Il concetto di ecosistema assicurativo digitale è uno dei pilastri della rivoluzione Insurtech. Si tratta di un insieme di servizi e tecnologie che ridisegna da un lato il perimetro delle polizze, dall’altro il ruolo delle compagnie assicurative e dei loro partner.
Ne abbiamo parlato con Simone Ranucci Brandimarte, Presidente di Italian Insurtech Association, in un episodio del nostro podcast #define banking, di cui questo articolo è un adattamento testuale.
AG. Come possiamo definire un ecosistema assicurativo digitale?
SRB. L'ecosistema assicurativo digitale è un insieme di proposizioni di valore per il cliente finale, che sia un individuo, una famiglia o un'azienda.
Con insieme di valori intendiamo una garanzia assicurativa, quindi un prodotto assicurativo, a cui si sommano tecnologia, canali distributivi e servizi a valore aggiunto.
Ci sono esempi di ecosistemi assicurativi digitali ormai sotto gli occhi di tutti. In ambito Salute, abbiamo polizze unite a strumenti di monitoraggio e prevenzione, con tecnologie che monitorano la salute dell’individuo e i suoi dati, ma anche grazie all’integrazione con le strutture sanitarie. Non più un prodotto, ma un insieme di risposte ai bisogni crescenti ed evoluti del cliente.
Altri esempi possono riguardare la Casa, la Vita, lo Sport, i rischi cyber. In tutti questi ambiti vediamo un cambio di paradigma. In cui si passa da un approccio basato sul prodotto a uno che mette al centro il cliente.
AG. Abbiamo parlato sia di tecnologia, di digitale, sia di strutture fisiche, ad esempio il luogo in cui vengono erogate le prestazioni sanitarie. In un ecosistema, quali altri attori trovano spazio oltre a una compagnia assicurativa? E chi lo guida?
SRB. Un ecosistema è coordinatod a diversi soggetti. La compagnia assicurativa, che progetta e delivera il sistema di garanzie e che gestisce la relazione con il cliente. I technology provider, al plurale, che gestiscono le piattaforme, l’intelligenza artificiale e così via.
E poi gli erogatori, coloro che hanno accesso alla customer base o che, comunque, hanno il ruolo di distributori. Qui possiamo trovare telco, utilities e altri fornitori di servizi, che integrano quindi la proposition assicurativa con altri servizi ancillari, anche embeddati, di vario genere.
Il tema di chi controlla questo ecosistema è ormai sorpassato, in una logica di customer centricity. L’obiettivo finale è soddisfare l’esigenza del cliente in un contesto generale di penetrazione sotto soglia dei prodotti assicurativi. C’è un potenziale di sviluppo molto importante su segmenti di clientela sottoassicurati.
Per questo non c’è un problema di controllo dell’ecosistema: l’obiettivo è farlo funzionare. Ecco perché ci sono molte sperimentazioni e tavoli aperti, anche se a livello mondiale non ci sono molti casi di ecosistemi operativi e funzionanti.
Un caso di grande successo è Vitality, che ha avuto un tempo di evoluzione abbastanza ampio, e di basa sul tema della longevity e del lifestyle. È un operatore britannico che integra assicurazione, servizio, customer base, fornitori di servizi e tecnologie.
AG. Ci fai qualche altro esempio di ecosistema assicurativo?
SRB. Ci sono due grandi tipologie. Gli ecosistemi che vanno a integrare tutto ciò che concerne un tema, ad esempio la Casa: Internet delle Cose, quindi tecnologie di monitoraggio e conciergge legate ai prodotti assicurativi e che gestiscono le esigenze dell’utente.
La Salute segue le medesime logiche, con device indossabili che controllano la salute dell’utente, sistemi di prevenzione e strutture sanitarie di supporto.
Poi ci sono gli ecosistemi legati alle aziende, che beneficiano di un prodotto assicurativo ma anche di un sistema di welfare per dare valore ai propri dipendenti.
La seconda tipologia sono gli ecosistemi emergenti verticali. Penso allo sport, in cui il prodotto assicurativo di sposta al monitoraggio delle performance. Alcuni ecosistemi raccolgono già finanziamenti, altri sono emergenti.
Oppure alla Space Economy, un tema oggi ancora sottotraccia ma che sarà importante nel futuro: li presenteremo all’Italian Insurtech Association Day, il 26 giugno a Milano, intitolato “Empowering Ecosystems”.
AG. Diamo qualche altra anteprima del 26 giugno. Quali altri ambiti sono promettenti in Italia?
SRB. C’è spazio di crescita su molti fronti, siamo in un mercato assicurativo che offre potenziale su tutti i fronti.
Le palestre, ad esempio, hanno centinaia di migliaia di frequentatori ma non hanno servizi dedicati, qui c’è spazio per un ecosistema. Parleremo anche di rischi digitali, di commercial lines, di marketplace digitali, di commercio elettronico.
Con un fil rouge comune: l’estremo ottimismo del mondo assicurativo per lo sviluppo del mercato, oggi sottoassicurato in numerosi segmenti di clientela. La crescita degli ecosistemi permetterà di aumentare i volumi del business, ma anche di aumentare le prestazioni e di avvicinare i clienti al prodotto.
E stiamo parlando di qualcosa che avverrà nel futuro, con una certa rapidità, ma dà al mercato il tempo e il modo di svilupparsi in modo opportuno.