Italian Insurtech Association

Quanto si investe nelle Insurtech in Italia? Nel 2021 raggiunti i 280 milioni

IIA investimenti insurtech in Italia

L’Insurtech in Italia ha raccolto 280 milioni di euro di investimenti nel corso del 2021. Nel 2020, l’Insurtech italiano si era fermato a soli 50 milioni. Il boom è quindi del 460% secondo l’Italian Insurtech Association che ha elaborato un Investment Index in collaborazione con l’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano.

Chi investe nell’Insurtech italiano

A trainare la crescita del settore nell’ultimo trimestre sono stati gli investimenti in startup, nello sviluppo di progetti Insurtech da parte di Compagnie, intermediari tech e digital player, oltre che in progetti di collaborazione su crossover digitali. In particolare, hanno avuto un ruolo decisivo gli investimenti da parte di aziende – compagnie assicurative, startup e intermediari – e fondi di investimento stranieri, pari al 25% del valore registrato dal mercato Insurtech quest’anno. Questa tendenza è confermata dalle stime sul 2022, in cui si prevede di raddoppiare gli investimenti, arrivando a oltre mezzo miliardo di euro.

Dove vanno gli investimenti Insurtech in Italia

Gli investimenti in Insurtech realizzati in Italia hanno riguardato principalmente lo sviluppo dell’offerta di prodotti e servizi (40%), dalla distribuzione di polizze (25%), investimenti in tecnologie e piattaforme tech (25%) e da ultimo la gestione sinistri (10%). Va sottolineato inoltre che a trainare gli investimenti in Insurtech nel nostro Paese sono solo 6 compagnie su 10, particolarmente attive a perseguire progetti di innovazione. Ed è proprio questo uno dei principali ostacoli da superare per far decollare gli investimenti in Insurtech e accelerare il processo di innovazione dell’intero settore assicurativo nel nostro Paese.

Che cosa fanno le Insurtech italiane

Come è composto l’ecosistema Insurtech in Italia? L’Osservatorio Fintech e Insurtech del Politecnico di Milano conta in Italia 130 realtà innovative, suddivise in due categorie: il 64% sono Insurtech in senso stretto, significa che offrono servizi assicurativi, mentre il 36% sono Tech Insurance, ossia offrono tecnologie per gli attori del settore assicurativo. Sebbene il valore dei capitali raccolti sia importante, il mercato risulta poco dinamico, soprattutto in considerazione della rilevante concentrazione degli investimenti nelle mani di pochi attori.

Crescono le startup Insurtech in Italia

Come evidenziato dalla quarta edizione dell’Osservatorio FinTech PwC, l’universo Insurtech in Italia ha registrato una crescita del +22%: sebbene sia un settore più “giovane” rispetto ad altri, ha giocato un ruolo chiave nel soddisfare la domanda di tutela e protezione nel campo della salute e della cyber security nel 2021, rinnovando soprattutto i modelli di erogazione dei servizi grazie all’attivazione di forme di relazione digitale a distanza.

Insurtech: confronto Italia-Europa

Nonostante questa accelerazione negli investimenti Insurtech in Italia, il volume degli investimenti in Italia in Insurtech risulta ancora insufficiente rispetto degli altri Paesi Europei. Infatti, la stima degli investimenti in Insurtech da parte della Francia per il 2021 è di 1,3 miliardi di euro, mentre Gran Bretagna e Germania arriveranno a superare 1,5 miliardi di euro. A livello mondiale, nel 2021 sono stati investiti 15 miliardi di dollari, mentre in Europa la cifra si aggira intorno ai 3,5 miliardi di dollari sull’intero anno e in Italia meno di 20 milioni di euro.

«Il volume degli investimenti raccolti nel 2021 è certamente significativo del circolo virtuoso che si è innescato nel nostro Paese e che come IIA ribadiamo da tempo. I trend in atto confermano la nostra previsione di arrivare a 1 miliardo di investimenti in Insurtech in Italia entro il 2023, a conferma dell’importanza di indirizzare sempre più risorse verso il digitale a vantaggio di tutto il settore assicurativo – afferma Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di IIA-Italian Insurtech Association. La trasformazione è cominciata, ma resta un forte gap da colmare rispetto a quanto avviene a livello internazionale in termini di investimenti in start up. Possiamo e dobbiamo fare di più. Serve in primis un cambio di mentalità: una visione di lungo periodo e una maggiore propensione culturale al rischio, senza fermarsi all’immediato ritorno degli investimenti. È fondamentale continuare ad aumentare gli investimenti attraverso la creazione e acquisizione di competenze digitali da parte di tutti gli operatori della filiera, maggiori sperimentazioni e collaborazioni, creazione di poli Insurtech, sviluppo di un modello open».