FinTech per le PMI

Fatture veloci. Klarna mette l’open banking e FINOM crea il “paga ora” per le fatture

FINOM paga ora

Incassare più velocemente le fatture e migliorare i flussi di cassa. È questo l’obiettivo dell’accordo tra la startup di servizi finanziari B2B FINOM e Klarna.

Klarna ha messo a disposizione la sua tecnologia di open banking, mentre FINOM ha sviluppato un nuovo modo per pagare le fatture elettroniche, aggregando i dati bancari grazie a servizi di AIS (account information services) e PIS (payment initiation service). I dettagli di accesso ai conti bancari sono sempre e comunque gestiti dalle banche in cui i conti sono aperti e non vengono mai condivisi né con FINOM né con Klarna.

Il risultato è un semplice tasto: “Paga ora”, che permette a chiunque riceva una fattura elettronica da un cliente FINOM di pagarla con pochi click o tap, senza passare dalla fattura all’home banking. La fattura (o meglio la copia di cortesia della fattura) arriva infatti al cliente via link personale oppure via mail e l'intero processo di pagamento avviene all'interno dello stesso flusso.

«Nell’ultimo trimestre 2020 il 55% delle fatture professionali è stato pagato in ritardo, con punte del 71% in alcuni settori, come la ristorazione e il turismo. Ma anche le PMI faticano a farsi pagare in tempo: ad esempio in Umbria e in Sicilia il 69% delle fatture viene pagato oltre scadenza – dichiara Antonio la Mura, Head of Business Italia per FINOM. Aiutare professionisti e imprese a migliorare il proprio flusso di cassa e a rimanere sul mercato è per noi una priorità. Per questo motivo abbiamo puntato all'integrazione con Klarna e siamo tra i primi in Italia a offrire questa nuova possibilità di pagamento delle fatture. Purtroppo, però, molte banche non sono ancora in linea con quanto stabilito dalla normativa PSD2. Per cui ci troviamo a offrire un servizio FinTech estremamente innovativo, che può fare la differenza per tanti imprenditori e professionisti nel ridurre crisi di liquidità, ma che purtroppo è ancora rallentato da un sistema che fa fatica a stare dietro alla sempre più rapida innovazione richiesta dal mercato e dal regolatore europeo. È un problema diffuso non solo in Italia e spero sarà risolto il prima possibile».