MySecretCase.

Abbiamo intervistato Norma Rossetti a febbraio 2021, per farci raccontare gli inizi di questa azienda e il suo rapporto con il mondo bancario, tutt'altro che facile all'inizio.

«Quando siamo partiti nel 2014 non volevano neanche aprirci un conto corrente – racconta la CEO, Norma Rossetti. Abbiamo usato la banca dove avevamo i nostri rapporti personali e fu quasi una cortesia aprirne uno intestato alla società. Tra tutti i tabù che abbiamo incontrato per marketing, recruiting, affitto dell’ufficio, c’è stato anche questo».

Raccolta totale a 3,7 milioni

Poi sono arrivati gli investimenti. Il primo, da 50mila euro, «da un seed investor tedesco, ex rocket che ha poi coinvolto altri friends & family sempre stranieri – prosegue Rossetti. Il mondo degli investitori italiani, seppur piccoli angels, non conosceva questa industry e di sicuro non pensava di investirci. Con il primo di seed di 150mila euro siamo cresciuti e nel 2016 abbiamo fatturato 900mila euro. Abbiamo così dimostrato l’esistenza di un mercato e attirato l’attenzione di un piccolo fondo svizzero, che poi è diventato nostro lead investor. Nel 2017, grazie al fatturato, al tono di voce, alla presenza di MySecretCase sulle testate femminili, ci hanno invitato a fare alcuni road show. E quando abbiamo chiuso il primo round da 1 milione, siamo diventati una case history: la prima startup italiana di questa industry che raccoglie fondi e va sulla TV nazionale. E questo nonostante il modello di e-commerce non così innovativo, lavorando sulla brand reputation e sull’informazione, grazie alle testate di lifestyle e a quelle finanziarie. Quando abbiamo chiuso il round B, la sorpresa: molti investitori reinvestono e se ne aggiungono di nuovi. Entrano anche il club degli investitori di Torino e Doorway lancia una campagna di equity investing. A oggi, in totale, abbiamo raccolto 3,7 milioni».

Cambiare la reputazione

La lotta culturale sullo sfondo è doppia: superare il pregiudizio verso il settore, ma anche cambiarlo dall’interno, verso un modello di informazione e consapevolezza. «È sempre stato tutto molto controverso – conferma Rossetti. Da una parte gli investitori erano attratti dall’idea di investire in una realtà che voleva sfidare un mercato nuovo e trasformare un paradigma culturale intorno al sesso e alla donna, dall’altra emergeva un perbenismo, un senso di pudore che li tratteneva. Ma era questa la nostra vera sfida: una mia grandissima soddisfazione è stata avere al tavolo degli investitori un professore over 70 della Bocconi. A oggi i fondi istituzionali non investono su di noi, proprio per quello che viene definita “mercificazione del sesso”. Vendiamo sex toys, facciamo un’informazione che manca totalmente nelle scuole, ci assumiamo come brand la responsabilità di farlo. Eppure, siamo nella categoria “armi e sesso”. Con le banche, invece, oggi non abbiamo più problemi. Certo, con un conto in banca che cresce e un’azienda che ha raggiunto la sua stabilità, è tutto semplice».

Il sogno: portare la produzione in Italia

Il 2021 si apre con sfide importanti: espansione internazionale e nuove categorie di prodotto, ma anche trasferire la produzione dei sex toys in Italia. «Tutto quello che abbiamo attraversato con la pandemia – conclude Rossetti – mi hanno fatto riflettere su quanti soldi distribuiamo all’estero, tra Europa e Cina. Di fatto, nel nostro Paese paghiamo solo l’ufficio e i dipendenti. In Italia però ci sono 50 aziende che lavorano il silicone medicale e finora siamo riusciti a intercettarne una sola, che non posso nominare, per produrre una parte degli oggetti che vendiamo, ma ci sono voluti mesi. Mi piacerebbe sostenere le aziende italiane creando una filiera nazionale e, anche se siamo molto indietro, noi ci siamo e vogliamo farlo».

Questo articolo è stato pubblicato sul numero di gennaio/febbraio 2021 di AziendaBanca ed è eccezionalmente disponibile gratuitamente anche sul sito web. Se vuoi ricevere AziendaBanca, puoi abbonarti nel nostro shop